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Si nascondono i dati per continuare nella menzogna

Una delle fonti di dati sul Covid più accurate e che spesso mette in imbarazzo i narratori della pandemia è quella del Public Health Scotland: grazie ai numeri che fornisce e che ovviamente non compaiono mai nel mainstream in maniera corretta è possibile misurare settimana per settimana il grado di mistificazione da cui siamo investiti. Certo, man mano che i vaccini hanno cominciato a rivelare la loro scarsa efficacia, i numeri sono stati aggregati in maniera da essere più difficilmente decifrabili e alcune voci sono uscite dalle tabelle, ma oggi questo non più più bastare perché la menzogna è diventata troppo grande e i numeri gridano vendetta: così Public Health Scotland ha annunciato nel suo ultimo rapporto che non pubblicherà più il numero di casi di Covid-19, ricoveri e decessi per stato vaccinale. Ufficialmente la ragione principale di questa decisione è abbastanza ridicolo per non dire vergognoso, ovvero starebbe  nel fatto che l’efficacia dei vaccini diminuisce nel tempo e dunque i dati su punture , ospedalizzazioni e decessi sono inaffidabili. Come se questo poi non riguardasse l’efficacia concreta dei vaccini. Ma in realtà la ragione è diversa e molto più inquietante: i numeri ci dicono che i vaccini hanno un’efficacia negativa, ovvero proteggono meno rispetto a chi non è vaccinato. Essi sono i testimoni di uno scandalo etico senza precedenti.

Dunque non dovrebbe sorprendere nessuno il motivo per cui Public Health Scotland non desidera più pubblicare i dati Covid-19 in base allo stato di vaccinazione, perché mostra chiaramente in tutte le aree che le iniezioni contro il Covid stanno dimostrando di avere addirittura un’ efficacia negativa . Nella tabella 13 dell’ultimo Rapporto Statistico Covid-19 pubblicato mercoledì 16 febbraio 22, viene fornito  il numero di casi per stato di vaccinazione e la tabella che si trova a pagina 37 mostra che il triplo vaccinato ha rappresentato la maggior parte dei casi di Covid-19 tra il 15 gennaio e l’11 febbraio, registrando 13.833 casi nella sola settimana che inizia il 5 febbraio. Ciò si confronta con 5.201 casi tra i doppi vaccinati, e 3.834 casi tra i non vaccinati durante la stessa settimana. L’aumento dei casi proporzionale al numero di dosi ci dice anche che la vaccinazione sta innescando una sindrome da immunodeficienza acquisita (VAIDS) indotta dai preparati a mRna. Cosa che in anni passati accadde anche agli animali da laboratorio trattati con questi  pseudo vaccini che infatti proprio per questo non sono mai stati usati.

Da questi numeri  si possono anche desumere le prestazioni del sistema immunitario in relazione al vaccino secondo la formula  Tasso di casi non vaccinati – Tasso di casi vaccinati / Tasso di casi non vaccinati . Il grafico qui sotto mostra le prestazioni del sistema immunitario nel mondo reale tra la popolazione con doppia vaccinazione e tripla vaccinazione in Scozia tra il 15 gennaio e l’11 febbraio 22. Esso è sempre in zona negativa.

Si capisce allora sia perché si cerchi di nascondere questi dati, sia perché ci sia questa frenesia assurda di vaccinare proprio tutti quando è del tutto evidente che non serve a nulla: lo si fa per evitare che vi siano troppi dei testimoni biologici della grande menzogna, ovvero persone non vaccinate o magari vaccinate solo una volta o due da confrontare con chi si è fatto le terze e quarte dosi oppure si arrende alla puntura annuale, o meglio i superstiti di questa pratica primitiva e apotropaica. Non è certo un caso se ora dalla Fda e dal Cdc, ma anche da altre burocrazie sanitarie  giungono messaggi in codice per i complici di attribuire  al Covid e non ai vaccini tutti i disturbi che essi provocano. E questo in contrasto con tutta la scienza medica precedente. Se infatti diventasse acclarata la correlazione tra preparati a mRna e immunodeficienza acquisita chiaramente non si potrebbe avanti il programma di continuare ad oltranza con le dosi, stabilendo un obbligo annuale che è poi necessario per proseguire con il controllo della popolazione.

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