Uno studio di fase 3 condotto negli Usa fa sperare che possa essere presto approvato dalla Fda: si tratta di una ricerca randomizzata, in doppio cieco in cui gli effetti collaterali sono stati studiati in 472 soggetti cui è stato somministrato nitazoxanide e 463 soggetti cui è stato dato solo il placebo, mentre l’efficacia è stata studiata in 184 soggetti che hanno assunto il farmaco rispetto a 195 con placebo. I soggetti selezionati per lo studio sull’efficacia dovevano essere positivi al Covid e sintomatici da meno di 72 ore. Quasi due terzi di loro dovevano presentare almeno un fattore di rischio per la presenza di una grave patologia. Risultati: Ntz, somministrato per via orale sotto forma di due compresse giornaliere a rilascio prolungato per 5 giorni consecutivi, ha ridotto il tasso di ospedalizzazione del 79% e il tasso di progressione in forma grave dell’85% rispetto al placebo, indipendentemente dal fatto che i pazienti avessero fattori di rischio associati (comorbidità) o meno. Il prodotto ha molteplici meccanismi d’azione, inclusa la capacità di bloccare la sintesi di alcune proteine virali chiave del Sars- CoV -2 e di inibire l’insorgenza della tempesta di citochine che è responsabile delle forme più gravi della malattia.
Ma il fatto principale è che questo farmaco viene tollerato altrettanto bene del placebo cosa che ne apre l’uso a un utilizzo preventivo, vale a dire ai primi sintomi non specifici ( del resto quelli del Covid sono assolutamente identici a quelli dell’influenza e delle sue complicanze) perché anche se non si tratta del Sars Cov 2, ma di qualche altro virus gli effetti collaterali sono talmente lievi, anzi inesistenti per trattamenti di due settimane anche in persone molto in là con gli anni, che si può assumere per sicurezza prima di qualsiasi accertamento. In questo modo si evita di andare troppo avanti nel tempo e di rischiare qualche aggravamento, anche perché il nitazoxanide è efficace anche contro l’influenza e può davvero diventare una pillola magica per scuoterci dalla dittatura sanitaria. Purtroppo proprio queste caratteristiche che potrebbero non solo far venir meno la necessità di vaccinazioni universali anticovid, ma rischia anche di mettere un’ipoteca sui vaccini antinfluenzali che sono uno dei più grandi business di Big Pharma, potrebbero indurre i produttori di vaccini a fare fonte contro questo farmaco guastafeste. Quindi ancora una volta ci sarà da dare battaglia