In Italia se ne parla pochissimo, perché c’è un contributo pubblico ai partiti che di fatto viene sperperato in ruberie. Tuttavia il problema del costo sempre più spropositato delle campagne elettorali viene sentito sempre di più come un problema di democrazia perché finisce con il determinare la politica dei candidati costretti a rastrellare cifre enormi per poterla spuntare. In Gran Bretagna dove le ultime politiche sono costate 58 milioni di sterline, una commissione ha proposto una legge che imponga un tetto massimo delle donazioni di 10 mila sterline, ma i tre partiti maggiore pare non ne vogliano sapere. In Germania la Merkel ha fatto di tutto per rinviare a dopo le elezioni l’unione bancaria che comporta controlli sgraditi alle Sparkasse, gli istituti di credito locali che di fatto finanziano il sistema politico
Si potrebbero fare mille esempi, ma è fin troppo chiaro che i soldi arrivano da dove ci sono, quindi da chi detiene il potere economico che naturalmente pretende un compenso. Quindi quando vediamo campagne elettorali costose (anche quando chi le organizza finge che siano al risparmio) chiediamoci sempre chi le paga e che cosa si aspetta in compenso. Del resto proprio oggi vediamo che ormai la politica si fa in soldoni: Berlusconi non vuole pagare le primarie del Pdl esercitando così una sorta di ricatto, mentre Crocetta in un rutilante alternarsi di contraddizioni fa capire che che gli stipendi dei consiglieri sono alti perché se no, come fanno a pagarsi la campagna elettorale. Insomma fare politica pare sia divenuta una sorta di attività commerciale.
Ma cercando di tirar fuori le gambe da queste miserie casalinghe, vediamo come una diagnosi politica dei candidati può essere fatta anche senza ascoltare una parola, ma guardando chi sono i “mecenati” nelle campagne. Negli Stati Uniti dove sia Obama che Romney hanno speso quasi un miliardo di dollari ecco che il senso e i programmi che si può attendere dai due candidati sono messi in luce dai top contributors.
La radio austriaca ha trasmesso recentemente una intervista con Joseph Stiglitz, nobel per l’economia del 2001. Sottolineava che la Corte suprema americana ha abolito il precedente limite ai finanziamenti che le imprese possono devolvere ad un candidato. Ironicamente ha osservato che prima era valido il principio una testa un voto, ora vale il principio un dollaro un voto….
i PARTITI INGURGITANO 500 MILIONI DI EURO AL’ANNO. o forse più.sono 10.000 miliardi delle vecchie lire che una volta erano una finanziaria per 60 miioni di persone. La “truppa” politica è di 180 mila individui ….. i partiti devono eere finanziato solo per le elezioni e con una spesa fissa. Sono asociazioni private e pertanto che se li trovino da soli i soldi come fanno le società private sul mercato.
IL FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI DEVE ESSERE ABOLITO PER VOLERE DEL POPOLO SOVRANO CHE SI ERA GIA’ ESPRESSO NEL REFERENDUM DEL 1993. DEVE AVVENIRE COME IN AMERICA, NON OBBLIGATORIO, MA TRASPARENTE. STOP AL LADROCINIO DI DENARO PUBBLICO AI CITTADINI CHE LAVORANO ! LE GIUSTIFICAZIONI DEI PARTITI PER MANTENERE IL FINANZIAMENTO ATTUALE SONO ASSURDE E INSOSTENIBILI: PARLANO I FATTI CHE CI HANNO DIMOSTRATO DOVE FIINISCONO I SOLDI DEI VARI FINANZIAMENTI; CORRUZIONE, SPERPERO, FINI PERSONALI, RUBERIE DI OGNI GENERE, MENTRE LA POPOLAZIONE SI STA’ IMPOVERENDO!
CHI DIFENDE IL FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI E’ SOLO PARTE DI TUTTO QUELLO CHE E’ GIA’ ACCADUTO E VUOLE CONTINUARE COSI’, CIOE’ A LADRARE LA POVERA GENTE!