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Rondolino fa rima con c……no

Anna Lombroso per il Simplicissimus

Tutto si può dire di Fabrizio Rondolino ma non che non sia un uomo tutto d’un pezzo, lasciando ai lettori decidere di che materiale sia composto quel “pezzo”.

Quindi è inutile stupirsi per la sua ultima sortita, il lancio un rete di una lista di proscrizione che enumera i nemici pubblici, da Castellina a Ascanio Celestini, da Tomaso Montanari a Fiorella Mannoia, da Michele Santoro a Donatella Di Cesare, contro i quali lancia il suo anatema: ricordatevi questi nomi. Hanno scelto gli assassini, gli stupratori, i torturatori. Non li dimenticheremo.

Beh anche noi non dimentichiamo chi ha allestito altre gogne introduttive di misure di censura, delegittimazione e poi emarginazione e infine persecuzione di personalità colpevoli di non assecondare canoni imposti da un regime.

Come si sa la campagna di odio autorizzata grazie all’impegno di una   decina di accademici, non tutti di primissimo piano, appartenenti a diversi campi e discipline,  firmatari  del Manifesto in difesa dalla Razza,  aveva scelto come obiettivi prioritari intellettuali e accademici ebrei, nonostante fossero pienamente integrati nella società di allora e anche nel regime, a conferma che il razzismo, presente in nuce   nel codice genetico del fascismo e che rappresentava un logico sviluppo della sua linea nazionalista, autoritaria e gerarchica, si avvaleva della teoria del complotto demoplutogiudaicomassonico per tacitare, squalificare e mettere al bando voci critiche, potenziali dissidenti, ipotetici oppositori, certo, ma anche concorrenti prestigiosi, competitori autorevoli ai cui meritati successi figure più modeste non avrebbero potuto aspirare.

L’accusa di cospirazionismo era alla base della Black List per eccellenza, quella del maccartismo, che con l’esclusione arbitraria e particolarmente avvilente dei cinematografari in odor di comunismo, mirava alla loro morte civile grazie a una rete infame di denunce e delazioni.

Una decina di anni fa  si verificò un attacco nei confronti dei docenti  della Sapienza e dell’Università italiana nella sua interezza, con volantini e manifesti riconducibili a Comunione e Liberazione   ispirati a posizioni clerico-reazionarie in materia di etica, scienza e financo logica  e che ancora una volta denunciavano un’infiltrazione di una lobby giudaica che occupava gli atenei, il mondo accademico, la cerchia degli intellettuali.

E’ che le Colonne Infami, i cui compilatori sfogano il proprio rancore politico e avanzano richieste di premi e riconoscimenti dei loro padroni,   proliferano quando la democrazie danno segni di cedimenti, quando viene instaurato uno stato di eccezione che impone l’abiura dei principi  dello stato di diritto, come molti di noi hanno denunciato in due anni di gestione pandemica che evocavano altri tempi, altre censure, altri linciaggi morali, altre discriminazioni.

Vale quindi la pena di soffermarsi sul prestigio, l’autorità morale, la statura intellettuale di chi potrebbe soffrire della damnatio memoriae che aborrisce come la più oscena e tragica punizione, se non si conquistasse quei dieci secondi di popolarità nei modi più disonorevoli e vergognosi.

Nato come il Lothar di d’Alema via via si è accontentato di esibirsi in veste di Gianni Letta di Renzi, è facile costruire il caso R. attraverso qualche citazione d’archivio, un florilegio fior da fiore della sua produzione.

Piccole vittima palestinesi? Ma basta, quando c’è una guerra muoiono grandi e piccoli, quando sono morti sono tutti uguali.

I greci umiliati dalla Troika? Tutti straccioni e poveracci che si sono scelti Tsipras come leader.

E  in margine alle proteste dei docenti contro la Buona Scuola: ma perché la polizia non riempie di botte gli insegnanti?

Ma in lui alberga anche un dotto costituzionalista che ebbe dire in merito a riforme e leggi elettorali: il suffragio universale costituisce un rischio per la civiltà occidentale. E ancora: non si perda tempo a conquistare l’elettorato, meglio spingerlo a non votare.

Non c’è da sospettare che Rondolino sia un suggeritore delle maggioranze governative che si sono susseguite, più probabile che venga di volta in volta incaricato di lanciare qualche provocazione propedeutica a uno di quei dibattiti tra intellettuali organici come la più cospicua quota di rifiuti in discarica.

Ma  più di tutto vale il caso della famosa email nella quale dichiaratosi “infatuato” del giovane reuccio della Leopolda, decise di inviargli alcuni modesti consigli e fertili raccomandazioni in copia con Carrai, affittacamere e consigliere, che poteva venirgli utile in veste di spione del regno. Al centro era collocata l’ipotesi di creare una piccola e combattiva redazione dedita alla “character assassination percolpire gli avversari distruggendo la loro reputazione” in un sito da costruire su un server estero.

Non deve averlo preso sul serio nessuno, tra i grandi burattinai, a meno che non sia stato così capace da agire talmente nell’ombra da non farsi accorgere delle sue trame. Forse ha deciso di uscire dall’ombra approfittando di questa immancabile occasione per inserire nella grande guerra quella sua personale contro individui liberi, razionali, informati, consapevoli, i più pericolosi per quelli come lui.

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