In un’ intervista di ieri  all’ Independent, il viceministro della difesa di Kiev Volodymyr Havrylov è stato abbastanza vago sulla mitica controffensiva ucraina : ” Lanceremo la nostra controffensiva – quando e dove non importa adesso” e forse rendendosi conto di che questa vaghezza rassomiglia da vicino alla menzogna ha aggiunto:  ! Quando ciò accadrà]a Russia sarà nel panico; vedrete  molto panico. Ancora non capiscono che la loro]propaganda sta dimostrando un’immagine falsa di ciò che sta realmente accadendo sul campo. Questa guerra sarà vinta sul campo, non sugli schermi televisivi, non su Internet”.

Insomma il viceministro ha completamente ribaltato la realtà perché è appunto la comunicazione il campo in cui l’Craina vince  facile essendo vietati in Europa i media russi e essendo ormai il livello di intelligenza dei cittadini a livello zero. E lo stesso Havrylov è la dimostrazione vivente delle sue bugie: il 20 novembre 2022 aveva detto durante un’intervista a Sky News che di prevedere che la guerra con la Russia sarebbe finita,  “la fine della primavera” ovviamente con la vittoria ucraina. E il giorno successivo, sempre su Sky News, affermò che le forze del suo paese avrebbero potuto  riprendersi la Crimea entro Natale e porre fine alla guerra all’inizio del 2023. Insomma sciocchezze a più non posso cui si aggiungono quelle del Pentagono in affanno per gli affari che sostiene seriamente contro il parere quasi universale degli esperti che il Patriot potrebbe aver distrutto un missile ipersonico russo Kinzhal mentre finora non è riuscito ad abbattere nemmeno un aeroplano a molla. Oddio in realtà si dice che forse è possibile che sia accaduto  per non sputtanarsi del tutto, ma l’occasione era troppo ghiotta per tentare la rivalutazione di un  sistema d’arma che ha sempre fatto cilecca.

Tuttavia il vero stato della guerra è messo in luce da un altro episodio accaduto il 5 maggio (giorno in cui è eccezionalmente nevicato a San Pietroburgo)  un  Su-35 russo ha intercettato l’aereo da ricognizione polacco L410 Turbolet che volava nello spazio sul Mar Nero in direzione della Crimea  lo ha costretto a tornare indietro dopo tutta una serie di manovre. Che ci faceva sul Mar Nero u aereo delle truppe di frontiera polacca ? La notizia non è certo segreta visto che l’ha data lo stesso ministero della Difesa della Romania, ma sono sate omesse le parti interessanti: quattro aerei, due rumeni e due spagnoli sono stati allertati, per intercettare il Su 35 ma non sono mai decollati, anche perché questo caccia  è un gran brutto cliente per la Nato: è assai più veloce di qualsiasi velivolo  dell’alleanza e avrebbe potuto facilmente chiedere immediati rinforzi. Il problema è che questi incidenti  anon sono poi così’ rari e quando i piloti si accorgono di essere stati beccati tornano subito indietro. Questa volta invece il velivolo polacco ha cercato di resistere sulla stessa rotta perché con una probabilità che sfiora la certezza ,faceva da scudo radar a un drone americano Reaper o si è comportato come se avesse proprio questa funzione.

Dopo l’abbattimento del Reaper il 14 marzo scorso avvenuto senza sparare un solo colpo, ma semplicemente sbilanciando il drone , gli americani non hanno più osato. mandarne altri e solo dopo due mesi  hanno sfidato la fortuna cercando di nascondere il drone dento la traccia radar dell’aereo polacco. Ma ha un senso prendersi  questo rischio per ficcare il naso sulla Crimea e la striscia di Kherson e così scoprire la direzione dell’eventuale attacco ? Certo, meglio ancora se si fa finta di spiare per accreditare la possibilità di una futura offensiva.