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Santo Natale delle stragi

Da tempo ormai immemorabile per noi pesci rossi che abbelliamo gli arredi  del capitalismo internazionale. il Natale è una specie di black friday con appiglio religioso in cui le persone spendono i soldi che non hanno in spazzatura di cui non hanno bisogno e, peggio ancora, devono spesso frequentare persone che preferirebbero evitare. E’ il Natale anglosassone  così come è stato preparato dai racconti sdolcinati di Charles Dickens, perfetto capitalista compassionevole, fino a Mamma ho perso l’aereo in una cui scena compare persino il futuro presidente Trump. Il tutto travolto  da quello che una volta si chiamava consumismo e oggi sappiamo che è ipnosi e dominato da un demone nordico di nome Babbo Natale. Tuttavia in mezzo a quest’orgia priva ormai persino del senso che aveva nel mondo pagano di passaggio di tempo rimangono ancora vecchie tradizioni del cristianesimo occidentale e sono sicuro che molti oltre all’albero luccicante faranno anche il presepe.

Così sembrerà loro di rappresentare in qualche modo la nascita di Gesù, il viaggio per andarsi a registrare per il censimento di Augusto, la stalla , il bue e l’asino, i pastori e la stella cometa. Tutte invenzioni ovviamente che verranno rispolverate tra un regalo e l’altro, mentre in quella terra arcadicamente rappresentata si sta svolgendo un eccidio di massa di bambini. Ma che vergogna fare il presepe e non scendere in piazza perché i governi occidentali in mano a decerebrati erodi di turno, non cercano  nemmeno una tregua all’eccidio quotidiano  e anzi favoriscano uno sterminio che oggi è arrivato a 40 mila persone: in grade maggioranza donne e bambini. Tutti felici come imbecilli di fronte a un presepe che li rappresenta non come umani, ma sottoforma di pecore. Che nemmeno sono in grado di belare nella fissità della rappresentazione della nascita di quello che i cristiani pensano che sia il figlio di Dio.  Quest’anno tutte le Chiese cristiane di Betlemme non celebreranno il Natale come di consueto, ci saranno funzioni religiose e preghiere ma senza festeggiamenti e luci, mentre da noi impazzano le finzioni religiose o pseudo tali con il cow boy di renne che va sulla sua slitta con tutta la volgarità che sa esprimere il mondo da cui proviene.

Betlemme è il luogo di nascita storico di Gesù e i cristiani credono che il “salvatore del mondo” sia nato nella povertà e in un’umile stalla a Betlemme, in una città che oggi è nel territorio palestinese occupato della Cisgiordania. Invece dell’Impero Romano, e delle sue poche truppe in gran parte formate da Assiri ovvero da siriani, ora abbiamo gli Stati Uniti e la loro guarnigione israeliana armata dagli essi. Con tutta la differenza di civiltà che questo comporta.  In realtà si tratta di un’atroce e opportunistica intensificazione del genocidio per cancellare la Palestina e i palestinesi dalla mappa geografica. Gli israeliani hanno ammesso questo obiettivo: il genocidio al rallentatore dei palestinesi che va avanti da decenni con il consenso americano ed europeo (sotto la maschera di un processo di pace e di fornitura di aiuti umanitari) è ora orribilmente accelerato. Non c’è più finzione adesso. Ed è scioccante quanto sia palese e sfacciato questo obiettivo che viene perseguito senza alcuna obiezione da parte dei governi occidentali. mentre ogni giorno la mattanza viene trasmessa in televisione come se fosse normale o scusabile.

La valorizzazione di Israele da parte dell’amministrazione Biden per la creazione delle cosiddette zone sicure è una copertura cinica e nauseante per l’omicidio di massa. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e i media occidentali sono tutti complici di questa cinica farsa. Il genocidio quotidiano da parte di Israele senza alcuna significativa obiezione pratica da parte delle potenze occidentali e dei loro media asserviti è un abominio. E tuttavia si ha il coraggio di festeggiare il Natale e l’ipocrisia di alcuni di fare persino il presepe, sapendo che se mai fosse vera quell’antica storia il bambinello sarebbe stato bombardato con il fosforo.

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