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Fuga da Kabul, ultimo atto

Circa 3.000 soldati statunitensi, tra cui due battaglioni di marines e un battaglione di fanteria dell’esercito, saranno schierati all’aeroporto di Kabul per permettere l’evacuazione del personale americano di stanza nella capitale per  andarsene: il governo di Hamid Karzai non è più in grado di garantire la sicurezza dell’aeroporto e dunque la mossa americana significa una cosa sola, che gli Usa non scommettono più un soldo bucato sulla capacità di resistere ai Talebani che nelle ultime settimane hanno conquistato  praticamente senza combattere grandi fette di territorio e numerose città comprese Kandahar ed Herat che sono rispettivamente la seconda e la terza città del Paese. Sei intere provincie sono cadute nelle loro mani in soli 4 giorni.

I talebani, che hanno governato l’Afghanistan dal 1996 al 2001, non hanno satelliti, aviazione o marina, né mezzi corazzati, né blindati, salvo quelli caduti nelle loro mani nelle ultime settimane e per giunta sono ampiamente in inferiorità numerica rispetto alle forze armate afghane addestrate dagli Usa, eppure sono stati in grado di conquistare una capitale di provincia dopo l’altra con molta decisione e rapidità . In vent’anni i soli Usa hanno spesso mille miliardi di dollari per questa guerra, senza parlare dei soldi che hanno profuso gli “alleati” in tale assurda impresa. Ma ieri funzionari statunitensi hanno detto in via confidenziale ai media che l’esercito del governo afghano è crollato ancora più velocemente di quanto si ritenesse possibile. L’ambasciata Usa a Kabul, in un nuovo monito ai cittadini americani, li ha esortati a lasciare immediatamente l’Afghanistan. La sua capacità di assistere gli americani nel paese sarà presto “estremamente limitata”,  a causa della riduzione del personale e dei problemi di sicurezza. Ma questo è solo uno degli aspetti del problema, ce ne sono anche di più importanti: i talebani hanno conquistato molte delle aree nel nord dove non esiste una maggioranza pashtun, sono ormai padroni di molti valichi di frontiera con Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan e anche al di là di essi molto sta cambiando: in passato, gli americani usavano basi militari in Uzbekistan e Kirghizistan, mentre la Bundeswehr ha utilizzato per anni la base a Termez, in Uzbekistan. Termez è ora utilizzata per manovre congiunte russe e uzbeke. E i russi hanno lasciato la loro base in Kirghizistan per condurre manovre congiunte in Tagikistan. L’intero apparato di sicurezza nei vicini “stan” dell’Asia centrale è coordinato dalla Russia.

Dunque si tratta di un rivolgimento completo che non deriva da una sconfitta militare in senso stretto, ma da una sconfitta culturale: l’occidente ha perso la pace non la guerra, non è stato in grado di proporsi come un modello credibile per la gran parte della popolazione afghana di varia etnia che di certo non amava i talebani. E dunque nemmeno per l’Asia centrale. Si è speso tutto in armi e in operazioni belliche mentre non si è pensato affatto alla ricostruzione e allo sviluppo del Paese a cui sono andati pochi spiccioli. E Gino Strada morto proprio oggi improvvisamente potrebbe dirne molte sulla gestione delle cose e su come gli Usa si sono comportati con lui, ma anche nei confronti del più immediato senso di umanità. Per cui tutti i vantati progressi per quanto riguarda, ad esempio, la condizione femminile si sono rilevati futili ed episodici, degli spot vergognosamente ipocriti, sia perché comunque il governo Karzai e dei signori della guerra del Nord aderisce alla sharia islamica, sia perché un forte progresso era stato fatto in questo senso ai tempi della gestione sovietica, ma furono gli Usa a spendere cifre da capogiro per creare l’integralismo islamico al fine di combattere il grande nemico ideologico. I talebani che oggi li hanno sconfitti sono proprio una loro creatura. Questo per dire che non c’è mai stato nessun interesse a una cooperazione e a una modernizzazione reale dell’Afghanistan che in prospettiva poteva anche rivelarsi controproducente per il controllo del Paese tanto che dopo vent’anni di occupazione  l’Afganistan ha ancora oggi il tasso più elevato al mondo di mortalità infantile, tra le più basse aspettative di vita del pianeta (51 anni, terzultimo prima di Ciad e Guinea Bissau ), è ancora uno 22 dei Paesi più poveri del mondo (207° su 230 per ricchezza pro capite)  e dispone in effetti della sola economia dell’oppio. Per cosa dovrebbero mai combattere le truppe di Karzai? Per un progetto che non è mai stato altro che quello di un’occupazione militare semplicemente perché nella logica occidentale e in quella americana più che mai, non c’è molto altro da  offrire e la vera cooperazione sembra essere scomparsa salvo venire evocata solo quando serve agli interessi delle elite di comando. D’altra parte come si fa ad esportare democrazia quando la si è perduta?

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