Penso che Fellini si sarebbe trovato a suo agio in questa Italia onirica dove persino le elezioni sono diventate una farsa visto che si cerca di impedire in tutti i modi che salti fuori dal cilindro della società qualche opposizione. Ma a questo si era in qualche modo preparati vista la natura del sistema che conserva la democrazia come fosse un colorante artificiale per un intruglio assolutamente mefitico: ciò che sconcerta è il riapparire di personaggi che non hanno mai avuto né il coraggio, né le idee per opporsi a nulla e che anzi hanno attivamente collaborato a portarci nella merda più assoluta: Bersani, Salvini, Conte, Letta, Di Maio, Meloni, persino Berlusconi per dare un tocco di mesmerismo al tutto, personaggi che sembrano usciti da un armarcord in forma di incubo che si stanno dando da fare per incarnare ancora una volta la commedia destra – sinistra tanto per vedere se arriva un po’ di pubblico a guardarsi il finto duello. Mi chiedo chi può ancora dare retta a costoro e sperare che cambino le cose o anche solo illudersi che potranno allontanare dal Paese il calice più amaro. E dietro queste figure di riferimento del nulla c’è tutta una massa di nullità divenute inservibili con il neo autoritarismo instauratosi attraverso mezzi sanitari, che sperano di riacquisire l’ambito titolo di utile idiota.

D’altro canto il sistema che con Draghi ha fatto un salto di qualità nella mettere al palo la democrazia ,ha colto nel segno quando ha creato le condizioni per andare alle urne il prima possibile: intanto è riuscito a fra sì che il Paese arrivi al voto prima che si manifestino appieno le conseguenze drammatiche della guerra per procura alla Russia che poi è nient’altro che la conseguenza della svendita di qualsiasi sovranità, ma è riuscito anche a  scompaginare completamente il campo della nascente opposizione, facendole perdere l’equilibrio e spostando l’asse della sua azione dalla creazione di una visione politica realmente antagonista alle basse logiche del mercato elettorale, all’opportunismo più deludente, provocando invece di una convergenza, una incredibile suddivisione in liste  che difficilmente potranno  superare lo sbarramento del 3 per cento, mentre insieme avrebbero potuto costituire una forza di rispettabili dimensioni. Si assiste così a uno sconcertante  balletto di accordi che si disfano nel giro di poche ore, di simboli lanciati e ritirati,  di alleanze annunciate e poi negate. Forse avendo a disposizione altri sei mesi questo processo di frazionamento sarebbe stato più contenuto, ma ho l’impressione che i tempi non fossero maturi e molti in realtà non sono in grado di elaborare idee che vadano oltre il neoliberismo e si dibattono nella gabbia vedendo e subendo le conseguenze di un sistema autocratico, senza tuttavia riuscire davvero a sfuggire alla forza di attrazione di memi troppo a lungo introiettati.

Probabilmente i tempi sono maturi per una ribellione, ma non per una rivoluzione e per un cambiamento di paradigma politico e questo è stato messo in luce dalle parole con cui Diego Fusaro ha dato l’addio ad Ancora Italia. Non sono mai stati un estimatore di questo cosiddetto filosofo, ma egli ha delineato molto bene le contraddizioni e le aporie dentro un discorso politico che si aggrappa a Trump e Viganò come se essi non fossero rispettivamente i rappresentanti dell’imperialismo americano e di una visione neo medioevale e totalmente antidemocratica, anche se di segno opposto a quella della nuova normalità. Si potrebbe pensare che dal punto di vista dell’azione pratica queste cose non contino e invece sono destinate a rivelarsi essenziali per non cadere nelle trappole del sistema, una delle quali è coltivare la speranza che le cose possano cambiare per intervento esterno o per  volontà della provvidenza. Quindi anche se questa polemica ha tutte le stigmate dell’eterno personalismo italiano e presenta anche aspetti grotteschi quando Fusaro si adegua alla verità ufficiale in fatto di pandemia, probabilmente per non inimicarsi l’ambiente accademico e diventare finalmente un o stipendiato filosofo di stato. fornisce però una qualche idea sull’immaturità dell’opposizione al sistema. Questo non mi impedirà di andare a firmare per alcune di queste nuove formazioni, perché questo è un atto politico che esprime una totale opposizione alla politica di palazzo, comunque vadano le cose. Ma forse occorrerebbe anche che qualcuno fornisse un po’ di speranza mentre incombe il disastro.