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Cure sì, ma all’italiana

Mentre, come detto in un precedente post, le grandi multinazionali del farmaco stanno annunciando l’arrivo di pillole contro il covid con funzione anche profilattica, cioè da pendere ai primi sintomi e dunque nell’ambito di terapie domiliari, l’Italia della finta modernizzazione, della falsa digitalizzazione nonché della sanità arretrata e costruita non intorno ai pazienti ma al lucro ospedaliero pubblico e privato  (oltre a quello politico, ça va sans dire) non ha voluto rimanere indietro. Così l’Aifa ha  autorizzato  l’uso di tre farmaci, Anakinra, Baricitinib e Sarilumab i primi due precedentemente usati da tempo per le patologie reumatiche e il terzo un anticorpo monoclonale noto fin dal 2017. Tutti e tre i farmaci da quanto è dato di capire non combattono il virus ostacolando la riproduzione, ma attenuano i possibili danni del Covid (o di altri agenti virali) nella fase avanzata della malattia. Dunque essi sono autorizzati solo per l’uso ospedaliero e nei casi di polmonite avanzata il che nella testa dei nostri camici bianchi permette di prendere due piccioni con una fava. O forse anche tre piccioni. Da una parte infatti consente alle burocrazie sanitarie italiane di mostrare che anche loro hanno aperto ai farmaci e alle cure, di non essere perciò mentalmente arretrate o succubi, ma dall’altra parte non fa diminuire i ricoveri ospedalieri per Covid (o qualunque patologia spacciabile per esso) i quali forniscono un trattamento economico premiale rispetto ad altre patologie. Inoltre danno al governo un pretesto per continuare il terrorismi vaccinale una delle cui motivazioni sarebbe proprio quello di evitare i ricoveri. Tanto per sottolineare la coerenza di tutto questo.

Di fatto con l’adozione di questi farmaci solo per l’uso ospedaliero, non cambia assolutamente nulla rispetto all’inizio della pandemia: se si è positivi al tampone e si ha qualche leggero sintomo che potrebbe essere qualsiasi cosa, si deve continuare ad aspettare in vigile attesa che ti passi o che si aggravi fino al ricovero per poter usufruire di questi farmaci. Non credo che si possa trovare nel mondo intero un esempio altrettanto chiaro di stupidità unito alla malafede: aspettare l’aggravamento prima di usare non dico i farmaci che sono già stati sperimentati con successo in gran parte del mondo o comunque in parti del mondo che da sole hanno tre volte la popolazione occidentale, ma quelli assai più costosi che sono autorizzati, è qualcosa che sfiora il crimine anzi lo è perché è chiaro che una cosa è intervenire fin da subito, evitando i danni più gravi e  l’ospedale che specie per le persone anziane costituisce un rischio di per sé ( 50 mila morti l’anno) , un, altra è intervenire quando le condizioni sono ormai critiche. Qualunque medico sa che dopo una certa età e con altre serie patologie la polmonite  di qualsiasi natura sia costituisce un forte rischio per la vita.

Ora che le agenzie del farmaco siano tra gli enti tra i più corrotti in assoluto e che l’Agenzia Italiana del  farmaco possa vincere qualsiasi campionato di corruzione  in questo ambito non è certo una novità, basti pensare al caso Poggiolini – De Lorenzo, ma qui si sta lucidamente valicando un limite che va ben al di là di questo. Alla fine si ha un esempio concreto, al di là delle teorie che pure sono numerose , di che cosa è la tecnocrazia, ovvero un sistema di potere senza appello, dove un gruppo di persone può fare i propri interessi anche giocando in maniera del tutto palese, come in questo caso, sulla vita delle persone. E di certo qualsiasi movimento politico che possa nascere dalle ceneri di questo Paese non potrà astenersi dal prevedere la punibilità di questi signori , ma anche strumenti di controllo nella sanità come in altri ambiti che dovranno rispondere anche penalmente dei loro atti.

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