Paradossalmente comincio ad avere paura proprio adesso che il berlusconismo sembra cominciare a dissolversi. Non per la questione specifica dei ballottaggi che credo si risolverà in una sconfitta della destra, ma per quella più generale della società italiana. La reazione sguaiata della Lega che attacca Pisapia rafforzando la sua vocazione plebea e incivile, la sua xenofobia da fumetto, abbassando ancora il livello peraltro già misero della sua elaborazione politica, è un segnale sconfortante.

Sconfortante proprio perché le indagini di sociologi e analisti del voto ci dicono che questo incarognirsi oltre ogni decenza è una tattica sbagliata, che Milano vuole uscire dall’atmosfera plumbea in cui l’hanno cacciata la pessima amministrazione morattiana e questo continuo pestare nel torbido senza costrutto. Dunque l’insistere nello sgangherato e risibile millenarismo anti Pisapia, significa due cose: da una parte che il Carroccio non ha altre cartucce da sparare, dall’altra che non ha nemmeno voglia di prendere la mira, ma, con l’aiuto e l’appoggio di Silvio,  di colpire nel mucchio con un barile di esplosivo.

Questi sanno che il declino e l’impoverimento che proprio loro hanno agevolato e non combattuto, la sensazione di un regresso che ha colto ampie fasce di popolazione, richiede un colpevole per essere in qualche modo placato ed elaborato. Non potendo ovviamente indicare se stessi lo hanno trovato e non da ora nell’immigrazione, nella diversità etnica e culturale e nel relativo senso di appartenenza, altrettanto vacuo e inutile quanto esattamente contrario alla realtà che invece per una popolazione in continua caduta demografica, richiede consistenti apporti esterni. E se qualcuno avesse dei dubbi può leggersi qualcosa sull’ultima indagine del Censis qui .

Quindi l’egoism0 dei destini individuali risultato finale della destrutturazione sociale, si salda alla ricerca di qualcuno o qualcosa cui attribuire la colpa del vivere precario. E una strategia ben conosciuta  dalle destre che sanno come sfruttarla, che avvertono come le non scelte, l’incertezza, la confusione costituiscono un piano inclinato verso di loro: tutta la storia del Novecento dimostra.

E’ questo che mi preoccupa, questo scadimento che ha poco a che fare con lo stile, anche se lo implica: conquistare gli indecisi offrendo loro un colpevole, quello che le paure e l’avvilimento rendono più plausibile o più immediato. E se la cosa riesce difficile, anzi ridicola e penosa, con le singole persone, come Pisapia o De Magistris, a livello generale può funzionare. Magari non nell’immediato, magari non per le amministrazioni comunali, ma a livello più generale sì. Accade in varie altre zone dell’Europa dove però la società più vivace di quella arcaica italiana, un senso di civiltà più acuto e il grasso accumulato sotto pelle negli anni delle vacche grasse, rende l’operazione più circoscrivibile.

L’Italia invece col suo debito stratosferico, con al governo da molti anni il liberismo più futile e corrotto, con l’immobilità sociale è molto più a rischio.