Qualcosa ogni tanto traspare nel buio fitto della pandemia, qualcosa di stonato e irreale, come se la narrazione vista da vicino si sgranasse e mostrasse le crepe . Questa volta si tratta dell’intervento del prof Pierfrancesco Belli che presiede la commissione Rischi ed etica sanitaria dell’ Istituto Incer secondo il quale le indicazioni ministeriali contro il Covid hanno prodotto la violazione della legge Gelli – Bianco impedendo ai medici di valutare la “specificità del caso concreto” e di eludere “le buone pratiche clinico assistenziali”. Che ci fosse stata una caduta del sistema sanitario nel suo complesso lo abbiamo visto tutti come pure abbiamo esperienza di tutta l’irrazionalità dell’approccio terapeutico. Ora Belli spiega che a fine febbraio 2020, come ogni anno, eravamo in presenza delle forme influenzali e/o simil influenzali notoriamente caratterizzate, dal punto di vista sintomatologico, da tosse, febbre, raffreddore che possono andare incontro a sovrainfezioni batteriche che si trattano con antibiotici. Ma il 22 febbraio 2020, a seguito di una circolare ministeriale, è stata consegnata ai medici di medicina generale sul territorio una check list attraverso la quale, improvvisamente, dal giorno alla notte, è stato imposto di attribuire la stessa sintomatologia respiratoria unicamente al “Nuovo Coronavirus” eludendo, con un colpo di spugna, tutte le possibili complicanze batteriche respiratorie che avrebbero potuto essere adeguatamente trattate con antibiotici.
In sostanza – dice Belli – da un lato sono state eliminate le infezioni respiratorie di origine batterica e dall’altro l’influenza e simil influenza che da quel momento dovevano cambiare nome. Ne e’ derivato che dopo l’isolamento domiciliare, i pazienti che disgraziatamente vedevano aggravarsi le loro condizioni cliniche, una volta ricoverati in ospedale, venivano trattati con antivirali e ventilazione meccanica con esiti infausti previa conferma diagnostica di COVID 19 attraverso tampone. Non è stata prevista una diagnosi differenziale (che. solo adesso l’Oms si è ricordato di rivalutare) La genesi doveva essere esclusivamente virale. Così alla narrazione pandemica è stata sacrificata la popolazione degli over 65, notoriamente portatrice di comorbilità che non sono state né considerate, né trattate e neppure previste da Epicentro, l’Ente dell’Istituto Superiore di Sanità che gestisce l’epidemiologia contrariamente a quanto regolarmente fatto negli anni precedenti. Insomma si delinea quella strage degli innocenti di cui più volte si è accennato in questo blog. Come sia potuto accadere è qualcosa che solo la storia potrò chiarire, fatto sta che lo stesso Antony Fauci un grand commis della pandemia nel 2008, sosteneva che la prevenzione ed il trattamento dell’infezione secondaria batterica avrebbe dovuto essere parte integrante della pianificazione contemplando lo stoccaggio di antibiotici nei piani pandemici nazionali e insistendo sull’importanza delle autopsie per determinare le reali cause di morte. In assenza di autopsie infatti non è possibile avere una corretta epidemiologia. Perché il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità abbiano eliminato nelle Linee Guida le comorbilità e le sovrainfezioni batteriche affidando la diagnosi al solo tampone rimane tutto da spiegare, così come rimane da spiegare perché stato creato ad hoc un anti-ciclo di cura in cui sono state manipolate le regole del Sistema di Classificazione delle malattie al fine di trattare tutti i pazienti come fossero affetti da polmonite virale seppur la causa di decesso dei pazienti fosse la polmonite batterica. I pazienti morivano nella Scheda di dimissione ospedaliera per polmonite, poi nel certificato di morte figuravano morti per COVID 19. E solo nel quadro di una narrazione pandemica che sono state disincentivate le autopsie che avrebbero evidenziato batteri a cui necessariamente attribuire le cause di morte, mentre dalle letteratura scientifica degli ultimi 12 anni si evince come le autopsie dei deceduti da “pandemie” siano l’elemento fondamentale per determinare una corretta epidemiologia e per guidare la stesura tecnica dei piani di prevenzione e risposta q queste situazioni.
Invece ci si è volutamente dimenticati di tutto questo perché la pandemia apparisse con il volto peggiore possibile tanto che addirittura il governo tedesco ha pagato dei ricercatori per fare catastrofismo ( vedi qui ), ma a quanto pare da qualsiasi parte si guardi l’atroce narrazione pandemica appare contradditoria e cinicamente gestita. per ottenere tutt’altri scopi che la salute. Esattamente come accade ora per le grandi manovre vaccinali.
Da Martin Larner:
′′ Sono convinto che quello che è successo per lo più è stata una cascata di polmonite virale o batterica non trattata a causa delle politiche di isolamento e lockdown.
Gli ospedali normalmente non avrebbero visto queste persone, perché avrebbero avuto diagnosi e cure tempestive dal medico, gli sarebbero stati somministrati antibiotici macrolidi e cortisone per l’infiammazione da polmone simil-influenzale, sarebbe stato loro consigliato di prendere Zinco e Vitamine, e poi recuperati a casa senza nessun problema.
Invece sono peggiorati sotto il Lockdown e la sospensione degli appuntamenti dei medici e presentati negli ospedali con Tempeste di citochine dopo 10 giorni o due settimane.
Poi gli stupidi infermieri e dottori li hanno messi sui ventilatori che li hanno uccisi.
Molti altri danni sono stati causati perché il lockdown ha aumentato tali contagi.
Gran parte di questi casi sono stati spacciati per ′′ Covid “. migliaia di persone sono morte in casa perché sono state terrorizzate al punto da fargli evitare gli ospedali o gli è stata negata un’ambulanza per infarto o ictus. Ho visto le cifre dell’ ONS. I decessi in casa sono enormemente aumentati l’anno scorso.
Il resto è solo frutto di falsa attribuzione che rappresenta una frode criminale.
Molti Medici e altri funzionari sanitari dovrebbero affrontare l’accusa insieme al Governo e ai ciarlatani che impiegano come ′′ Consiglieri “.
Che fottuto spettacolo di merda.”
A titolo integrativo. Terza ed Ultima Parte.
“Uccisi da malattie non trasmissibili. È il paradosso di questa pandemia”
di Claudio Risé per La Verità, pubblicato da AE
24/03/2021
La storia del primo anno d’età del Covid 19 in Italia è una dimostrazione dei guai che affliggono l’uomo moderno, spesso fino a farlo morire, e non solo di coronavirus.
Il fenomeno principale è stato, anche quest’anno come negli ultimi trenta, il fatto che i grandi killer dei nostri tempi non sono più le infezioni, con i loro virus e batteri, ma le Malattie Non Comunicabili (NCD, Non-Communicable Disease) che indebolendo l’organismo consentono la diffusione di batteri e virus. Sono queste malattie la prima causa del 70% delle morti, e non vengono trasmesse attraverso infezioni ma siamo noi a svilupparle nel nostro corpo, indebolendo così la forza del nostro sistema immunitario. Ciò avviene con l’attenta e interessata assistenza del sistema dei consumi, che influenzando gli orientamenti culturali, politici e economici determina gran parte della nostra vita, dai comportamenti alimentari all’uso di sostanze e droghe, alla sedentarietà, alle convinzioni morali, sessualità e tutto il resto.
Sono state infatti le malattie indotte da questi comportamenti distruttivi che hanno indebolito e intossicato gravemente nel corso dei decenni anche l’organismo della gran parte dei morti “di Covid”. I quali, prima di venire a contatto con il virus, erano nella stragrande maggioranza dei casi ammalati dell’una o l’altra delle micidiali NCD: il diabete, i disturbi cardiovascolari, le malattie polmonari croniche (asma compresa), i tumori, le malattie degenerative. Sono loro, le NCD, a produrre, ogni anno, la grande maggioranza dei decessi per malattia in tutto il mondo sviluppato. Come sono state loro ad aver minato l’organismo delle vittime del Covid, generalmente anziane (ma a volte anche giovani). Lo fanno lentamente, attraverso le semplici scelte della vita quotidiana: quanto mangiamo, quanto stiamo fermi invece di muoverci, quante fatiche fisiche ci evitiamo, quante porcherie inaliamo nei polmoni, e così via. (L’ho raccontato in: Sazi da morire; San Paolo, 2016).
Il Coronavirus sars-covid-19 è stato l’ultimo attore in scena, ma il fenomeno clinico cui è dovuto il disastro è molto più antico, ha già fatto enormi danni, ed è destinato a durare. Si tratta dell’estrema debolezza delle difese immunitarie dell’uomo contemporaneo e dei comportamenti che la provocano. Un fenomeno visibile almeno già dalla fine degli anni ’80, e annunciato dall’epidemia dell’Aids fra le minoranze sessuali e dei tossicodipendenti per via iniettiva. Col Covid 19 ci si sarebbe dunque potuto aspettare che nella prevenzione e gestione dell’epidemia venisse affrontata la causa, i comportamenti all’origine della debolezza del corpo di fronte al virus: la sedentarietà, l’eccesso di zuccheri, la povertà dell’alimentazione industriale, le intossicazioni da sostanze, i comportamenti a rischio. (Anche questo sarebbe: Transizione ecologica). Ma di tutto ciò le Autorità sanitarie, dal ministro della Salute in giù, non hanno fatto parola, pretendendo di curare il fenomeno senza occuparsi della sua causa. Non l’hanno fatto perché sono essi stessi aspetti del problema, con la loro cultura burocratica e opportunistica, i loro ridicoli consulenti, la loro lontananza stellare dal mondo della cura individuale e dalla conoscenza di cosa provochi la salute e la malattia nella persona umana.
Riferimento e proseguimento:
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/uccisi-da-malattie-non-trasmissibili-e-il-paradosso-di-questa-pandemia
Breve Commento Finale.
Unendo i puntini è più che evidente che trattasi di malafede vera e propria, non hanno nessuna scusante di nessun tipo, la loro è malafede allo stato puro, that’s it!!
Complimenti per la pubblicazione di questo suo ottimo articolo, cordiali saluti e buona giornata.
Fabrice
A titolo integrativo. Seconda Parte.
“La scienza è davvero super partes? Intervista alla Dott.ssa Loretta Bolgan”, a cura di P. Caria per Antimafiaduemila
3 Ottobre 2020.
https://www.antimafiaduemila.com/home/di-la-tua/239-parla/80364-la-scienza-e-davvero-super-partes-intervista-a-loretta-bolgan.html
Da segnalare con il pennarello rosso il seguente passaggio dell’intervista:
“Tre anni fa ho segnalato al sottosegretario del Ministro della Salute uno studio dell’ISS, in cui si dimostrava che l’incidenza di polmoniti gravi aumentava del 50% nei vaccinati con l’antinfluenzale. Lo studio riportava inoltre il 12% in più di mortalità nei vaccinati, per potenziamento della malattia. Può trattarsi anche di una coincidenza ma varie città in cui hanno anticipato di due mesi l’antinfluenzale, dopo sono diventate zone rosse. Ho portato l’evidenza tre anni fa, ho segnalato il pericolo di potenziamento della malattia e non l’hanno considerato. Anzi, dopo due mesi sono partiti con la campagna vaccinale senza tener conto di questo grave rischio. Come per il vaccino antinfluenzale, anche per il vaccino anti-Covid, oltre i rischi noti e potenziali, non sappiamo quanto dura la sua azione“.
NB la Dott.ssa Loretta Bolgan è Dott. in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, ha Dottorato in Scienze Farmaceutiche ed è Consulente Scientifico.
A titolo integrativo. Prima Parte.
” Storia del Centro di Epidemiologia che venne depotenziato da Ricciardi”
Nel 2015, l’Italia aveva un Centro di Epidemiologia che venne depotenziato quando l’attuale consulente del Ministero della Salute era al vertice dell’Istituto Superiore della Sanità. “Si occupava del coordinamento tra le Regioni – spiega un epidemiologo che ci lavorava – proprio quello che è mancato durante la pandemia”.
di M. D’Alessandro per AGI, 11 dicembre 2020.
L’Italia aveva fino al 2015 un Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) “fondamentale per il coordinamento tra le Regioni, aspetto che ora viene segnalato come critico in questa pandemia” ma Walter Ricciardi, ora consulente del Ministro della Salute e all’epoca Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, “decise di depotenziarlo disperdendone competenze tra le varie strutture dell’Istituto”. A raccontarlo all’AGI è un epidemiologo che lavorava in quel centro e che, pur a distanza di anni, preferisce tenere l’anonimato.
“Il Centro poteva essere quel tavolo comune tra le Regioni che è mancato”
Erano, quelli, tempi complicati per l’Iss che nel 2013 venne commissariato dal Ministro Beatrice Lorenzin sulla base di un parere della Corte dei Conti sul bilancio con l’azzeramento dei vertici dell’Istituto (presidente e CdA). Ricciardi venne nominato Commissario e poi Presidente. In seguito, una sentenza del Consiglio di Stato del 2016, su ricorso di due consiglieri di amministrazione, suggellò l’inesistenza dei presupposti per il commissariamento.
“Nel frattempo l’allora Presidente Walter Ricciardi – prosegue la fonte – diede corso ad una ristrutturazione in cui la massa critica di competenze di epidemiologia del CNESPS fu divisa tra i vari dipartimenti tematici. Gran parte dell’attività del Centro era dedicata al supporto delle attività di sanità pubblica e alla collaborazione tecnico-scientifica con le regioni. Eliminando la competenza primaria dell’epidemiologia la struttura cambiò nome e funzioni, con una dotazione dei personale di meno della metà. Ovviamente il Centro Epidemiologico non avrebbe fermato la pandemia ma avrebbe migliorato la gestione dando un tavolo comune alle Regioni per confrontarsi. Ora ci si lamenta da più parti di una gestione frammentata e di una pessima prova di coordinamento tra le Regioni”. Contattato dall’AGI via messaggio su come sia maturata la decisione del depotenziamento del Centro, Ricciardi non ha risposto.
Comitato vittime: “Centro smembrato su logica del risparmio”
“L’Italia aveva un istituto deputato alla sorveglianza epidemiologica che sarebbe servito ad organizzare un’azione coordinata durante una pandemia – osserva Consuelo Locati, legale del Comitato Noi Denunceremo -. E’ stato smembrato sulla logica del risparmio, quando tutto il mondo sa che la logica della governance sanitaria punta sulla prevenzione proprio perché sui sistemi sanitari impatta finanziariamente molto meno delle cure. Fa pensare che chi ha deciso di smembrare quest’istituto ora sia tra coloro che sono deputati a mettere le pezze sui danni protratti della pandemia”.
All’interno del CNESPS si era costituito il Gruppo Epico, una struttura che, spiega il professor Pierfrancesco Belli, presidente della Commissione Rischi ed Etica Sanitaria di Incer Institute e membro del Comitato di Indirizzo e Controllo dell’agenzia regionale di Sanità Toscana – nel novembre 2006 aveva creato un modello matematico-organizzativo che doveva servire a verificare gli scenari di diffusione e di relativo controllo delle fasi del contagio. Sarebbe servito a vedere quanto si può controllare il contagio nel territorio dando anche indicazioni alla gestione area per area. Utili, per esempio, a capire se mancano posti letto in terapia intensiva o dispositivi di protezione individuale. Ma questo sistema non ha funzionato perché non è stato attivato il Sottocomitato di influenza e pandemia che nel 2009 scomparve. Come mai? Quello che possiamo notare è che nel 2008 c’era un governo che ha iniziato a operare sulla base del principio, concretizzato poi a livello normativo, per cui più che sulla prevenzione del contagio si è deciso di puntare sui vaccini, una linea suggerita anche dall’Oms. Per questo poi sono state eliminate tutte quelle barriere, come il CNEPS, che sarebbero potute servire per la prevenzione”.
Riferimento:
https://www.agi.it/cronaca/news/2020-12-11/centro-epidemiologia-depotenziato-walter-ricciardi-istituto-superiore-sanit-10631421/
Ma esattamente dove avrebbe fatto questo intervento il prof Belli?
probabilmente qui:
https://www.imolaoggi.it/2021/03/03/covid-violazione-legge-gelli-bianco/
la circolare citata forse è la N. 5443 DEL 22 FEBBRAIO 2020 DEL MINISTERO DELLA SALUTE
Si può vedere :
Questa penso sia sempre stata la situazione reale, se solo fosse stato possibile sin dall’inizio ricercare la verità su di un avvenimento che solo persone abituate a valutare fonti diverse per capire meglio, i cosidetti giornalisti indipendenti, avessero inquadrato come qualcosa che non tornava nella narrazione ufficiale; ma i giornalisti indipendenti, in tutto il mondo vengono rinchiusi o messi a tacere.
Così è subito scattata la caccia alle streghe, chiamate complotti e negazioni, da parte di tutti i media, ed in particolare dalla Rai, che avrebbe dovuto essere imparziale con l’informazione, alla quale siamo pure costretti a pagare, come il pizzo, un canone in bolletta elettrica, decretato da un politico-affarista il cui unico scopo è sempre stato il profitto personale.
Per non pagare il canone basta liberarsi dei televisori in casa, e comunicare ogni anno un’ auto certificazione di Non possesso dell’apparecchio televisivo ( si può fare da sito dell’agenzia delle entrate tramite “iscrizione”) …uno/a con quei danari potrebbe andare, segregazioni per corona virus permettendo, a mangiarsi una pizza con la famiglia.
Si può leggere :
https://comedonchisciotte.org/ce-un-giudice-a-berlino/