Alle volte, improvvisamente, un raggio di sole squarcia il grigio delle nuvole e illumina il paesaggio. Ed eccolo questo raggio, sperando che sia subito alba e non subito sera: “Fondamentalmente, i gruppi che abbiamo studiato credono che la scienza sia un processo e non un’istituzione. In effetti, gli anti misure per il Covid spesso si rivelano più sofisticati nella loro comprensione di come la conoscenza scientifica è costruita rispetto ai loro avversari ideologici, che sposano un realismo ingenuo riguardo all’obiettivo”. Poche parole, ma incisive soprattutto perché provengono da un gruppo di ricercatori del Mit che si è  infiltrato di recente in un comunità di “scettici” sul coronavirus  forse immaginando di trovarsi dentro una selva di intricati complottismi da decostruire e invece ha ha scoperto che chi mette in discussione la narrazione ufficiale sulla pandemia è assai più vicino alla scienza  di quelli che la accettano in tutto e per tutto . Insomma per dirla con due parole i veri estranei alla scienza sono proprio quelli che credono a tutto ciò che dicono Fauci e Bill Gates e gli organismi in cui loro e gli altri che tirano le fila del gigantesco affare dei vaccini o della nuova normalità, hanno più di uno zampino. 

In uno studio pubblicato sull’argomento, i ricercatori di quello che è considerata uno delle più prestigiose istituzioni scientifiche occidentali,  hanno inoltre rivelato che gli anti- narrazione “apprezzano l’accesso non mediato alle informazioni e privilegiano la ricerca personale e la lettura diretta rispetto alle interpretazioni” esperte”, mentre i fedeli del culto covidico “credono a tutto ciò che il governo dice loro” e tendono all’obbedienza, seguendo pedissequamente  le parole d’ordine. I critici “ sono molto riflessivi riguardo alla natura intrinsecamente parziale di qualsiasi analisi e si risentono per ciò che considerano l’arrogante ipocrisia delle élite scientifiche” oltre a ritenere che i dati diffusi dal governo o dalle sue istanze manchino “delle metriche più importanti” ovvero che siano di fatto costruiti apposta per trarre in inganno. Lo studio del Mit afferma chiaramente che le persone contrarie alle misure dei governi fondano le loro argomentazioni “su un rigore scientifico” rispetto a che invece subisce passivamente la narrazione. La persone che fanno parte del gruppo di scettici nel quale si sono infiltrati i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology  “nel loro insieme sono estremamente disposti ad aiutare gli altri che hanno difficoltà a interpretare i grafici con molteplici forme di chiarimento: aiutando le persone a trovare le fonti originali in modo che possano replicare le analisi stesse, facendo riferimento ad altri studi affidabili che giungono alle stesse conclusioni , ricordando agli altri di rimanere vigili sui limiti dei dati e rispondendo alle domande sulle implicazioni di un grafico specifico”. In altre parole, l’ analisi collettiva che coinvolge molti cervelli è preferibile all’accettare semplicemente ciò che uno o due “medici” o “esperti” da televisione affermano essere vero riguardo alla pandemia, ma soprattutto questo sforzo viene visto come un modo per riunire le comunità in un momento di crisi, mentre la capacità di analizzare i dati in modo trasparente e spassionato “è fondamentale per la governance democratica”. 

Si può facilmente immaginare la ragione per la quale di questo studio è calata una feroce congiura del silenzio: molti di coloro che appoggiano l’ingegneria sociale che è uno degli obiettivi della narrazione pandemica si fanno scudo di una immaginaria  “scienza” per sostenere ogni aggressione alla libertà e alla partecipazione, ma anche qualsiasi stupidaggine dicano “esperti” presunti o quelli che hanno dietro le spalle giganteschi conflitti di interesse. Persino il Mit deve ammettere che la scienza non c’entra proprio nulla in tutto questo, è solo un pretesto piuttosto squallido per sottomettere con la paura l’uomo della strada,  per nascondere l’adesione a un disegno politico sociale reazionario e per evitare di mettere in rilevo le totali assurdità delle misure a cui siamo sottoposti.