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La Corea del Nord raddoppia

Non saprei dire se c’è qualche collegamento diretto tra la visita del leader nordcoreano in Russia e la caduta del governo Kishida in Giappone, probabilmente no, ma in termini più ampi la correlazione esiste: perché il viaggio intrapreso da Kim Jong-un a Mosca nonché l’arrivo a Pyongyang di vari dignitari cinesi e russi nei mesi scorsi  cambiano completamente le carte in tavola in estremo oriente. Precedentemente i due enormi confinanti avevano in qualche modo tenuto a distanza la Corea del Nord ed erano persino arrivati ad aderire alle sanzioni degli Usa o a parte di esse, mentre ora si profila un’integrazione militare che di fatto moltiplica il peso del piccolo Paese asiatico. Se fino a ieri le possibilità nucleari coreane da utilizzare contro Giappone e Corea del Sud erano  passibili di una distruttiva risposta americana, ora le cose sono totalmente diverse. Una risposta americana o molto più probabilmente un first strike Usa non possono più essere attuate senza incorrere in una risposta di Russia e Cina.

Non si capisce a che titolo Washington abbia  fatto sentore la propria voce di dissenso e di minaccia, come se gli Usa fossero gli unici a poter approvare e disapprovare ciò che fanno gli altri, dando ordine ai suoi lemuri  di dire che la visita di Kim Jong-un, sarebbe funzionale all’invio in Russia di proiettili e missili anticarro in cambio di tecnologia satellitare. Si continua con tesi che la Russia non potrebbe far fronte alla guerra visto che ha il pil dell’Olanda, ma che ci si può fare,  i danni da lobotomizzazione neoliberista, sono così profondi da non poter essere riparati con nessun trattamento. Tuttavia queste cazzate che se anche fossero vere sarebbero comunque marginali, roba da sottosegretari, vengono dette per distrarre dal  capovolgimento di prospettiva che tutto questo sta portando nell’area . Prima infatti Giappone e Corea del Sud, sapevano che il peso dell’ apparato nucleare  nord coreano  era in realtà più teorica che reale dal momento che i tutori americani di questi due Paesi asiatici avrebbero potuto replicare con l’azzeramento di Pyongyang che era isolata da tutti. Adesso questo non è più possibile e dunque la deterrenza della Corea del Nord  raddoppia o comunque diventa più realistica per i suoi vicini che potrebbero amaramente fare le spese del riarmo che Washington sta imponendo loro e  per le sanzioni poste anni fa dagli Usa per la politica nucleare di Pyongyang. Con quale diritto l’unico Paese che ha usato in guerra le armi nucleari possa decidere chi può o non può avere tali armi, mostra chiaramente le deformazioni che ora stanno spaccando il mondo e che appaiono ormai insopportabili. E’ probabile che questa nuova situazione possa dare inizio a nuove logiche in estremo oriente.

Ovviamente anche tale svolta è stata determinata dalla guerra ucraina che ha rotto il ghiaccio rispetto alla precedente stagnazione dentro l’unipolarismo Usa: Washington sperava in un effetto domino, che man mano allontanasse dalla Russia e dalla Cina tutti gli altri e  invece si trova a dove constatare che l’effetto esiste, ma sta allontanando il mondo dall’America.

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