Maria Stella Gelmini “guarderà i dati” prima di decidere se estendere il green pass o meno. Ora questa cosa dovrebbe suonare come ridicola e offensiva oltre che pericolosa: Mariastella Gelmini è stata l’unico politico, dico l’unico in tutta la storia unitaria ad essere stata sfiduciata da presidente di un consiglio comunale per “manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa”. Ma è anche quella  del celebre tunnel  dei neutrini che partiva da Ginevra per arrivare al laboratorio del Gran Sasso. Già dovrebbe essere sufficiente come offesa al popolo italiano che sia stata ministro dell’università e della ricerca sotto Berlusconi, già dovrebbe rendere attoniti i cittadini che sia autrice di una riforma della scuola sulla quale ha votato contro non essendo in grado di comprendere quale fosse il bottone giusto da premere, ma il suo recupero da parte di Draghi suona come uno sberleffo insopportabile. Non c’è dubbio che la sua straordinaria levatura intellettuale e la sua formazione scientifica siano quelle adeguate a gestire la crisi pandemica e ad orientarsi fra dati statistici che sono ostici persino per i nostri luminari da tv con quei camici bianchi che ricordano gli antichi caroselli dei detersivi ma che probabilmente che non hanno mai dato un esame di statistica in vita loro o lo hanno passato grazie al camice di  papà. Chi meglio di una che non capisce un cavolo  è competente a dire e fare cose che non hanno senso?

La sola presenza della Gelmini collegata a qualcosa che riguarda i numeri,  fosse pure la semplice tavola pitagorica che pare sappia a memoria solo fino al 3, è la prova del nove che stanno mentendo. Perché richiamare in servizio una conclamata cretina e un’incompetente 360 gradi, già sepolta dal disastro berlusconiano se lo scopo non fosse proprio quello di essere docile strumento di una narrazione senza capo né coda?