Qualcosa sta avvenendo nel campo dell’opposizione, qualcosa che rassomiglia a un tradimento: gli apparati amoreggiano mentre è in atto una separazione di fatto dall’elettorato. Questo era evidente nel Pd dove i dissidi si sono clamorosamente espressi dalla Puglia all’Umbria, a stento ricuciti alle primarie, ma adesso è diventata anche la nuova linea dell’Idv, ovvero di Di Pietro: separazione dalla piazza (che “non basta”) ma soprattutto dagli umori dei cittadini per andare a vivere un incerto rapporto di vertice a tre con Bersani e Casini. L’intento dichiarato è quello di vincere, l’intento non dichiarato e quella di finirla di fare i Don Chisciotte e di trasformarsi in Sancho Panza per stripparsi di minestre di fagioli.
Molti osservatori che non fanno parte tecnicamente della casta, ma che ne sono le remore pronte ad afferrare qualsiasi rimasuglio di cibo che sfugge alle fauci del pescecane, dicono che questa è stata una mossa astutissima di Di Pietro.
Ed è vero, questo suo divorzio dallo zoccolo di opinione e di dissenso al berlusconismo che gli aveva messo il vento in poppa, è la via più intelligente per la sconfitta, anzi per una resa che si concreterà quanto prima in un pasticcio per salvare Berlusconi dai processi. Perchè se la piazza non basta, in Parlamento i numeri non consentono altro che il mugugno, la protesta o una resa fatta passare sotto le mentite spoglie di un saggio e obbligato compromesso. Una svendita della Costituzione, ma anche della politica nel suo senso migliore.
Per questo però bastava un fax in grado di ricevere le dichiarazioni di Fini.
Anche dal punto di vista delle amministrative la nuova linea non è altro che una specie di scambio di favori e candidature capace di disgustare o quanto meno disorientare la base di opinione di tutti e tre i partiti. Qui infatti non è questione di alleanze, ma del prezzo che si vuole pagare per esse. Decisamente intelligente. Magari Di Pietro si illude che il Pd abbia una leadership così debole da poter fare carne di porco dell’attuale apparato, ma è una illusione: sta solo rinuciando a un ruolo, che per quanto limitato alla moralizzazione, era comunque sentito da una consistente parte dei cittadini e completamente suo. Di certo poi le vecchie volpi non si faranno incastrare da un cinghialetto.
Tutto ciò nasce grazie alla cecità della politica politicante che fa le sue addizioni: mezzo punto qui, altri due là e vede la vittoria o la sconfitta in questi giochini aritmetici. Del resto che altro potrebbe fare visto che non sembra riuscire a produrre alcuna idea che emozioni il Paese, che lo distolga dal votare sull’onda della paura, che dia una reale speranza di rinnovamento? Quindi non c’è altro da fare che giocare con le tabelline.
Fino a che gli elettori, come mogli insoddisfatte e per di più e tradite con le segreterie, non presenteranno istanza di divorzio per colpa.
Premetto che ho auspicato, in tempo non sospetto, l'alleanza tra PD e IVD; mi pare che per intenti e programmi dovrebbero essere due partiti che meglio rappresentano l'opposizione. La cosa che mi ha lasciato perplessa è apprendere della standing ovation con cui è stato accolto l'intervento di De Luca, quando non più tardi di poche settimane fa, alla trasmissione di Santoro, Di Pietro si è rivolto a Bersani con toni molto perentori circa questa candidatura. Ora, dallo scalino più basso con il quale osservo tutto quanto, e come già ho avuto modo di lasciare scritto da qualche parte, faccio il cinese, mi metto sulla sponda e aspetto. Per ora ciò che non se ne va è l'amarezza di restare davvero su uno scalino senza possibilità di salirne uno, non per un posto in prima fila, ma per far sentire le voci di chi, purtroppo, non riescono a sovrastare il vociare dell'alto. Non vorrei che, per l'ennesima volta, venisse confermata l'idea maturata in questi mesi circa l'amare vestirsi di poltrone, più o meno comode, e il timore di restarne spogli e ignudi agli occhi di tutti, dimenticando che qui non è in gioco solamente un'alleanza tra partiti più o meno d'accordo, ma ciò che questi sacrificano e sacrificheranno in nome di tali alleanze, non ultima la credibilità nei confronti dell'elettorato tutto.