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Si aggrava la situazione Ucraina, ma la Nato non sa che fare

Le narrazioni a senso unico possono anche sedurre facilmente le persone, ma  hanno questo di brutto che quando si è scoperta la struttura del racconto e i suoi moduli, tutto appare così automatico e banale che davvero si rimane senza fiato a chiedersi perché non si riconoscano automatismi talmente  ripetitivi e automatici. Così ieri al comparire di una notizia  nelle “brevi” scorrevoli su non so più quale canale secondo cui i caduti russi ” potrebbero essere” 188 mila non mi sono chiesto la ragione di una cifra così assurda  frutto delle elucubrazioni dei servizi Usa e britannici che come sappiamo sono meno  affidabili delle mosche prima del temporale, Ho subito capito che questa inconsistente notizia era destinata ad attenuare l’impatto di qualche altro evento e non ci è voluto molto per accertare che la notizia di fantasia delle catastrofiche perdite russe  è arrivata in contemporanea con quella dell’accerchiamento di Artemovsk, dove sono concentrati un gran numero di soldati ucraini superstiti dalla difesa di questa area che ha assorbito praticamente la quasi totalità delle forze di Kiev.. Dunque un’altra grave sconfitta dopo Soledar; ma ” l’accerchiamento operativo” – espressione ridicola usata da Kiev – verrà data nei prossimi giorni, quando la gente si sarà convinta che i Russi hanno subito una vera e propria strage.

Però non basta: si hanno notizie di un rafforzamento russo più a sud e dell’avanzata di una decina di chilometri in due giorni della 58 armata russa, mentre le truppe più addestrate di Kiev sono ora ad est nella zona di Artemovsk, dunque è probabile che ci saranno altre cattive notizie che bisognerà coprire con tutta l’inventiva di cui è capace l’informazione occidentale. Tuttavia per comprendere bene le cose e per evitare di cadere nei tranelli informativi  va detto che ci troviamo ora nella terza fase della guerra: nella prima parte sono state distrutte le armi ex sovietiche possedute dall’esercito ucraino, nella seconda è stato distrutto l’arsenale, sempre ex sovietico fornito dai Paesi appartenenti al vecchio patto di Varsavia e forniti a Kiev. Oggi siano alla distruzione dell’armamento Nato che nel frattempo è stato studiato e in gran parte neutralizzato grazie all’entrata in servizio di nuove armi e soprattutto di  Penicillina, un sistema  totalmente passivo quindi non individuabile che serve per puntare l’artiglieria o far intervenire l’aviazione dove si trovano  gli obici e o i lanciatori della Nato prima che essi abbiano il tempo di allontanarsi. Questo assieme ai trecentomila uomini e ai nuovi mezzi di ogni tipo che stanno arrivando, rende abbastanza inutile l’invio di armi a Kiev: per ottenere un qualche effetto bisognerebbe quintuplicare la scala degli invii, mentre le grandi difficoltà economiche in cui versa  l’Europa grazie alle sue stesse sanzioni antirusse cominciano a pesare e a rendere meno disponibili i governi a svuotare  del tutto i propri arsenali. In questo modo la Russia sta ottenendo uno dei suoi obiettivi, ovvero il progressivo disarmo dell’Ucraina e in fondo degli stessi paesi che fanno parte dell’alleanza. Negli stessi Usa sta crescendo lo scetticismo e lo sconforto verso questa strategia che alla fine potrà portare solo a tre esiti o una fuga della Nato stile Kabul qualora l’intervento diretto dell’Alleanza atlantica si configuri come opera solo di alcuni Nato ( polacchi, baltici e rumeni) ;  oppure il conflitto nucleare qualora gli Usa impazzissero del tutto visto che la Russia ha un arsenale maggiore, difese aree più efficienti e armi d’attacco ipersoniche;  o infine a un accordo diretto tra Russia e Usa per trovare un modus vivendi e una spartizione territoriale..

Nessuna di queste ipotesi prevede una partecipazione ucraina ( e alcuni a Kiev stanno cominciando a comprendere che al tragicomico Zelensky dell’Ucraina non gliene frega nulla, perché i suoi padroni sono gli anglo nazistii)  e nemmeno una parte sia pure secondaria per l’Europa occidentale che può solo aspirare ad essere la vittima principale della guerra. Ma anche la terza ipotesi va esplorata bene perché alla Russia  interessa innanzitutto riprendersi  i territori russofoni e togliere lo sbocco al mare a Kiev, per il resto non ha intenzione di annettersi  molta parte di un Paese ormai inesistente , privo di un’economia e da ricostruire completamente. Dunque i russi sono più interessati alla metodica distruzione delle armi occidentali e dell’ esercito ucraino superstite che a grandi guadagni territoriali e questo di certo influenzerà non solo le strategie di attacco delle truppe russe, ma anche – visto che a Mosca non sono pazzi- la ricerca  di una qualche soluzione che permetta a Washington di salvare la faccia prima di doverla offrire all’olocausto nucleare. Non arrivare a Kiev anche potendolo fare facilmente, potrebbe essere una buona scusa per l’establishment Usa di uscirne fuori e allo stesso tempo di costruire una narrazione vincente. Il vero problema è che nessuno in occidente ha un vero piano B, nessuno sa cosa fare e  probabilmente ci troviamo di fronte a una guerra intestina tra le varie anime della “cupola” di potere.

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