In ogni caso da quel momento in poi fondazione Bill Gates ha finanziato in tutto il mondo studi clinici sull’effetto del Remdesivir, compresi alcuni in Italia, sebbene il farmaco sia ancora in una fase sperimentale e i risultati siano estremamente altalenanti come pure le quotazioni di borsa della Gilead. Alla fine del mese scorso un rapporto all’Oms, riservato, ma reso pubblico per errore e pubblicato dal Financial Times, portava pessime notizie: la sperimentazione del farmaco in Cina ha dimostrato che il Remdesivir “non ha migliorato le condizioni dei pazienti né ridotto la presenza del patogeno nel flusso sanguigno”. Ma oltre a non migliorare le condizioni dei pazienti, il farmaco prodotto dalla Gilead ha anche “mostrato effetti collaterali significativi in alcuni individui” tanto che sarebbe stato sospeso in ben 18 pazienti su 158, insomma lo si potrebbe considerare più pericoloso del virus stesso. Le azioni della Gilead sono crollate del 4%, ma pochi giorni dopo, ovvero ai primi di maggio, sono arrivate improvvise buone novelle da una sperimentazione condotta a Chicago su 125 pazienti, benché la notizia non sia ancora supportata da un completo studio clinico e da documentazioni specifiche e sia soltanto mediatica: si sa solo che su 125 pazienti con Covid “solo due sono morti”, il che francamente suscita un po’ di apprensione cognitiva, anche perché non si sa quali altre sostanze siano state usate nella cura, nè quali fossero le condizioni dei pazienti. Tuttavia come in un’orchestra bel coordinata subito dopo, con la benedizione sel Santo Padre dei virus, ovvero di Fauci sono piovute in stretto coordinamento gragnuole di considerazioni positive, alcune anche dall’Italia e infine è arrivata la notizia che il Giappone ha approvato la cura con questo farmaco o meglio la cura puramente sperimentale, a scanso di equivoci. Immediatamente la Gilead ha guadagnato miliardi per effetti che se esistono e se saranno provati non sono certo più marcati dell’idrossiclorochina e certamente inferiori a quelli del plasma.
C’è però un problema di fondo: molti dei presunti benefici di questo principio sono stati sperimentati solo in vitro e in topi e in questi ultimi, infettati con epatite è stato notato che il Remdesivir provoca un rapido sviluppo di resistenza al farmaco e inoltre, nei test fatti per il Covid 19 e altri coronavirus, risulta da varie ricerche che le terapie tendenti a colpire e a inattivare il solo virus potrebbero non essere in grado di eliminare le risposte infiammatorie che sono poi quelle realmente pericolose nei soggetti a rischio. Quindi in questo stadio delle cose sembrano contare molto più le operazioni borsa e tutto ciò che ci sta dietro piuttosto che il debole coronavirus e non m i meraviglierei se si puntasse su un farmaco costosissimo e inutile per poi affidarsi al vaccino altrettanto inutile sempre prodotto dalla Gilead, come cauzione per la liberazione dal carcere . Ma d’altronde la società coltivata in vitro, ovvero nella provetta mediatica del pensiero unico è ancora più debole ed è quindi ricattabile con briciole di speranza per i singoli che poi diventano miliardi per i super ricchi.