Purtroppo non capita giorno che non sia costretto ad occuparmi della pandemia a pandemia e soprattutto dell’incongruenza con la quale viene affrontata che sembra sempre orientata a favorire i vaccini piuttosto che le cure e insomma a sostituire trattamenti medici veri e complessivi con mere e costose punture. Proprio l’altro giorno avevo citato uno studio apparso su Nature nel quale si dimostrava con chiarezza che l’immunità derivante da una infezione da covid, anche di quelle asintomatiche è forte e duratura grazie all’ampiezza della risposta dei linfociti T e alla durata dei memoria delle cellule B, insomma qualcosa di imparagonabile con l’incerta e brevissima protezione fornita dai vaccini ( a parte ogni altra considerazione riguardo al loro meccanismo di azione che potrebbe essere di per sé patologico, vedi qui e qui ). Ora gli esami del sangue che stabiliscono la quantità di anticorpi presenti per una determinata malattia vengono utilizzati per determinare l’immunità alla stessa: se sono al di sopra di un certo valore si è considerati immuni. Ma nel caso del Covid-19, tuttavia, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha emesso il mese scorso un avviso di sicurezza avvertendo sia il pubblico che gli operatori sanitari di non utilizzare i test anticorpali SARS-CoV-2 per valutare l’immunità, in particolare per le persone. che hanno ricevuto il vaccino.
Perché un a simile stranezza? Per coprire l’ennesimo lato oscuro dei vaccini, ma in generale della narrazione sul covid: innanzitutto perché l’ampiezza della risposta del sistema immunitario a infezioni naturali è abbastanza ampio da creare una immunità crociata con virus simili e dunque si potrebbe scoprire che molte persone sono già immuni al covid facendo saltare la mistica vaccinista e poi perché sembra che paradossalmente la vaccinazione distrugga con un meccanismo ancora non chiarito una risposta immunitaria esistente per cui le persone vaccinate non sono più approvate come donatori di plasma dalla Croce Rossa negli Stati Uniti.
La cosa sembra assurda, ma in realtà è perfettamente logica: i linfociti T riconoscono migliaia di proteine virali (1440 per la precisione) dunque forniscono una protezione ad ampio spettro, mente i vaccini a mRna, stimolano le cellule a produrre unicamente la proteina “Spike” del SArs Cov 2 sperando così di creare un’immunità verso quella sola perciò il titolo totale di anticorpi rischia di essere comunque basso senza dire che la vaccinazione può sopprimere una risposta antircorpale già presente. Dunque l’Fda dice “Una vaccinazione Covid-19 può far sì che alcuni, ma non tutti, i test anticorpali risultino positivi. Non dovresti interpretare i risultati del tuo test sugli anticorpi SARS-CoV-2 come un’indicazione di un certo livello di immunità o protezione dall’infezione da SARS-CoV-2. ” Il che è un modo per dire che l’efficacia dei vaccini è davvero bassa, ma di certo non lo è la loro nocività: ma si sa le cavie non hanno voce in capitolo.