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Gli Usa, Zelensky e la parodia di Stalingrado

Chi vuole essere l’ultimo ucraino a cadere per dar modo agli Usa di condurre la guerra alla Russia e all’Europa? Probabilmente nessuno e infatti l’esercito ucraino si sta sfasciando in maniera sempre più evidente:  ogni giorno sempre più reparti si arrendono senza combattere o dopo una breve resistenza e i prigionieri sono ormai diverse decine di migliaia, le sole truppe della repubblica di Lugansk ne hanno 8 mila e quella di Donetsk 12 mila, senza parlare di quelli in mano ai russi. Tutto questo mentre le formazioni ancora in qualche  modo efficienti stanno per essere circondate in almeno tre calderoni. Ed è qui che si situa una  inaspettata situazione: mentre Zelensky ordina a queste truppe di resistere come se si trattasse di Stalingrado ( e lui fosse Hitler) ,  Il comandante in capo delle forze armate ucraine Zaluzhny chiede agli Stati Uniti di esercitare pressioni sul tragicomico premier  per consentire il ritiro delle truppe da Severodonetsk, e dalle zone che stanno per essere chiuse dai russi: lì ci sono almeno  almeno 9  unità dell’esercito di Kiev che  in mancanza di rifornimenti e di munizioni dovranno arrendersi.   E allora ci sarà ben poco con cui opporsi alla truppe  di Mosca anche in altri settori: forse se una ritirata al di fuori del Donbass fosse stata effettuata un mese fa adesso Kiev avrebbe avuto qualcosa con cui trattare, ma era per l’appunto ciò che gli Usa assolutamente non volevano e hanno trovato in Zelensky un facile strumento nelle loro mani e un imbonitore per gli imbecilli europei. . Adesso comunque anche per la ritirata è un po’ tardi perché le strade  dove questa dovrebbe svolgersi  sono sotto il fuoco russo e la fuga dal calderone la ritirata costerebbe un prezzo enorme.

Questa divergenza tra il comando dell’esercito e l’eroe pupazzo è certamente un gioco della parti che presumibilmente ha più a che vedere col dopoguerra che non con la guerra, ma testimonia in maniera inequivocabile il ruolo preponderante che gli Usa hanno in questo conflitto e a mio giudizio dimostra anche qualcosa di molto più inquietante. E’ ben noto come la tenuta dell’esercito ucraino sia stata determinata dalla presenza nei vari reparti di nazisti e di fanatici appartenenti alle tante milizie della destra estrema, via via incorporati nelle forze armate e dunque in grado di evitare le defezioni e gli sbandamenti: tanto che nel 2016, quando questo matrimonio non era ancora stato celebrato le truppe ucraine subirono colpi gravissimi dalle sole milizie del Donbass e si dimostrarono restie a combattere. Da questo deriva anche la narrazione secondo la quale i russi sarebbero stati impreparati e che abbiano trovato una resistenza maggiore di quella che si attendevano. Ma da tempo i fanatici si sono rarefatti e molti di loro si sono dati alla fuga, dunque da dove nasce la resistenza ucraina? E’ possibile anzi è certo che truppe americane e inglesi presenti in gran numero sotto le false spoglie di mercenari e di contractor, abbiano in realtà svolto il ruolo iniziale dei nazisti riuscendoci peraltro così bene che si direbbe una loro vocazione naturale. Se così fosse il coinvolgimento della Nato sarebbe davvero totale e sarebbe anche altrettanto difficile contenere la guerra alla sola Ucraina viste anche le mire polacche sulla parte occidentale dell’Ucraina che potrebbe spingere Varsavia a qualche passo falso, come le capita da qualche secolo.

Ci dovremmo chiedere però a questo punto perché gli americani non abbiano già da tempo  “consigliato” Zelesky ad ordinare per  tempo il ritiro dei reparti dalla sacca nella quale sono confinati: non sarebbe più coerente con l’immagine dell’Ucraina che marcia su Mosca?  Invece le chiacchiere e le narrazioni sono per l’uomo della strada  agli Usa e la resto della Nato fa gioco che l’Ucraina non abbia in realtà una propria struttura militare autonoma, immaginano uno scenario siriano con mercenari che adottano tecniche terroriste, Paesi come la Polonia che si appropriano di brandelli di territorio  e  con gli ucraini costretti a reggere il gioco senza tuttavia essere in grado di mettere bocca sul proprio futuro e sui propri affari. Gli Usa vogliono un Ukrainistan tutto loro. Ma forse è meglio dire volevano perché in realtà hanno già perso, come ha dovuto spiegare loro il quasi centenario Kissinger, che pare avere più cervello di tutta la feccia davosiana che si affanna con le sue narrazioni storicamente e politicamente postribolari: la Russia non si è fatta spaventare dalle sanzioni, né si farà spaventare dei moniti ed è andata a leggere il bluff occidentale  ha sgamato l’occidente. Prima o poi come ha fatto il ridicolo omuncolo italiano del condizionatore, dovranno chiedere la pace.

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