Non hanno nemmeno saputo organizzare la ritirata che peraltro era in programma già da un anno: ci sarebbe voluto ben poco per ritardare l’arrivo dei talebani a Kabul qual tanto che bastava per evacuare in perfetto ordine tutto il personale americano e gli afgani di ricalzo, ma evidentemente i produttori di caos non sono stati in grado di gestire il loro stesso caos. Oppure, molto più probabilmente si è voluta sceneggiare in maniera drammatica la caduta di Kabul per qualche scopo. Uno dei quali potrebbe essere quello di mettere le premesse per un ulteriore pressione militare sia a pure a distanza, tramite droni per via di un ipotetico terrorismo, in maniera da ostacolare in qualche modo l’accesso di Cina e Russia alle terre rare che si trovano in Afghanistan. Oppure quello di usare la vicenda per per inviare altre truppe nel nord della Siria o infine potrebbe trattarsi di un trappolone per dare un colpo definitivo alla credibilità di Biden la cui inadeguatezza al compito è ormai conclamata e favorire il passaggio dalla narrazione pandemca a quella endemica per  instaurare una sorta di regime sanitario a oltranza. Beninteso uno scopo non esclude l’altro e si vedrà nei prossimi giorni su cosa verrà posto l’accento.

Ma di qualunque cosa si tratti è evidente che siamo alla fine dell’impero americano che in qualche modo era riuscito ad ottenere la sua massima espansione proprio grazie all’Afghanistan. Fu lì che gli Usa riuscirono ad attirare le truppe sovietiche  creando le premesse per la fine dell’Urss. Vent’anni fa lo stratega di questa operazione, Zbigniew Brzezinski, scomparso proprio quest’anno, chiarì le cose in un’intervista che potremmo definire storica concessa subito dopo l’invasione dell’Afghanistan, di cui vale la pena riportare i brani più significativi:

“Secondo la versione ufficiale della storia, gli aiuti della CIA ai mujaheddin sono iniziati nel 1980, cioè dopo che l’esercito sovietico ha invaso l’Afghanistan, il 24 dicembre 1979. Ma la realtà, fino ad ora segretamente custodita, è completamente diversa. 3, 1979 che il presidente Carter firmò la prima direttiva per gli aiuti segreti agli oppositori del regime filosovietico a Kabul. E proprio quel giorno scrissi una nota al presidente in cui gli spiegavo che secondo me questo aiuto avrebbe indotto un intervento militare sovietico”

“Quell’operazione segreta è stata un’ottima idea. Ha avuto l’effetto di attirare i russi nella trappola afghana e vuoi che me ne penti? Il giorno in cui i sovietici hanno ufficialmente attraversato il confine, ho scritto al presidente Carter. Ora abbiamo l’opportunità di dare all’URSS la sua guerra in Vietnam. Per quasi 10 anni, infatti, Mosca ha dovuto portare avanti una guerra insostenibile dal governo, un conflitto che ha portato alla demoralizzazione e infine alla disgregazione dell’impero sovietico.”

In quel modo gli Usa divennero padroni indiscussi del mondo intero rovinandosi in un certo senso con le proprie mani perché il non avere più un contendete non solo in termini di potenza, ma anche ideologico ha portato il capitalismo ad impazzire e a diventare una sorta di oscuro regime repressivo come stiamo sperimentando proprio nell’ultimo periodo. La fuga da Kabul volutamente disordinata e drammatica è una messa in scena, ma in qualche modo è la verità più vera: chi lo vuole più un occidente autocratico dove il potere s’inventa un’epidemia pur di scardinare il patto sociale? Lo si vuole così poco che dopo l’invasione dell’Afghanistan nessun piano di destabilizzazione e di cambio di regime è pienamente riuscito: l’Ucraina è ormai un Paese diviso ed economicamente distrutto, la Siria è riuscita a resistere, la Russia ha corso il pericolo di essere inglobata completamente dentro il capitalismo finanziario, ma ha avuto la forza di sottrarsi a questo abbraccio mortale ed tornata ad essere una grande potenza mentre  la Cina è ormai il centro economico del mondo. All’occidente che ormai da due decenni viene governato con la paura non rimangono che i suoi virus, le sue bugie e i suoi preparati sperimentali che in qualche Paese particolarmente seduto e ridotto in poltiglia vengono distribuiti dagli stessi generali che hanno fallito con i talebani.