E’ quasi impossibile crederci, eppure bisogna arrendersi a una realtà sconcertante: le stesse bugie che ci raccontano praticamente da due anni continuano a rimanere efficaci, nonostante dovrebbero essere sgamate da tempo.  Fin dall’inizio della pandemia si finse che chi veniva portato nelle terapie intensive lo fosse per il covid, bastava che avesse il tampone positivo che in realtà non vuol dire niente, men che meno che si sia malati: così tutte la patologie che prima portavano nelle terapie intensive sono improvvisamente e completamente scomparse. Questo è stato prima il pretesto per le segregazioni,  i distanziamenti, le assurde mascherine  e oggi serve per spingere il gregge alla vaccinazione forzata: bisogna circoscrivere l’infezione per evitare di saturare le terapie intensive e gli ospedali. La stessa manfrina ritorna identica in tutto il teatrino pandemico occidentale  ancorché alcuni Paesi particolarmente severi nelle misure come l’Austria e la Germania abbiano nel frattempo dimezzato le unità di terapia intensiva a dimostrazione di come queste preoccupazioni fossero e siano integralmente bugiarde. Adesso sarebbero i non vaccinati a saturare le terapie intensive e questo semplicemente sulla base di un positività trovata con un mezzo improprio come il tempone  “..indipendentemente da segni e dai sintomi clinici” come ha dovuto confessare l’Istituito superiore di sanità a Francesco Santoianni. Insomma si continua a far credere che tutti quelli che vanno in terapia intensiva  siano “malati di covid” e non vaccinati. Questa evidentemente è una tesi creata a tavolino dagli spin doctor ( gli unici dottori che fanno bene il loro lavoro)  della cupola pandemica che è stata contemporaneamente adottata in tutto l’occidente, ma la verità è tutta un’altra: le unità di terapia intensiva non sono “piene” di pazienti covid non vaccinati, non sono nemmeno piene di casi covid. In effetti, non sono nemmeno piene.

Per esempio in Gran Bretagna a partire dalla scorsa settimana, le statistiche sui letti del Servizio sanitario nazionale hanno riferito che l’Inghilterra ha 4330 postazioni di terapia intensiva disponibili, di cui 894 (21%) sono utilizzati da pazienti in presenza di positività, ma affetti da svariare patologie, 2608 (60%) da pazienti pazienti non Covid e 828 (19%) sono vuoti. al contrario di quanto dicano le balle ufficiali.  Quindi, i letti di terapia intensiva in Inghilterra non sono nemmeno pieni al 90%, figuriamoci al 90% pieni di pazienti covid non vaccinati. Ma supponiamo che le autorità si siano espresse male e che volessero dire che il 90% dei ricoverati con positività non sono vaccinati. Bene anche questo è clamorosamente sbagliato: secondo i dati dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (pagina 31 di questo documento ) 6639 pazienti  ricoverati in ospedale “con Covid” nelle settimane 44-47 di quest’anno solo 2355 non erano vaccinati: solo il 35,4%, ribaltando completamente le affermazioni ufficiali.  Del resto basterebbe fare ai vaccinati un tampone sui 28 cicli e ai non vaccinati uno da 40 per alterare completamente la realtà, cosa che peraltro viene fatta regolarmente almeno in Usa dove il Cdc ha imposto questa pratica truffaldina.

Ma evidentemente ormai non c’è nemmeno più bisogno di barare manipolando i dati di base, basta dire qualche cazzata completamente inventata, dare un annuncio, costruire qualche tabella alla cazzo da pubblicare sui giornaloni del mainstream e la gente ormai rincoglionita e peraltro incapace di andarsi a cercare i dati da sola ci crederà. Anzi ha creduto così a lungo che ormai continuare a credere o far finta di credere è ormai necessario a conservare il rispetto di sé. La cosa sorprendente è che  in due anni non sembra si sia fatto alcun passo in avanti sulla strada della consapevolezza: le stesse bugie possono essere reiterate senza che si rischi di essere colti in flagrante menzogna. Incredibilmente tutto si basa ancora sull’equivoco del positivo = malato che non sta né in cielo né in terra, anzi .