Che pasticci hanno combinato? Non si sa, anzi per meglio dire nessuno lo sa  salvo le multinazionali dei vaccini che adesso chiedono a gran voce di autorizzare una terza dose visto che le prime due non sembrano funzionare  a dovere, tanto che sia in Inghilterra che in Israele. La variante Delta che peraltro è la più leggera tra quelle identificate del virus  ( ammesso che tali identificazioni siano corrette) torna a diffondersi  e iJerusalem Post riporta l’ aumento dei risultati positivi ai test: “ Più di 500 casi sono stati registrati in Israele quasi tutti i giorni della scorsa settimana. … Il numero di casi attivi, che poche settimane fa era sceso a meno di 200, è attualmente quasi 4.000 ed è quindi leggermente diminuito per la prima volta in diverse settimane. Allo stesso tempo, l’aumento delle malattie gravi è rimasto basso. Nella notte di domenica 47 pazienti erano in gravi condizioni. Ad aprile, con un numero simile di casi attivi, erano più di 260».

Ciò corrisponde grosso modo a quanto sappiamo dall’Inghilterra: la variante Delta si diffonde più velocemente, soprattutto tra i vaccinati, che a quanto pare possono diventare anche super spargitori della variante  virus che per fortuna sembra davvero leggera più che altro un lieve raffreddore e infatti non aumentano i ricoveri che poi – diciamola tutta- riguardano al quasi 100 % dei casi persone che hanno già gravissime patologie. Ad ogni modo esaminiamo questa tabella del ministero della salute israeliano:

I dati mostrano che la vaccinazione non ha quasi alcun protettivo contro l’infezione con la variante Delta Questo è noto da molto tempo, perché nessuna delle vaccinazioni può ottenere la cosiddetta immunità sterile che invece viene conferita dall’infezione reale perché la vaccinazione genera anticorpi nel sangue ma non nelle mucose di bocca/naso/gola e del tratto respiratorio superiore, come fa naturalmente l’infezione naturale.  Inoltre, il sistema immunitario viene indebolito dalla vaccinazione mentre la proteina spike ha un’elevata tossicità e inevitabilmente si deposita nelle cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni. Ciò si traduce in coaguli di sangue relativamente frequenti e danni ai tessuti irreversibili nel cervello, nel cuore e nei polmoni. Ogni ogni “richiamo” aggrava questo danno e non stupisce l’inventore della tecnologia mRNA Luigi Warren nell’intervista di Servus TV a proposito dei produttori di vaccini dica: “Li paragono in un certo modo ai narcotrafficanti, vogliono renderci dipendenti”.

Ad ogni modo non si capisce perché occorra rischiare notevoli reazioni avverse immediate e altre inquietanti a medio e lungo termine, visto la tossicità della proteina spike, per combattere una variante che dà solo leggerissimi disturbi e per giunta crea un’immunità forte e ampia a tutte le varianti che probabilmente potrebbe durare molti anni probabilmente non meno di 17 come sembra emergere da alcuni studi. Né perché una terza dose dello stesso vaccino che è risultato inefficace o che addirittura potrebbe aver contribuito alla nascita della variante, dovrebbe avere qualche effetto che non sia quello di essere inutile o dannoso come le altre dosi. Tutto questo è completamente insensato e sfiora il criminale, ma certo una terza dose è un toccasana per Big Pharma e i suoi azionisti e per un milieu politico che ormai si aggrappa alla pandemia come unica ragione del suo esistere. Finita quella per loro sarà il diluvio.