La nuova università. Quella che la cioccolataia Gelmini ci vende come moderna, americanizzata, in via di privatizzazione, magari sempre più rassomigliante al Cepu. Ma senza baroni, promessa bugiarda. E soprattutto senza borse di studio e senza soldi per i ricercatori. Non c’è più altro da dire di questa cosiddetta riforma che del resto lo stesso ministro non comprende.
Anzi no, dimenticavo, un’altra cosa c’è: via i corsi strani e con pochi allievi che fanno perdere soldi e non solo utili. Oddio in un sistema di istruzione specialistica la cosa è molto dubbia, ma la lo dice la Gelmini e quindi c’è stare certi che sia un concetto da magistrali.
Quindi niente più corsi di questo genere:
Questioni di gusto
Testi Ucraini del XIX secolo
Seminario sul teologo Dietrich Bonhoeffer
Storia del Blues
Nostalgia, Apocalisse e Cambiamento nella cultura italiana
Corso di conversazione in Tibetano
Corso avanzato di Coreano
Letteratura Sanscrita
Teatro dal vivo
Aerobiologia avanzata
Avventura e simulazione fantastica
Scienza dell’aerosol
Estetica e interpretazione: l’amore in una lingua morta
L’Africa nell’immaginario spagnolo
Teologia e Mistica di Al Ghazali
Analisi e funzioni dei recettori nicotinici
Studio di animazione
Antropologia dell’uomo religioso
Analisi di inferenza statistica e probabilistica nella teoria dell’informazione classica e quantistica
Concetto di bellezza nel Cristianesimo
Studio genetico dell’aggressività nella mosca Drosophila
Essere normali
Bicicletta e ambiente
Dinamica dei biofilm
Corso di creolo capoverdino

Già via tutto. O meglio no, perché disgraziatamente questi sono solo alcuni esempi degli 8600 corsi di Harvard e tutti insieme fanno circa 240 studenti.
Te capì Gelmini?