Intanto il Fatto dice a sorpresa “Basta panico” pur essendo uno degli house organ virali e poi Repubblica ha cominciato a rappresentare un nuovo incipiente trasformismo di Conte, che da questo punto di vista darebbe dei punti a Fregoli: adesso egli viene dipinto attraverso cronache dal buco della serratura, come quello che argina le richieste di oltranzismo pandemico di Speranza e compagnia cantante, l’amico che permette agli italiani di invitare amici a casa e di non sentirsi del tutto prigionieri in una fiaba maligna costruita contro ogni evidenza scientifica su una sindrome influenzale tra l’altro nemmeno tra le più forti. Ma è prima di tutto l’informazione stessa che è chiamata a far passare in secondo piano il suo ruolo di cane da guardia del governo e del potere contro i cittadini, di essersi impegnata in un compito di censura delle verità scomode e di inflessibile lapidatore di chi osa la minima critica alla narrazione della pandemia. Pian piano cominciano a virare e in questo senso va inteso un pezzo sul Corriere di una bounty killer dell’ euro-globalismo domestico come la Gabanelli che davvero lascia sconcertati: solo adesso scopre l’acqua calda, ovvero che i grandi ricchi e le loro multinazionali hanno moltiplicato le loro ricchezze grazie al Covid, solo ora, dopo, anni si accorge che pagano tasse irrisorie rispetto ai loro guadagni, ma che pagano stipendi anche più irrisori ai loro dipendenti, che grazie alle fondazioni e al meccanismi finanziari di cui esse vivono, stanno privatizzando il welfare. Ma attenti che adesso viene il bello: infatti nel pezzo si dice che il miliardo della Gates Foundation dato all’Organizzazione mondiale della sanità, consente di fatto al vaccinista ossessivo Bill Gates di orientarne le decisioni di politica sanitaria globale. Ma non è proprio questo che tanti complottisti facevano notare guadagnandosi non il lauto compenso della Gabanelli, ma la gogna? Certo l’articolo si ferma ad elencare gli addendi non arriva a ipotizzare la somma e a mostrare che 2 più 2 fa quattro, ma intanto mette in fila le cose che tanto sdegno suscitano tra i cultori della pandemia.
In poche parole si cominciano a saggiare strade laterali per uscire dal racconto e riverginarsi in vista di un dopo pandemia agitato dallo scasso economico e nel quale potrebbe anche saltar fuori un briciolo di verità sulla drammatizzazione del virus: l’importante è che se qualcuno dovrà pagare qualcosa siano gli uomini delle task force e gli esperti a pagamento, non i principali responsabili.