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Alla Nato non far sapere quant’è buono il golpe con le pere

Si può avvertire  quasi in maniera sonora la delusione e la frustrazione che emanano dall’establishment di Washington.  Venerdì sera ci si poteva immaginare lo schiocco di tappi di champagne mentre i funzionari dei media e dell’intelligence si stringevano attorno agli schermi dei computer in attesa delle immagini di un Putin sconvolto che scappava nudo dal Cremlino. Biden e il suo team ricordavano  Willy il Coyote che soffre mentre guarda il suo stravaganti piano per catturare Putin e che poi invece finisce spiaccicato da qualche parte. Adesso hanno capito che in realtà non c’è stato alcun colpo di Stato, che il capo della Wagner ha avuto un accesso di follia, oppure si è trattato di qualcosa che risponde a logiche interne del potere russo. Cosa sia davvero accaduto non lo so, anche se potrei fare alcune ipotesi, ma di certo tutto questo non ha affatto indebolito il sistema militare russo:  le speranze per gli ucraini e i loro scellerati consigliori rimangono  a zero, tanto che persino un settimanale tedesco dice che quella ucraina non è stata controffensiva, ma solo un sanguinoso test.

Ad ogni modo voglio svolgere qui alcune  considerazioni che forse possono aiutare a scartare ipotesi inconsistenti:

A questo punto mi vengono in mente alcune ipotesi che risolvono in qualche modo le contraddizioni insite nella narrazione. In primis che il personaggio divenuto amministratore della Wagner possa essere stato avvicinato da qualcuno dell’intelligence occidentale e che questi avesse cominciato a sondarlo sulla collaborazione con la Nato. Prigozhin ha informato i suoi capi del controspionaggio russo, certamente presenti nella Wagner sia in forma ufficiale che occulta i quali   hanno deciso di costruire un’operazione che avrebbe presentato il capo della  formazione militare  come un patriota scontento, ribollente di rabbia per l’incompetenza dei leader militari del suo Paese e lasciando che egli  lanciasse feroci attacchi verbali a Shoigu e Gerasimov.  Si può argomentare che i gestori occidentali , convinti che il personaggio fosse dalla loro parte, hanno lanciato l’operazione golpe non tanto convinti che sarebbe riuscito, ma per creare incertezze sulla Russia, indebolire Putin  e soprattutto oscurare  la catastrofe militare quale  si è rivelata la controffensiva di Kiev , tutta pensata, preparata e comandata  dagli alti comandi Nato che così hanno dimostrato la loro incompetenza militare oltre che la mediocrità delle loro armi migliori.

I tempi in cui tutto è avvenuto fa pensare che l’intera narrazione del colpo di stato possa essere stata generata per consentire il movimento delle forze militari russe nelle aree a nord e ad ovest di Voronezh senza far scattare l’allarme tra i pianificatori della Nato: la Russia stava muovendo le forze per fermare i golpisti invece di concentrare truppe per un prossimo attacco. Inoltre la vicenda può essere stata molto utile identificare le persone in posizioni di potere  in Russia che, fino ad ora, tifavano silenziosamente per l’occidente. Ripeto  si tratta di ipotesi, di tracce da poter seguire,

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