Come sappiamo o come dovremmo sapere nonostante un’informazione al di sotto di qualsiasi aspettativa il saccheggio dell’Ucraina è in corso da oltre 3 decenni. Dagli sfortunati eventi della fine degli anni ’80 e dell’inizio degli anni ’90, il Paese è stato il bersaglio di varie entità dell’Occidente complessivo ed è diventato uno dei peggiori  casi di sfruttamento della storia recente. Alla fine è rimasto ben poco da saccheggiare e il regime di Kiev ha deciso di rinunciare alle ultime vestigia della ricchezza nazionale del paese, ovvero le riserve auree: secondo Gold Seek , il regime di Kiev ha recentemente consegnato almeno 12 miliardi di dollari di riserve auree ucraine agli Stati Uniti. che probabilmente sono l’unico oro rimasto. In realtà da quando è cominciata l’operazione russa l’occidente, con in testa ovviamente gli Stati Uniti si è appropriato di decine di miliardi di dollari di valuta estera  dell’Ucraina come compenso per gli aiuti militari e  non si capisce perché Kiev  avrebbe dovuto vendere le sue riserve auree a meno che ciò non fosse una condizione per tutta l'”assistenza” statunitense ed europea che come possiamo intuire è stata letale per lì Ucraina.

L’oro di Kiev in realtà era già stato preso in custodia dagli Usa già da parecchi anni, dal 2015 e sappiamo che quando il metallo prezioso traversa l’atlantico  si può tranquillamente dare addio a quelle riserve auree: è accaduto alla Germania che delle sue 300 tonnellate di oro custodite in Usa se ne è viste restituire solo 5 e non si sa se mai ne arriveranno altre perché si è scoperto che quell’oro non è più disponibile fisicamente visto che la Fed che ne avrebbe ceduto la titolarità a terzi il che ovviamente è tecnicamente un furto. Quindi figuriamoci cosa avrebbe potuto fare l’Ucraina per difendere i propri beni di riserva dai rapinatori a stelle e strisce. Non c’è dubbio che ai pescecani del neoliberismo occidentale bisogna fare chapeau: prima hanno aizzato i nazisti a colpire a più non posso le comunità separatiste per costringere la Russia a intervenire, poi hanno riempito l’Ucraina di armi, molte delle quali fondi magazzino perché la guerra continuasse il più a lungo possibile, magari fino all’ultimo ucraino e alla fine hanno chiesto l’oro come compenso. Però non si tratta soltanto di avidità e di istinto predatorio perché queste operazioni – bisogna mettere nel conto anche il furto dell’oro russo in quantità ben superiore a quello ucraino- vengono compiute anche  per cercare di tenere basso il prezzo dell’oro e dare una mano al dollaro che è ormai in difficoltà esistenziale.

Insomma  l’occidente si è creata una sorta di polizza assicurativa per garantire che i suoi cosiddetti “aiuti” non fossero forniti gratuitamente, ma soprattutto ha voluto assicurarsi di drenare fino all’ultima goccia della linfa vitale del disgraziato Paese, in maniera che questo non possa più scegliere alcun destino per se stesso, sia esso la pace e la neutralità o qualsiasi altra cosa: gli ucraini sono diventati beni della Nato e non potranno fare più nulla a meno che non intervengano altri Paesi compresa la Russia a sostenere Kiev. In fondo è proprio quello che gli americani si aspettano: che Mosca  si dissangui per porre  rimedio alle rapine di Washington. Ma non è forse che da mezzo secolo va così, praticamente dovunque? Non è forse che la stessa cosa è stata fatta anche con ‘Italia, certo attraverso mezzi diversi, ma analoghi nel sottrarre sovranità e dunque possibilità di scelta? Del resto non credo che se l’Italia chiedesse agli Usa il ritorno delle mille tonnellate del proprio oro “conservato” a Fort Knox ne otterrebbe la restituzione: quell’oro se lo sono venduto da chissà quanto, magari in cambio della “difesa” del nostro Paese