Lui non si lascia intimidire. Di fronte allo scandalo il ministro non nega la faccenda dei 900.ooo euro ricevuti a comprare una casa vicino al Colosseo, ma nemmeno si mostra pentito: reagisce come un guappo, s’indigna perché la cosa è venuta alla luce. Ecco la cosa intollerabile per lui e anche per il suo capo cosca che lo invita a non dimettersi.

Il problema non è che certi personaggi non abbiano nemmeno una lontana idea di cosa sia la correttezza e l’onestà: il presupposto del loro potere è proprio l’assenza di queste spiacevoli caratteristiche. Il problema è invece che la vicenda non sia considerata come un colpo alla credibilità di un ministro e di conseguenza alla credibilità del governo.

Non c’è una testimonianza migliore del degrado civile del Paese, della sua rassegnazione, della mancanza di prospettive, di atarassia politica di fronte a qualunque cosa. Forse nella segreta, ingannevole e miserabile speranza di vantaggi individuali grazie ai maneggi di quel tipo.

I muri stanno marcendo sotto la scajola.