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Gli infermieri in Usa la spuntano: primi stop all’obbligo di vaccino

La Cornell University di Ithaca nello stato democraticamente governato di New York (noto per le sue misure radicali contro il Covid e per il sostengo quasi ossessivo alla vaccinazione) è stata costretta a chiudere il campus e sostenere online tutti i prossimi esami a causa di un aumento straordinario di contagi, nonostante ci sia un tasso di vaccinazione praticamente vicino al 100 per cento ( 99% gli studenti, 98% il personale, 100% i docenti). Come prova di efficacia dei vaccini non c’è male. Ma a questo punto, come appare nelle parole della rettrice dell’Ateneo Martha Elizabeth Pollack, esperta di intelligenza artificiale e vicina alle major della Big Tech, si comincia a dire che si tratta di omicron la varante truffa utilizzata  non solo per stringere la vita durante le festività natalizie, ma anche per coprire la totale inutilità dei vaccini.

Tuttavia la situazione sta sfuggendo di mano ai narratori: i principali sistemi ospedalieri, negli stati del Usa che non hanno vietato l’obbligo vaccinale  hanno dovuto rivedere i loro diktat vaccinali di fronte alla resistenza del personale sanitario più qualificato, gli infermieri in particolare, i quali hanno scelto di abbandonare il lavoro piuttosto che farsi iniettare i preparati genici sperimentali. Così grandi nosocomi tra cui HCA Healthcare Inc., Tenet Healthcare Corp., AdventHealth e Cleveland Clinic, insieme a diversi ospedali universitari dell’Ohio hanno cancellato i mandati vaccinali nella speranza di trattenere i dipendenti: secondo un rapporto pubblicato dal New York Times  “migliaia di infermieri hanno abbandonato il setttore  o hanno perso il lavoro piuttosto che farsi vaccinare”. E stando ai report del cdc, gli infermieri che dicono no alle iniezioni sono circa ilo 30% una percentuale troppo alta per pensare di farne a meno tanto più che la formazione di queste persone richiede anni. Non c’è da stupirsi di questo perché sono proprio quelli che lavorano nella sanità a sapere come si è costruita la narrativa covid, come sono stati manipolati i dati, come sia statisticamente insignificante il rischio nelle persone sane sotto una certa età e quanto siano invece diffuse le reazioni avverse. Così piuttosto che paralizzare gli ospedali che negli Usa sono prevalentemente delle aziende a scopo di lucro, si cominciano a far cadere gli obblighi vaccinali e anzi hanno accolto con favore che la corte d’appello della Louisiana abbia sospeso i mandati vaccinali per tutti i dipendenti.

D’altronde ciò che accade alla Cornell University, ma anche un po’ un po’ dappertutto dimostra che la differenza tra vaccinati e non vaccinati è praticamente nulla, non esiste un rischio in più a far lavorare personale non vaccinato e anzi – secondo calcoli di uno studio di prossima pubblicazione – potrebbe persino esserci un livello di rischio inferiore. Ad ogni buon conto se si dovessero diffondere cause legali a pioggia con relativa di richiesta da parte di migliaia di magistrati delle prove scientifiche effettive dell’efficacia dei vaccini e della loro sicurezza, tutta la narrazione rischia di crollare. Dunque si abbozza per tenere tutto in una sorta di caos calmo dentro al quale spacciare il nuovo ba bau omicron e la necessità di vaccini perenni . Una vera beffa emotiva e tanto per fare un esempio basta riferirsi ai dati dell’Istituto superiore di sanità da dove risulta che il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 9,6% (rilevazione giornaliera del Ministero della salute al 16 dicembre), contro l’8,5% del 9 dicembre. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 12,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 16 dicembre) contro il 10,6% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 09 dicembre). E naturalmente va tenuto in conto alle terapie intensive ci si va per molti e diversissimi motivi. Per giunta i vaccini si dimostrano così efficaci che presentano più morti e ricoveri rispetto ai non vaccinati. Anche qui l’Istituto superiore di sanità fa sapere che la situazione generale dell’epidemia è paradossale visto che i vaccinati con 3 dosi fanno registrare 2.652 casi, 121 ricoveri e 17 morti, i vaccinati con due dosi 168.132 (64,5%) casi, con 4.900 (53%) ricoveri e 836 (57,5%) morti mentre nei non vaccinati si riscontrano 93 mila casi con 4.402 ricoveri e 620 morti.

Naturalmente parliamo di ricoveri e decessi in presenza di una positività ai test, non di morti covid come si vuole fare credere e che sono una minima percentuale di questi numeri. Ma anche così è chiaro che i vaccini sono un totale e delittuoso fallimento.

 

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