Non bisogna essere degli indovini, ma semplicemente chiudere fuori dalla finestra l’assordante rumore di fondo delle cazzate e delle menzogne, per far parlare la realtà stessa: qualche giorno fa avevo scritto su quanto la visita Kim Jong-un in Russia avesse cambiato le cose in estremo oriente, mettendo persino in relazione questo evento che scompiglia tutti gli assetti formatisi dopo la guerra di Corea cn la caduta del governo giapponese. Di fatto l’alleanza che si profila tra Nord Corea, Russia e Cina, rimette in gioco la forza nucleare di Pyongyang che aveva una deterrenza minima finché il Paese rimaneva isolato. Ora che ha alle spalle Russia e Cima le cose sono molto diverse: un attacco preventivo, come piace ai codardi americani non rimarrebbe impunito, ma farebbe scattare la risposta della prima e della terza potenza nucleare del mondo. Dunque per in nemici della Corea del Nord, in primis la Core del Sud e poi il Giappone solerte servitore di Washington, la situazione camnia radicalmente
Quindi non c’è troppo da meravigliarsi se il primo ministro giapponese Fumio Kishida ora è “disposto a incontrare il nordcoreano Kim Jong Un senza precondizioni”, come ha detto venerdì un alto funzionario governativo di Tokio . Il primo ministro aveva precedentemente affermato di essere pronto a tenere colloqui con Kim, ma adesso, dopo che il leader nordcoreano si è recato in Russia per incontrare il presidente Vladimir Putin, l’invito è stato reiterato e reso aperto con la mancanza di paletti. Insomma Tokio sta comprendendo ciò che Shinzo Abe, l’ex primo ministro assassinato,- non ci vuole troppa fantasia per capire da chi – cercava di fare, ovvero di ritagliare al Giappone uno spazio di manovra indipendente, avendo compreso che fare il cocker di Washington potrebbe diventare sempre più insufficiente e pericoloso, vista la tendenza americana a sfruttare i Paesi alleati come cuscinetto in grado di assorbire la risposta russo e/o cinese in caso di guerra nucleare. Una consapevolezza ancora lontanissima dalla sempre più stupida Europa. Inoltre la sola ipotesi che la Corea del Nord possa un domani disporre dei 3M22 Zircon di cui la Russia ha già annunciato l’inizio della produzione in serie, è un bell’incubo e di certo non solo per il Sol Levante visto che con una gittata di 6500 chilometri questa nuova versione del missile ipersonico può raggiungere tranquillamente tutta la costa occidentale degli Usa e arrivare all’occorrenza anche in Tasmania. Questo beninteso se fosse lanciato dal territorio della Nord Corea perché se invece fosse su una nave, su un sommergibile come suggerisce la foto di apertura o su un aereo potrebbe colpire dovunque.
Tutto questo presenta un singolare risvolto storico perché era proprio nella Corea del Nord, occupata dalle truppe di Tokio che sorgeva il laboratorio giapponese nel quale si stava mettendo a punto un’arma atomica. A dare retta alle documentazioni che possediamo su ciò che accadde dopo Hiroshima si può ritenere che i nipponici fossero in ritardo di appena sei mesi sugli americani, o meglio sugli scienziati europei che partecipavano al progetto Manhattan guidato, ma solo organizzativamente, da Robert Oppenheimer che un recente film americano tenta di spacciare come il padre della bomba atomica, quando invece lo stesso fisico affermò di non essere a suo agio nel tentare di comprendere le basi teoriche del progetto che stava coordinando. In ogni caso egli aveva studiato e lavorato a Cambridge, Gottinga, Leida e Zurigo.. Di autenticamente americano c’è solo la successiva campagna maccartista contro di lui.
Eh …
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