Dopo cinque mesi di duri scontri la più grande battaglia del 21° secolo si è conclusa: i russi hanno liberato la città fortificata dai due nomi che in realtà derivano da vicende storiche e amministrative durante l’epoca sovietica e la russofobia nazista esplosa dopo Maidan. Le truppe del raggruppamento Wagner hanno annunciato di aver  liberato gli ultimi edifici della città mentre le retroguardie di Kiev  si apprestano a sgomberare gli estremi sobborghi, ma si tratta di piccoli reparti isolati che vengono via via rastrellati e   probabilmente ancora lì solo per evitare che la notizia ufficiale della conquista e del cambiamento ufficiale del nome della città in  Artyomovsk avvenuto ufficialmente oggi ( anche se poi sarò un referendum a decidere definitivamente del nome) raggiunga il G7 e la riunione Bildenberg prima della fine dei lavori: nessuno dovrà confessare le sue colpe in queste assemblee di colpevoli.

Perché la leadership ucraina o più verosimilmente quella Nato abbia deciso di mantenere la città anche mesi dopo che la situazione era nettamente a suo sfavore vista la grande superiorità numerica dell’artiglieria russa  va probabilmente trovata non tanto in questioni militari quanto di immagine: si tratta infatti non solo della più grande battaglia, ma anche del più grande e inutile massacro del secolo visto che le truppe ucraine hanno perso dai 300 ai 500 uomini ogni giorno. Una cifra neanche lontanamente paragonabile alle perdite russe, ma che è stato sopportato per far resistere quella che Zelensky aveva dichiarato una fortezza inespugnabile e per dare l’impressione di poter resistere per sempre e dunque di perdere terreno sukl campo, ma di acquistare tempo per i decisori occidentali.

Dieci giorni fa unità ucraine, compresa la brigata nazista Azov  hanno contrattaccato  i fianchi russi a nord e a sud di Bakhmut per consentire alle truppe ucraine in città di fuggire a ovest. Quell’attacco  profondo solo uno o 2 chilometri, è costato loro oltre 1.800 uomini e oltre 50 veicoli corazzati: se conosco i miei polli e i codardi della Nato direi che questa strage finale sia stata organizzata per portar via le truppe e comandi dell’alleanza ormai senza più scampo. Ma tutta l’informazione occidentale è ora in trincea per ammorbidire la notizia e non farla sembrare ciò che è: una sconfitta militare dell’occidente e del suo eccezionale lupo mannaro. Non bisogna che i cittadini europei e americani abbiano la senza zione di cacciarsi in un avventura estremamente pericolosa, alla fine della quale è assai più probabile una sconfitta che una vittoria. Capisco che dopo decennali lavaggi del cervello questa sia un’eventualità che non può essere nemmeno presa in considerazione.

E infatti Biden o meglio i suoi burattinai hanno atteso la caduta per dare via libera alla cessione di F16 all’Ucraina: si tratta di caccia in diverse versioni  che oltretutto si adattano poco alle condizioni ucraine: un po’ di polvere nei compressori e addio motore.