Apparentemente non ci sono novità sulla guerra, ma in realtà tutto sta cambiando e in modo drammatico: la Russia sta agendo come un martello di dio che sta riducendo in polvere chi h fatto di tutto per convincerla a traversare il rubicone della guerra. Non è soltanto che i russi hanno cominciato a colpire decine e decine di depositi di armi e di carburante, di centri di comando e logistici, di gruppi artiglieria  il che fa pensare a un attacco imminente in grande stile, ma è che agli ucraini non riesce più nulla: le incursioni in territorio russo, militarmente insignificanti, ma utili per le pr, si risolvono  in perdite di uomini e mezzi, mentre tutti i tentativi di contrattacco falliscono. Ma soprattutto fra i soldati catturati sul margine della sacca del Donbass cominciano a comparire sempre più spesso mercenari di varia origine, da quelli della legione straniera a inglesi e americani e ovunque si guardi ora sul campo di battaglia ci sono bandiere straniere. Ecco un video precedente l’assalto vittorioso a Rubizhnoe, con la bandiera americana ben visibile mentre si parla di 50 alti ufficiali francesi abbandonati dal neo rieletto Macron nei sotterranei dell’Azovstal e di un generale canadese intrappolato. Insomma rischia di saltare il tappo della  narrazione della valorosa Ucraina per lasciate il posto a truppaglia nazista che si fa scudo della popolazione con il comando e la supervisione della Nato: volevano intrappolare la Russia in una guerra infinita tipo Afghanistan e ora sono intrappolati loro dentro la loro stessa narrazione.

Ancora fino a qualche giorno fa la “vittoria finale” dell’Ucraina non era messa in dubbio da un’informazione tanto più fanatica e stupida  quanto serva, ma dopo la caduta di Mariupol e la constatazione che ormai ciò che rimane dell’esercito ucraino non è più in grado di sferrare attacchi significativi, può solo resistere magari prendendo in ostaggio i civili, si sta facendo strada la verità, persino accennata da Boris Johnson, ovvero che la Russia sta vincendo, passo per passo.  Probabilmente la Nato sta cercando di mettere insieme una grande operazione di falsa bandiera per prevenire lo choc che seguirà alla scoperta che l’operazione Ucraina è stata ideata e in gran parte portata avanti dall’alleanza atlantica. Ma anche se questo dovesse passare nulla toglie che la Russia stia vincendo e che le manovre occidentali da qualsiasi parte le si guardi sono state un fallimento. Le sanzioni hanno certamente danneggiato la Russia, ma hanno danneggiato anche se non di più chi le ha imposte e per giunta non hanno affatto spostato l’opinione pubblica russa contro il governo, anzi hanno avuto l’effetto diametralmente opposto. Nel frattempo, i tentativi occidentali di “isolare” la Russia non hanno hanno avuto successo non soltanto per ciò che riguarda la Cina, l’India e molti Paesi del Sudamerica , ma gli Usa non sono nemmeno riusciti  a persuadere l’Arabia Saudita a disimpegnarsi dal cartello OPEC+  Russia. Soprattutto, nel settore chiave  — petrolio e gas — l’Europa non è assolutamente in grado di accettare un embargo e le varie dichiarazioni bellicose che esplodono come petardi in alcuni Paesi o i viaggi alla ricerca di fonti alternative  sono solo parte di una rappresentazione vuota.

Le economie europee si trovano in vari stadi di tracollo, poiché il contraccolpo delle sanzioni inizia a colpirle. La banca centrale tedesca ha avvertito venerdì che un embargo completo sugli acquisti energetici russi potrebbe costare 180 miliardi di euro, togliere il 5% dal PIL tedesco previsto quest’anno e riportare l’economia in una grave recessione. Ha avvertito che anche la necessità di trovare fonti di energia sostitutive metterebbe un razzo sotto l’inflazione, aggiungendo oltre l’1,5% di punti percentuali all’indice dei prezzi al consumo di quest’anno e oltre il 2% a quello del prossimo anno, cifre molto prudenti e comunque da aggiungere naturalmente all’inflazione già maturata. La stessa cosa più o meno vale per gli altri Paesi: per cui il cancelliere Scholz , mentre fa dichiarazioni assolutamente sconcertanti e stupide sull’allargamento della guerra, riconosce di non poter mettere un embargo alle risorse energetiche russe. Gli europei si stanno rendendo conto prima piuttosto che poi di essere i grandi perdenti della situazione come è del resto accade sempre ai servi sciocchi.  A parte le interruzioni nelle catene di approvvigionamento che ostacolano la produzione industriale, è stata proprio la politica di abbandono della Russia ancor prima della guerra a provocare un aumento del gas con conseguenze enormi su tutto ciò che da esso si produce non ultimi i fertilizzanti, assolutamente vitali nel momento in cui le grandi produzioni russe e ucraine vengono meno. Per cui il fatto che gli Usa abbiano aumentato le importazioni di petrolio russo comincia a suonare come una beffa. 

È qui che la sconfitta imminente nel Donbass si trasformerà  in un evento culminante che mette in discussione l’intera narrativa statunitense sull’Ucraina, sull’espansione della Nato sulla sicurezza europea e sul dialogo con la con la Russia: un sondaggio pubblicato giovedì dall’Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research, mostra che il desiderio degli americani di essere coinvolti va scemando . Solo il 32% afferma che gli Stati Uniti dovrebbero avere un ruolo importante nel conflitto, in calo rispetto al 40% del mese scorso. Un ulteriore 49% afferma che gli Stati Uniti dovrebbero avere un ruolo minore. E Boris Johnson andando in India ha detto che l’Ucraina deve essere in grado di rispondere a questa domanda : “cosa vogliono gli ucraini alla fine?”. È interessante notare che non ha usato la parola “governo ucraino”. Gli unici davvero fuori da questa dinamica sono gli europei del tutto incapaci di mettere all’angolo governi che li hanno inutilmente schiavizzati con la pandemia e che adesso si apprestano a impoverirli per dare sostegno  una guerra già persa. La storia ha ricominciato a fluire, ma quella dell’Europa si è fermata.