Problemi di alfabeto

Come si conviene al munizionamento di bugie ed idiozie della Ue il primo atto di guerra contro la Russia è stato quello di mettere all’indice la lettera Z che appare su molti mezzi militari russi e che è stato interpretato come un riferimento a Zelensky, ragion per cui per cui la disgraziata lettera è stata bandita e è sostituita con la S, che in molte lingue sassoni e specie in tedesco è praticamente uguale come suono.  Poi è stata la volta della V di vittoria per la quale la sostituzione è stata molto più problematica e alla fine esausti di queste cazzate da bambini di 5 anni (l’età mentale che il potere attribuisce ai propri sudditi) si è un po’ glissato. Ma adesso i russi per sfottere l’infantilismo occidentale mettono sui mezzi militari tutte le lettere  dell’alfabeto latino. Nella speranza che almeno adesso l’informazione occidentale sia impossibilitata a scrivere le consuete cazzate.

Finti carri armati

In fondo anche il cancelliere Olof Scholz si è divertito a prendere  un po’ in giro Washington e Bruxelles che gli imponevano di mandare mezzi pesanti in Ucraina, pena la possibilità di un’imboscata parlamentare, preparata dalla Cdu e sostenuta dai Verdi che sono tutti direttamente al soldo di  Washington. E non si tratta di una boutade come spero di poter dimostrare tra qualche giorno. Così ha deciso di inviare un numero ancora imprecisato di cingolati, Gepard che in realtà sono blindati contraerei a corto raggio  risalenti a oltre 50 anni fa e il cui ultimo esemplare è stato radiato nel 2010 ed è finito nei magazzini. Si tratta di una sostanziale presa in giro perché oltre ad avere una corazzatura della torretta minima il Gepard è famoso per essere assurdamente complicato nell’uso e solo una decina di uomini della Bundeswher sono ancora in grado di farlo funzionare correttamente e per poterlo usare occorrono molte ore a un simulatore che non esiste nemmeno più. Per giunta i due cannoni da 35 mm e le relative munizioni (sufficienti per 35 secondi di tiro alla massima cadenza)  sono prodotte in Svizzera, ma il governo di Berna  ha posto il veto alla riesportazione di munizioni di fabbricazione elvetica utilizzate nei carri antiaerei Gepard. Devo confessare di aver sottovalutato Scholz che invece questo caso ha sfoderato un colpo da maestro accontentando Washington, ma non scontentando i russi inviando armi di fatto inusabili almeno per certo periodo. D’altro canto alla Nato interessa solo la narrazione dell’invio di armi per mantenere in piedi la favola della possibile vittoria dell’Ucraina e grazie alla fabbricazione continua di falsi di evitare di apparire come totalmente sconfitta a un eventuale  tavolo della pace. Di fatto tutte le armi pesanti inviate serviranno a poco essendo un pout pourri scarsamente interoperabile.  Si tratta solo di compromettere sempre più l’Europa in una politica di scontro con la Russia.

Polonia, la menzogna corre nei tubi

E’ durata nemmeno 48 ore la farsa del governo polacco che ha rifiutato il gas russo perché non voleva pagarlo in rubli e di cui ha detto di non aver bisogno. Ma Gazprom ha subito sbugiardato Varsavia i cui governi da circa 250 anni non dicono una verità che sia una: il gas lo sta acquistando  dalla Germania tramite il gasdotto Yamal-Europa facendolo scorrere al contrario nella esatta quantità di prima e corrispondente al contratto. Ormai questa del gas sta diventando una farsa ignobile da cui i governi europei non sanno più come uscire: avevano fatto pensare alla gente che sarebbe stato possibile fare a meno del gas russo e adesso invece si trovano a dover calare le braghe. Altra nazione del gran rifiuto è la Bulgaria  dove peraltro la gente si è riversata nelle piazze.