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La vera guerra comincia a Soledar

Purtroppo i fatti mi costringono ad essere un po’ noioso e a tornare sulla grave sconfitta subita dalle truppe ucraine e Nato a Soledar, praticamente la piazzaforte più guarnita dopo Mariupol. Nonostante da un punto di vista strategico non si tratti di un evento decisivo, anche se gli ucraini sono stati spinti dagli “amici americani” a morire a migliaia pur di tenere questa piazzaforte, lo scacco subito lì e in molte atre parti del fronte dimostra che con l’arrivo delle nuove truppe russe e con l’aggiustamento delle tattiche di artiglierie, la partita in ucraina è ormai persa., con buona pace dei vergognosi  giornaloni che adesso accusano i russi delle distruzioni causate dagli ucraini quando hanno scelto di farsi scudo della popolazione civile. Così l’ elite di comando  che ha pensato e attuato questa guerra comincia a dare segnali di grande allarme e a lanciare sempre più segnali per un entrata in guerra diretta della Nato visto che la sola fornitura di armi e anche la presenza di molte migliaia di mercenari comincia a rivelarsi insufficiente. Innanzitutto in contemporanea con la caduta della piazzaforte ucraina è saltata fuori ad orologeria la faccenda dei documenti segreti ritrovati in ex ufficio del presidente. di Biden, fatto risalente a due mesi, ma tenuto finora nascosto: molti interpretano, almeno in Usa come un invito esplicito al presidente  perché si astenga dal pensare ad accordi di pave e intervenga invece direttamente. Sebbene la cosa possa sembrare a prima vista un po’ forzata in realtà questa è una voce che si alza da varie parti e non è certo un caso se persino l’ex  Segretario di Stato Condoleezza Rice  e l’ ex Segretario alla Difesa Robert Gates  dicono che è ormai urgente pensare  “alle azioni che devono essere intraprese, prima che sia troppo tardi.” Ovvero prima che la Russia mandi all’aria il teatrino ucraino e metta fuori gioco i burattinai.

Diventa ogni giorno più chiaro che  è praticamente impossibile per le decimate forze armate ucraine cacciare la Russia dalle regioni orientali e meridionali del paese e nemmeno mantenere il proprio territorio. Il Donbass è già  parte della Federazione Russa per volontà delle persone che lì vivono e che hanno subito otto anni di bombardamenti e terrorismo ucronazisti. Certo Gates e Rice non hanno nulla da dire su quel crimine di guerra  visto che per  loro, le vite dei russi etnici sono irrilevanti: le “regole” richiedono che vengano terrorizzate, giustiziate, torturate e stuprate. Dunque niente negoziati, niente pace,, ma invio continuo di armi che tuttavia considerati  gli enormi vuoti creatisi nell’esercito ucraino e la difficoltà di addestramento alla fine non potranno che essere utilizzati direttamente dalle truppe Nato.

Si dice spesso che per la Russia questa battaglia è esistenziale, mentre per la Nato e il suo padrone è solo questione di mantenere il comando ed è verissimo. Tuttavia è anche vero che questa guerra mette in gioco tutto il sistema neoliberista e la sua carica di ingiustizia e diseguaglianza spacciate come bene supremo: le difficoltà militari, il fatto che si sia dovuto abbandonare l’Afghanistan per concentrarsi  sull’Ucraina, la palese inferiorità di alcuni sistema d’arma, mettono in mostra la debolezza intrinseca del sistema una volta che venga messo davvero alla prova e non c’è la possibilità di fare passeggiate militari. Il confronto avviene infatti tra un Paese che spende oltre 800 miliardi di dollari l’anno, a cui devono aggiungersi gli ingenti fondi  che vanno alla ricerca e ai servizi segreti  utilizzati per ricompensare  i politici corrotti o le quinte colonne, e un  altro come la Russia il cui bilancio militare  è di appena 65 miliardi.  La risposta è evidente: il complesso militare-industriale nordamericano, così come quello di gram parte dei Paesi Nato è privato, quindi, mira a perseguire il profitto, l’arricchimento di un’élite e la concentrazione della ricchezza, essendo lo stato uno strumento di questa accumulazione. La Russia ha un complesso militare-industriale essenzialmente pubblico anzi totalmente pubblico nei settori più avanzati  e non è destinato a fare altro che assolvere al suo ruolo di  garantire un’efficace difesa della sovranità del Paese. Questa differenza è fondamentale, perché mentre gli Usa fabbricano armi da vendere, producendo “giocattoli” di lusso, molto sofisticati, complessi, inclini ai guasti, molto costosi, sia nell’acquisto, che nella manutenzione che nell’addestramento di personale la  Russia come d’altronde anche la  Cina  cerca di produrre, nel modo più economico possibile, prodotti efficaci, efficienti e durevoli. Il fatto di essere per lo più aziende pubbliche consente loro di comprare materiali a prezzo di costo e vendere al minimo possibile. E anche quando si tratta di aziende private, il prezzo che chiedono è condizionato da un mercato dominato dal settore pubblico delle imprese, le cui dinamiche di accumulazione sono controllate dallo Stato, in difesa di quello che intende essere l’interesse nazionale. Questo, gli Stati Uniti, lo chiamano “mancanza di libertà economica” tacendo dell’enorme  speculazione. corruzione e inefficienza che regna da loro

Ecco perché nell’anno di guerra ormai trascorso gli Usa e l’occidente pensavano di mese in mese che la Russia stesse esaurendo le armi: potevano pensare che un sistema essenzialmente pubblico surclassasse  quello privato? E soprattutto si doveva evitare che fossero i cittadini a domandarselo . Dopo un anno proprio questo è l’essenza della guerra disperata dell’occidente che nel tentativo di prevalere si sta mangiando la parte più debole e ormai da troppo tempo senza voce ovvero l’Europa e la sua economia. La totale sottomissione dei paesi dell’UE ai dettami della Nato, un’organizzazione creata per governarli, l’applicazione cieca di tutte le sanzioni e linee guida economiche e finanziarie, la mancanza di meccanismi di protezione per i rispettivi mercati interni, l’assenza di sovranità sta portando al suicidio programmato. e probabilmente alla stessa distruzione, materiale d’altronde assolutamente meritata.

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