Il vero pericolo è la sclerosi dell’occidente che non permette di avere una visione globale delle cose, ma solo spezzoni di ragionamenti che si sovrappongono gli uni agli altri accavallandosi  in un bailamme inestricabile. Basta per esempio prendere le dichiarazioni Macron degli ultimi giorni per comprendere che ha detto almeno tre cose diverse in tre giorni e alluso ad altrettante mosse una quasi  contraria all’altra: vuole mandare truppe in Ucraina, ma solo nelle retrovie per liberare le truppe di Kiev da compiti secondari? Vuole che siano prima i baltici e i polacchi a prendere questa iniziativa come è sembrato da parole successive?  Vuole che siano gli Usa a dare il via libera come è parso in altra sede? Vuole semplicemente smuovere le acque per giustificare le forti perdite francesi in Ucraina oppure semplicemente oscurare il marcio che avanza sulla vera identità di Brigitte?

Non possiamo entrare nella sua testa, anche perché è piuttosto angusta, ma il piccolo Napoleone all’Elba che tenta di prendere la testa delle operazioni in Europa approfittando dei dubbi della Germania, esprime a pieno l’insanabile antinomia dell’Occidente che pare avere due obiettivi antitetici: negare che la Nato possa intervenire  direttamente in Ucraina e prepararsi nel contempo ad intervenire direttamente. Evitare che la Russia vinca, ma al tempo stesso sottrarsi a un confronto diretto. Capite bene che questa enorme confusione e indeterminazione è foriera degli esiti peggiori e assicura una sconfitta ancora peggiore.

Adesso per esempio gira l’idea che gli Usa e la Nato possano costituire  una sorta di esercito formalmente mercenario, formato da cittadini di diversi Paesi, diciamo pure dal peggio che tali Paesi possano esprimere, che supporti  in qualche modo le forze ucraine a corto di uomini. L’idea potrebbe sembrare semplice e sfrontata, ma in realtà è fatalmente errata perché si basa sul presupposto che Putin non oserebbe ritorsioni contro quelle truppe straniere che sa essere dislocate in un punto particolare, poiché ciò potrebbe  far scattare l’Articolo V del trattato Nato, facendo deflagrare la guerra globale.  Tuttavia, qualsiasi persona con un po’ di fiuto geopolitico, sa che Putin non si fermerebbe di fronte a questo evidente bluff: anzi distruggere o catturare truppe dei Paesi Nato, sia pure sotto le false vesti  mercenarie, significherebbe alla fine un nuovo terribile smacco per l’occidente e di fatto la fine del suo intervento, al punto che l’ex presidente russo Medvedev ha detto che queste truppe sarebbero le prime ad essere colpite.

Le élite occidentali possono avere soldi e pelo sulla stomaco, ma non hanno la resistenza e il coraggio politico necessari per affrontare il battesimo dell’indignazione una volta che i sacchi per cadaveri inizieranno ad arrivare in patria. Gli esempi dell’incapacità di gestire la minima sconfitta sono innumerevoli a cominciare dalla Somalia dove è bastato che Newsweek pubblicasse una copertina del corpo di un soldato americano trascinato per le strade di Mogadiscio, dopo lo spettacolare fallimento dei Rangers nella capitale somala, per convincere Clinton non solo a ritirarsi del tutto dalla Somalia, ma a convincere le stesse Nazioni Unite ad andarsene.

L’idea delle truppe occidentali in Ucraina è perciò in sostanza un fallimento annunciato e rappresenta, se non altro, l’ennesimo sbalorditivo errore di calcolo dei leader Nato che lottano per venire a patti con la perdita di una guerra in Ucraina. Ma essi sono anche terribilmente narcisisti e non è affatto escluso che Macron con le sue multiple dichiarazioni tenti disperatamente di incidere il suo nome nei libri di storia come presidente francese che ha effettivamente fatto qualcosa e far dimenticare che ha perso  almeno tre paesi del Sahel a favore della Russia durante il suo mandato a causa della sua arroganza non supportata da mezzi sufficienti. Naturalmente tutto questo avviene sulla pelle degli altri, sulla nostra pelle e sarebbe ora che questo finisse: se proprio questi insulsi ometti vogliono un posto nella storia si accontentino di essere quelli rovesciati dai popoli che non vogliono la guerra.