D’accordo, tutti sapevano che la signora von der Leyen era stupida e corrotta, magari anche più di Eva Kaili vicepresidente del parlamento di Strasburgo finita ieri in manette,  che era anche stato il peggiore ministro della difesa della storia unitaria tedesca e anzi proprio per evitare che avesse una qualche ruolo nella politica del paese l’hanno imposta in Europa che a quanto pare può sopportare di tutto e anzi sembra giovarsi della cattiva coscienza  Quindi non c’è da stupirsi se questo personaggio da barzelletta che sta allestendo un dramma con i sui sguardi vacui e i suoi sorrisi da the e pasticcini, abbia annunciato un tetto al prezzo del petrolio russo che arriva via mare, entrato in vigore qualche giorno fa fa. Naturalmente la Russia si rifiuta  di vendere petrolio a qualsiasi prezzo ai Paesi che aderiscono a questa singolare storia del prezzo massimo, come è naturale che sia visto che non può essere nell’interesse strategico del Cremlino sostenere i governi anti-russi con petrolio russo a buon mercato. Anzi il governo di Mosca ha acquistato o noleggiato a lungo termine un centinaio di petroliere per poter servire clienti alternativi i quali godranno di prezzi bassi, mentre in Europa finiranno per salire, sia per ragioni generali, sia perché per anni non sarà davvero possibile rinunciare al petrolio russo per le sue caratteristiche chimico – fisiche sulle quali sono tarate raffinerie e impianti chimici europei. Quindi bisognerà comprare il “crudo” russo da terzi che ovviamente vorranno la loro percentuale, la loro libbra di carne per stare al gioco e sostenere la menzogna delle elite europee.

Inoltre a dirla proprio tutta  il tetto massimo del prezzo del petrolio anche se potesse essere davvero applicato non porterebbe grandi danni alla Russia: la più importante varietà di oro nero degli Urali, è stata scambiata prima del tetto, a circa 50 dollari. Dunque a medio termine, la Russia può persino beneficiare del tetto massimo del prezzo del petrolio: un aumento del prezzo del petrolio metterà il paese più ricco di risorse al mondo in una posizione economicamente più vantaggiosa.

Ma non  è di questo tetto che voglio parlare, o meglio dei suoi effetti che ancora una volta sono letali per le economie europee, quanto piuttosto del  clima di menzogna e di vuoto assoluto nel quale viviamo ormai da troppo tempo in occidente: per un insieme di Paesi costruiti sull’adorazione del capitalismo e del libero mercato, l’idea di provare a introdurre un limite mondiale al prezzo della singola merce più importante, dovrebbe essere come l’acqua santa per il diavolo. Eppure ora con la storia del prezzo massimo ci si sta dicendo che la distruzione dei diritti del lavoro, di quelli della cittadinanza, e la privatizzazione forzata, l’aborrimento per ogni presenza del pubblico in economia sono stati uno scherzo, che le logiche e le regole del mercato mercato valgono solo se vincono gli stessi di sempre, ma perdono di valore  se per caso a prevalere sono altri. E allora che fine fa il sistema neoliberista che pretende di essere l’unica verità possibile? Chiediamoci se questo sia il comportamento di gente che pensa davvero di essere sul punto di vincere una guerra o se non sia invece il risultato di una tale disperazione da dover rinunciare anche al sancta sanctorum della propria ideologia, a quella famosa legge dell’offerta e della domanda cui è stata sacrificato ogni rimasuglio di giustizia sociale.  Il fatto che l’Arabia Saudita e altri produttori di petrolio accolgano il leader cinese e comincino a costruire il petroyuan al posto del petrodollaro, non potrebbe essere più eloquente sulla progressiva perdita di rendita di posizione degli Usa che già adesso devono sacrificare l’Europa per tentare di finanziare l’ultima speranza di rimanere al posto di comando.

Questo tipo di comportamento che ignora ogni verità al di fuori della propria erratica narrazione ricorda un po’ ” la grande vittoria ucraina” proclamata quando i russi si ritirarono dai dintorni di Kiev: in realtà la mossa era stata studiata per evitare che tutto l’esercito ucraino di riversasse in Donbass e impedire un attacco in forze. Una volta raggiunto lo scopo non c’era ragione di mantenere migliaia di mezzi in quella posizione. Però una cosa è creare delle favole, un’altra è vincere davvero. Se l’occidente arriva a svendere persino i suoi più radicati ideologismi nella speranza di prevalere sta toccando – è il caso di dirlo –  il fondo del barile.