Beati coloro che non hanno bisogno della cosiddetta  “solidarietà” occidentale” perché è qualcosa che raramente esiste mentre molto spesso è un trucco per incistarsi in una qualsiasi area e sottrarne: è dalla fine della seconda guerra mondiale che la vediamo in azione in tutto il Sud del mondo dove ha sostituito il modulo colonialista non più perseguibile in maniera aperta: invece gli interventi di solidarietà sono un prodotto veramente geniale perché da una parte permettono di gestire gli stati più e meglio di un regime di controllo, inoltre sollecitano la riconoscenza delle popolazioni ,se non altro fino a quando non si scopre il trucco momento nel quale è troppo tardi per togliersi dalla pelle i parassiti, Nello stesso libera la coscienza dell’occidente e permette  di continuare a rapinare risorse figurandosi di essere dei benefattori. Ci sono mille esempi possibili, ma uno è proprio di scuola, vale a dire l’accoglienza di migranti costretti ad andarsene dal proprio ambiente, dalla propria cultura, dalla propria famiglia  proprio a causa delle rapine, delle guerre e delle dittature che i soccorrevoli ospiti finali provocano. Se non ci si accorge di questo è perché da oltre mezzo secolo viviamo immersi in un’ atmosfera  tossica  che penalizza la capacità di avere una visione generale delle cose ( la quale del resto è ormai apertamente punita) e di collegare fra di loro gli avvenimenti. Così che lo sfruttamento selvaggio di un Paese e l’arrivo dei gommoni sono considerati due eventi irrelati, esattamente come avviene per i vaccini e le reazioni avverse-

Il perverso sistema informativo collabora a tenere chiuso questa vaso di Pandora dove sono conservati decenni e decenni di storia maleodorante, ma talvolta, in maniera del occasionale questa logica del potere sfonda il sipario della retorica e appare nella sua realtà: ne abbiamo un esempio del terremoto devastante in Turchia e Siria che ha fatto scattare l’enfasi della solidarietà, ma quando poi si va a vedere dentro le cose si scopre che le sanzioni alla Siria nessuno ha intenzione di toglierle e anzi il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, ha praticamente detto che, finché ci sarà Assad agli Usa non importa se la popolazione muore sotto le macerie o d fame: le sanzioni rimarranno. Che in America qualsiasi segno di reale solidarietà sia  ormai relegata a Hollywood w ai suoi prodotti di serie B lo si sappiamo da molto tempo, ma in questo caso la cosa è ancora più nefanda perché se è vero che gli Stati uniti voglio la testa di Assad perché è un feroce dittatore, allora non si capisce perché la popolazione debba pagare non soltanto le conseguenze della dittatura, ma anche quelle delle sanzioni. In realtà tutto questo fa parte di una sordida menzogna che ci viene da oltre atlantica e di cui il mondo comincia ad averne abbastanza.