Per fortuna in Germania non ci sono solo generali stupidi che parlano di colpire la Russia con i missili Taurus e lo fanno da una piscina di Singapore su linee non sicure, c’è anche chi si diverte a mettere assieme le figuracce fatte dalle armi magiche della Nato, come si vede dall’immagine di apertura del post dove ogni tipo di Wunderwaffe distrutta dalle contromisure russe viene cancellata con una Z, noto simbolo dell’operazione speciale intrapresa dal Cremlino.

In realtà questo è solo un pretesto per dare un’ altra notizia: che la Nuland è stata costretta a dimettersi perché oltre che autrice della sconfitta pare che fosse l’istigatrice principale dell’uso terroristico e/o mediatico dei Taurus sul territorio russo, commettendo un errore imperdonabile ovvero quello di lasciare le impronte digitali degli Usa in queste imprese. Con la prevedibile sconfitta dell’Ucraina e il vicolo cieco omicida in cui è arrivata la guerra di Israele, gli ideologi neoconservatori sono ormai in piena confusione e infatti sostituiranno la Nuland con John Bass, l’ex ambasciatore a Kabul sotto la cui supervisione – simbolismo, ironia o presagio? – ha avuto luogo il ritiro precipitoso delle truppe americane dall’Afghanistan.

Resta da vedere se cosa porterò questo cambiamento, ma Joe Biden (o il suo eventuale sostituto a breve termine) ha urgentemente bisogno di un successo in politica estera nel prossimo semestre per contrastare la rielezione di Trump e questo successo non può essere raggiunto con il metodo neoconservatore di “più guerra”. Per questo motivo i vassalli europei vengono ora mandati avanti – non in nome degli Stati Uniti o della Nato – ma con patti di assistenza unilaterali che la Francia, i Paesi Bassi e persino l’Italia, sia pure attraverso un trattato grottesco hanno siglato con l’Ucraina. Così saranno gli europei a rimanere con il cerino in mano e a subire tutto il peso della inevitabile sconfitta dal momento che il loro intervento potrebbe liberare al massimo 60 mila soldati ucraini, che al ritmo attuale durerebbero due o tre mesi se proprio tutto andasse bene Dopo il disastro economico si avvicina anche quello militare.