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Via col vento

Quando mille anni fa facevo le elementari i problemi di aritmetica avevano un che di bizzarramente  concreto, bisognava calcolare in quanto tempo la vasca si riempiva e si svuotava dato il flusso in entrata dal rubinetto e di uscita dallo scarico, oppure quanto tempo occorreva per percorrere una certa distanza a una media oraria dal calcolare . Cose così,insomma ora sostituite da un’ossessione per il valore posizionale dei numeri probabilmente derivato da linguaggio binario dei computer ed è questo mancato aggancio alla concretezza che probabilmente permette al potere di confondere facilmente le acque e fare apparire miraggi laddove basterebbero quattro conti per accertarsi che esiste solo il vuoto. Ormai bisogna rivolgersi a insigni  scienziati  per fare compitini che a quanto pare i media non  riescono e non voglio fare ed è toccato per esempio a un fisico dell’Università di Oxford, ricercatore al CERN e membro del Keble College, Wade Allison, fare un po’ di chiarezza sui piani pazzeschi dei parchi eolici che la Gran Bretagna sta progettando con spese assolutamente impensabili, ma mentendo alla popolazione dicendo che si risparmia.

Il professor Allison in un articolo spiega cosa c’è di abbastanza assurdo in tutto  questo: una turbina eolica del modelli  più grandi ( più piccole sono le pale più la potenza cala in proporzione geometrica ) produce circa 13 mila kilowatt, ovvero 0,6 kilowatt per metro quadro spazzato dalle eliche, quando mediamente una centrale di potenza ne produce di solito un milione e se si vogliono andare a cercare i record , la più grande centrale elettrica del mondo è quella delle tre gole Cina che ha una produzione di 22, 5 milioni di kilowatt. Lascio a voi il semplice calcolo di quante pale eoliche di quelle immense con eliche da 85  metri ci  vorrebbero per sostituire questa fonte di energia che peraltro è perfettamente pulita. Ma attenzione questa potenza è quella massima  cioè  espressa quando il vento ha una velocità ottimale per la maggior parte delle pale, ovvero intorno ai 35 chilometri l’ora; se il vento diminuisse della metà la produzione reale sarebbe 8 volte inferiore, mentre se la velocità salisse di parecchio la pala si fermerebbe per autoprotezione. La conseguenza è quella illustrata nella tabella sotto: in Europa ( Gran Bretagna compresa) la potenza eolica nominale installata è segnata dalla riga marrone tratteggiata,( 236 gigawatt)  mentre quella realmente prodotta nel 2021 è rappresentata  in blu ed è un terzo scarso  di quella attesa, in alcuni mesi  persino un quinto un sesto,  Ma il 2021 è andato meglio del 2022 dove si avuto in marzo un calo straordinario  del vento una vera e propria panne  nel corso della quale si sono persi nel complesso circa 8,8 gigawatt di energia

Dunque il numero della pale da mettere in terra e in mare deve essere almeno triplo o quadruplo rispetto a quello teoricamente ritenuto necessario per generare una certa potenza e  bisognerà moltiplicare il numero già enorme di uccelli uccisi dalle pale o di balene che vengono a morire tra le pale poste al largo delle coste , ma occorrerà devastare l’intero pianeta per costruire abbastanza batterie da compensare i periodi in cui i mulini a vento producono poco o niente. Tanto per fare un esempio nel marzo dell’anno scorso quando si sono persi  8,8 gigawatt per mancanza di vento questa potenza era mille volte superiore alla capacità delle enormi batterie di compensazione presenti. Insomma ci troviamo di fronte a un costo economico stratosferico e a un degrado ambientale straordinario in cambio di una fonte di energia del tutti inaffidabile, Una persona minimamente intelligente e dotata di cognizioni di base si domanderebbe anche ciò che nessuno pare in grado di domandarsi: siamo certi che questa massiccia intercettazione di correnti aeree non porti ad alterazione climatiche assai più preoccupanti di quella che viene attribuita alla Co2 pur senza prove? Probabilmente andremmo a pasticciare ancora di più con l’ambiente ( batterie a parte): se intercettiamo praticamente buna parte dell’energia che il sole riversa sulla Terra  sia sotto forma di correnti aeree, sia sotto forma di radiazione diretta ( con i pannelli  solari) le conseguenze potrebbero essere  drammatiche,. altro che Co2 . Bisogna infatti pensare che buona parte dell’energia intercettata per produrre corrente elettrica viene viene dispersa visto che il rendimento dei pannelli solari di ultima generazione è intorno al 15 per cento e le turbine delle torri eoliche sono sul 60 quando va di lusso. Ma di questo mi occuperò in un altro post, collegandola alla visioni maltusiane degli stessi poteri che stanno imponendo queste assurdità green perché è possibile che l’energia solare  intercettata dalla terra, tolta quella necessaria alla vita della biomassa non sia sufficiente ad alimentare la società umana  con un alto numero di individui

Spero non sia così e che questo greenismo illusorio e impossibile non sia un modo indiretto per forzare la diminuzione delle popolazione. Certo il captale necessario all’operazione Net zero potrebbe superare di molte volte ( anche 15 secondo alcuni calcoli) l’intero Pil annuale dei Paesi che vorranno intraprendere questa strada ricordando sempre la scala di grandezza necessaria: per ricavare la quamtità di energia elettrica consumata negli  Stati Uniti bisognerebbe ricoprire di pannelli solari una superficie grande come quella del Kazakistan che la cronaca è grande 4 volte il Texas o se si vuole quasi la metà degli Usa, una volta estrapolata l’Alaska.,  il professore associato di metallurgia Simon Michaux ha avvertito il governo finlandese che gli aveva chiesto un parere che non c’erano abbastanza minerali nel mondo per fornire tutte le batterie necessarie per Net Zero. Michaux ha poi osservato: “È difficile evitare la conclusione che le persone che pianificano la transizione Net Zero non hanno idea di cosa stanno facendo”.

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