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Doccia scozzese: aumentano del 495% i decessi fra i tripli vaccinati

La Scozia è davvero un luogo singolare perché al contrario di quanto accade in quasi tutti i Paesi occidentali pubblica dati statistici settimanali abbastanza credibili, ma ha anche un governo che agisce in completa contraddizione schizofrenica con quegli stessi dati, fornendo così un’immagine in chiaroscuro della mistificazione pandemica più accanita e più immotivata che in ultima analisi considera i cittadini degli imbecilli che possono essere convinti di  qualsiasi cosa. Infatti mentre il primo ministro Nicola Sturgeon si rifiuta di seguire Boris Johnson nelle riaperture i dati statistici suggeriscono il totale fallimento della campagna di richiamo vaccinale perché dal confronto fra dicembre del 2021 e gennaio 2022  la percentuale di casi, ricoveri e decessi attribuiti al covid è diminuita nella popolazione non vaccinata essa è aumentata drasticamente nella popolazione vaccinata con la terza dose.

Il raffronto dei due periodi ( 12 dicembre – 7 gennaio e  8 gennaio – 4 febbraio) in cui i “terzo dosisti sono aumentati in maniera esponenziale” mostra inquietanti differenze: I ricoveri tra i non vaccinati sono diminuiti del -24% a 402 rispetto ai 545 di dicembre. In calo anche i ricoveri tra i vaccinati monodose, ma di appena -1,6% da 123 a 121, e i ricoveri tra i doppi vaccinati, calano del 28,7% da 763 a 544. Ma i ricoveri tra i tripli vaccinati sono aumentati dell’88% a 1.430 rispetto ai 762 di dicembre. Questo potrebbe indicare che la terza dose compromette in maniera sensibile il sistema immunitario. Ancora più impressionante soni i dati che riguardano i decessi attribuiti al covid: sono passati da 40 tra i tripli vaccinati tra il 4 dicembre e il 31 dicembre 21, a circa 238 tra il 1 gennaio e il 28 gennaio 22. Come illustrato nella tabella pubblicata in apertura ciò  rappresenta un aumento dei decessi del 495% rispetto a un aumento di appena il 30% dei decessi tra la popolazione non vaccinata che nello stesso periodo tempo è passata da 46 a soli 60. Su questi aumenti giocano ovviamente i fattori stagionali come è ovvio per un virus dell’apparato respiratorio,  ma anche la tendenza ormai inveterata e probabilmente anche ricompensata ad avere la mano più leggera sulla diagnosi di covid per i vaccinati. Per cui in realtà l’abisso tra chi non si è fatto pungere e chi è invece è corso a farsi la terza dose è probabilmente ancora più alto di quanto non dicano questi numeri i quali mostrano come nel gennaio di quest’anno il 64% di tutti decessi attribuiti al coronavirus  è avvenuto tra i boosterati. Siamo insomma di fronte ad un’epidemia di completamente vaccinati che dimostra la totale inutilità di questi preparati.  

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