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La stupida propaganda sotto il tappeto

Ha un nome strano che pochi hanno sentito, ovvero Astroturf (dalla marca di tappeti erbosi artificiali della Monsanto usati per nascondere terreni brulli) o più recentemente Cyberturf, ma ha ormai un secolo e una delle prime testimonianze che ne abbiamo proviene da Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud che all’indomani della prima guerra mondiale disse: «L’influenza cosciente e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse gioca un ruolo importante in una società democratica. Chi manipola questo impercettibile meccanismo sociale forma un governo invisibile che governa davvero il Paese. Oggi la propaganda interviene necessariamente in tutto ciò che è di rilevanza sociale, sia in politica che in finanza, nell’industria, nell’agricoltura, nella carità o nell’educazione. La propaganda è l’organo esecutivo del governo invisibile». Ora l’Astroturfing è una strategia di propaganda o volendo dire più chiaramente di menzogna che consiste nel far passare un messaggio creando l’impressione che sia portato da un vero movimento di opinione. Per esempio si organizzano proteste che paiono venire da cittadini normali, ma che sono in realtà  controllati da agenzie di pubbliche relazioni dietro le quinte per rappresentare gli interessi dei loro clienti. Anzi molto più spesso grandi potentati o stati interessati a dare un’immagine completamente manipolata della realtà. La stessa definizione astrusa di Astroturf è un depistaggio per non parlare apertamente di propaganda nascosta sotto un tappeto di buone intenzioni

L’abbiamo vista in azione molto volte, quando si sono inscenate false rivolte popolari, false guerre civili, false rivoluzioni, falsi attacchi militari,  quando si sono creati falsi movimenti come ad esempio le sardine oppure falsi leader. Sebbene essa sia stata usata spesso in passato,  la sua influenza si è moltiplicata con l’avvento di Internet e delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione tanto che alla fine degli anni ’90, la spesa per l’astroturf  era già attorno al miliardo di dollari nei soli Stati uniti e senza contare l’uso geopolitico di queste tecniche che nell’ultimo ventennio è stato debordante. Del resto le nuove tecnologie permettono di implementare strategie di influenza in modo molto più rapido rispetto al passato  e a costi inferiori utilizzando tutta una serie di strumenti dai blog, agli influencer, ai social network, ma il grosso non è dovuto alle persone in carne ed ossa, ma programmi per computer chiamati bot che creano valanghe di account falsi, generano automaticamente contenuti e danno avvio alle varie campagne. E sbaglierebbe se si pensasse che questa strategia è destinata principalmente alla vendita di prodotti commerciali: questo ovviamente esiste, ma è marginale rispetto ad influenzare i decisori politici in favore di tesi, orientamenti, leggi, accordi commerciali, come dimostra una ricerca di  Sophie Boulay su 99 casi di Cyberturf.

Ad esempio, nell’ambito di una campagna per migliorare la propria immagine, la Monsanto assunse un’agenzia di consulenza per falsificare  e-mail e fondò il Centro per la ricerca sull’alimentazione e l’agricoltura , un istituto fasullo il cui scopo era attaccare i critici della Monsanto. I Monsanto Papers hanno anche rivelato come l’azienda statunitense abbia manipolato la scienza per coprire la tossicità del glifosato, che viene utilizzato in uno dei suoi prodotti chiave. Ma ormai di questa manipolazione continua sappiamo molto di più oggi. Oppure si può prendere in considerazione il caso Samsung:  quando il concorrente HTC entrò nel mercato degli smartphone, Samsung lanciò un’importante campagna in cui sedicenti consumatori portavano a credere che l’HTC One avesse numerosi difetti tecnici: Samsung aveva assunto studenti taiwanesi per postare i loro presunti problemi con l’HTC One in vari forum di discussione. Il quotidiano britannico The Guardian ha rivelato nel 2011 che l’esercito americano stava sviluppando un programma per manipolare segretamente i social network con profili falsi. L’obiettivo era influenzare le conversazioni su Internet e diffondere la propaganda filoamericana all’estero soprattutto in Medio Oriente. Ma non c’è dubbio che questa tecnica sia stata usata massicciamente anche nella crisi pandemica, intanto per stimolare la paura dando l’impressione che essa nascesse spontaneamente dal basso e non fosse invece coordinata e sceneggiata dall’alto, ma soprattutto  creando da nulla una sorta di “opinione generale ” che non esisteva realmente e che condannava chi esprimeva posizioni critiche. Successivamente è servita a fare credere che esistesse un vasto risentimento popolare, nei confronti di chi rifiutava la vaccinazione. Ma questo atteggiamento è realmente patrimonio solo di pochi minus habens, la sua esistenza è solo carta velina o carta da giornale di quella che non serve nemmeno ad utilizzo igienico vista che è più sporca di ciò che dovrebbe pulire.  

Anche questo ci parla di un mondo ormai deforme che deve assolutamente ritrovare una sua etica e un suo uso controllo prima di sommergerci.

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