Alle 12,45 di oggi la presidente del parlamento tedesco, riunito in sessione plenaria, ha annunciato il risultato del voto sull’obbligo di vaccinazione dai 60 anni in su: respinto con 342 voti contro 296.  L’obbligo perciò è decaduto e il cancelliere Scholz che durante la campagna elettorale aveva affermato che mai e poi ci sarebbe stato un obbligo ora raccoglie il frutto della sua ipocrisia. E dire che la vaccinazione obbligatoria a 60 anni  era già un compromesso visto che il ministro della salute Lauterbach,  un personaggio pericoloso e  border line raffigurato nell’immagine di apertura, avrebbe voluto che le punture fossero obbligatorie dai 18 anni in su e per la verità il testo di legge respinto presentava un paragrafo apparentemente secondario secondo il quale il Bundestag avrebbe potuto decidere di estendere la vaccinazione obbligatoria a tutti gli adulti a partire da settembre 2022 se le “conoscenze scientifiche disponibili” e la valutazione del governo federale lo avessero suggerito.

Si buona notte, la famosa scienza messa definitivamente sotto i piedi. A questo punto però Cdu e Afd si sono sottratte a una decisione che avrebbe avuto conseguenze imprevedibili dal punto di vista elettorale e non solo, vista l’esasperazione di molti, per cui hanno sostenuto che con il decorso estremamente mite della variante omicron e l’andamento decrescente del numero dei contagi, non vi erano basi per un intervento statale sull’inviolabilità del corpo. Negli ultimi giorni prima del voto Verdi e Spd hanno via via diminuito le loro pretese e si sono attestati sulla linea dei 60 anni invitando la Cdu a votarli per non dividere il governo. In realtà poiché in Germania il 90 per cento degli ultrasessantenni è vaccinato non si trattava affatto della salute e del benessere dei cittadini tedeschi, ma esclusivamente di avere alla fine un obbligo di vaccinazione per soddisfare un lobbismo vorace e mai sazio insieme alla volontà di controllo della popolazione. E’ stata vinta così una prima battaglia di liberazione dalla piovra sanitaria: il cammino è ancora lungo perché all’inizio del prossimo autunno col ritorno delle malattie di tipo influenzale torneranno ad attaccare i diritti fondamentali. E a questo proposito va rilevato che il progetto di legge prevedeva che le persone non sottoposte all’obbligo di iniettarsi i sieri genici avrebbero pero dovuto obbligatoriamente assistere  “colloqui obbligatori sulla vaccinazione”, come appunto si conviene ad uno stato dittatoriale con le sue giornate della hitlerjugend o i sabati fascisti. 

Nel frattempo, dopo due anni di intenso silenzio, il Consiglio etico tedesco ha pubblicato una dichiarazione in cui critica aspramente la politica del governo sulla pandemia. Ci sono stati , sostiene, molti errori e carenze nell’affrontare il coronavirus in Germania che riguardano anche lo stress psicologico sui bambini e sugli anziani che sono morti da soli. Ma non viene trascurato nemmeno il ruolo dei media e della scienza: numerose istituzioni come autorità sanitarie e scuole non sono state adeguatamente preparate alla crisi e gruppi particolarmente vulnerabili come i bisognosi di cure non sono stati adeguatamente tutelati. Sfortunatamente, il rapporto manca di un esame critico dei vaccini corona stessi, dal momento che ora ci sono parecchi rapporti che nominano effetti collaterali. La strada verso la liberazione dalla dittatura sanitaria è ancora lunga, ma oggi si è infranto un tabù ed è possibile che questo cambi il giudizio di molte persone incapaci di reagire al pensiero obbligatorio. O almeno lo si può sperare.