È noto da tempo alla scienza, anche se le opinioni pubbliche lo ignorano visto che così si vuole colà dove si puote, che esiste un’immunità di base diffusa contro SARS-Cov-2, causata dai comuni coronavirus del raffreddore: anche se il “nuovo” patogeno  fosse stato manipolato  in laboratorio, come ormai pare sempre più certo, non è affatto così diverso da evitare l’immunità crociata fornita dalle cellule T. E non solo, ma un nuovo studio pubblicato su Nature una delle riviste scientifiche più prestigiose .ha trovato  che che anche le cellule B producono un’immunità crociata e così gli anticorpi formatisi per rispondere ai comuni raffreddori causati da virus corona, sono efficaci non solo per SARS-CoV-2 , ma anche per SARS-CoV-1 e, in misura minore sulla Mers. La ricerca ha studiato come il sistema immunitario delle persone del campione abbia reagito al Covid-19 dopo essere stato precedentemente esposto a uno degli almeno altri quattro coronavirus più diffusi che causano la malattia colloquialmente conosciuta come raffreddore. E si è visto come anticorpi formati dalle cellule B siano stati in grado di riconoscere e attaccare il nuovo virus visto che l’anticorpo cross reattivo si lega principalmente alla base della proteina spike del virus, un’area che difficilmente cambia da ceppo a ceppo, ma anche da specie a specie.

In precedenza era stato dimostrato che anche l’immunità conferita dai linfociti T è molto ampia perché coglie moltissime caratteristiche del virus, oltre 1434,  per cui funziona in modo crociato anche per varianti parecchio diverse e oltretutto è molto duratura: oltre 17 anni e forse più. Dunque l’ immunizzazione naturale è molto più estesa di quella dei vaccini a mRna, non teme varianti ed è oltretutto decisamente molto più duratura visto che i produttori di vaccini ipotizzano richiami ogni 6 – 12 mesi, nonostante l’alto rischio di reazioni avverse. C’è però molto di più: è noto che il sistema immunitario è fortemente stressato dalla vaccinazione e ora sappiamo anche da altri studi che gli effetti collaterali di questi  preparati sono molti pesanti per le persone il cui sistema immunitario era già venuto a contatto col virus. Di questo tuttavia non si parla perché gli studi sui quali è stata basata l’approvazione di emergenza avevano escluso le persone infettate in precedenza ed è per questo che si è stati colti di sorpresa dal numero di decessi e di reazioni avverse gravi non previste e senza precedenti. Talmente tante che il database dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco  si è rivelato insufficiente a contenerle tutte, nonostante si tratti di segnalazioni che vengono fortemente “sconsigliate” ai medici dalle varie burocrazie sanitarie e dunque rappresentano una piccola parte della realtà.

La conclusione che si può trarre da tutto questo è che vaccinare un gran numero di persone già naturalmente protette  per contatto diretto o immunità crociata è certamente controproducente e non c’è la minima evidenza che migliori le difese e aumenti la cosiddetta immunità di gregge o di gruppo ( vedi nota). In realtà è probabile che sia proprio il contrario. La quota di vaccinazione totalitaria prevista al minimo del 70% non può essere giustificata da nulla, solo dal fatto che i nostri soldi vengono trasferiti nelle casse dei produttori di vaccini e dei loro investitori che poi rappresentano la finanza e dunque nel senso più proprio il sistema nel quale viviamo. In queste condizioni è assolutamente assurdo l’indebita pressione che si fa sulla vaccinazione, anzi è di fatto immorale perché in nuovi studi confermano che molte persone non sono affatto indifese contro il coronavirus e questo vale in particolare per i bambini che molto spesso hanno raffreddori causati dai coronavirus “normali”. Vaccinare i bambini è quindi tanto più irresponsabile, anche se ovviamente è un enorme affare anche perché i rischi da vaccino sono più alti di quelli portati dalla malattia e in particolare il rischio di contrarre miocarditi.   .

Nota su immunità di gregge.  Più che alla commedia siamo alla farsa perché l’Oms ha cambiato per la terza volta definizione di immunità di  gregge nell’arco di un anno: dapprincipio essa veniva definita come la percentuale di popolazione immunizzata sia naturalmente, sia con i vaccini sufficiente a fermare l’estensione del contagio. Poi nell’ottobre dell’anno scorso, in vista e in aiuto delle massicce campagne vaccinali è stata presa in considerazione solo l’immunità conferita dai vaccini, anche se il livello di questa era pressoché sconosciuto,  mentre più o meno un mese e mezzo fa quando si è visto che le campagne vaccinali aumentavano i contagi si è ritornati a considerare anche l’immunità naturale. Insomma scienza a la carte che dipende dal menù di Big Pharma.