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Non è tutto pandoro quello che luccica

Gli italiani almeno hanno le palle. Certo puoi vaccinarli a morte con un siero genico sperimentale e accetteranno di buon grado, li puoi segregare e ti saranno grati per essere stati salvati dal raffreddore, offriranno i loro figli al grande esperimento degli apprendisti stregoni gli puoi persino strappare  casa e lavoro con ridicole fantasie climatiche e in ogni caso non ne discuteranno per paura di esprimere idee diverse dal coro,  ma guai se gli toccate il pandoro. Diventa subito scandalo. E così il Paese è stato attraversato da un’ondata di eccezionale vacuità moralistica per l’errore commesso da Chiara Ferragni, eroina della disperata lotta dei neuroni per sopravvivere nel vuoto pneumatico che coinvolge un’intera generazione , mentre pubblicizzava un pandoro. Gravissimo, altro che violazioni della Costituzione. Poi pentita per questo incidente che comunque si riferisce allo scorso Natale,  è apparsa in una mise penitenziaria color Isabella, chiedendo scusa e offrendo ( a crederci ) un milione di euro a un ospedale di Torino,  a cui era stato promesso un tot a pandoro venduto – secondo la campagna pubblicitaria – mentre era stato solo donato un micragnoso obolo forfettario.

Non è la prima volta che accade perché questo amabile personaggio così attento alla beneficenza  già in passato aveva sponsorizzato uova di Pasqua prendendo in complesso un milione di euro, mentre la  donazione predisposta dal prenditore di turno era di soli 36 mila euro. A quanto pare la faccia non particolarmente interessante di questa becchina dell’intelligenza non è nemmeno servita ad aumentare le vendite, eppure continua a fare montagne di soldi grazie alla stupidità intrinseca di gran parte della popolazione che non capisce come si tratti di un personaggio costruito dai poteri che li stanno impoverendo. Ma questa volta non l’ha passata liscia, sembra che abbia perso migliaia di fan che tuttavia sono niente rispetto ai 26 milioni  di follower ( ma un enormità falsi ) che l’arricchiscono mentre loro si trasformano in zombi davanti agli schermi dei cellulari.  Però si trattava di un argomento così importante – parliamo non so se mi spiego, di pandoro – da scuotere la  più incallita abulia e  da causare  un sussulto di indignazione persino in chi si trova ormai in stato larvale. Non per le stragi che  li circondano, non per l’ aggressione alla libertà di parola, non per la morte cerebrale della democrazia, ma per un dolce industriale consigliato per i disturbi metabolici. Davvero è una soddisfazione vivere qui.

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