Se l’avesse scritto Asimov in uno dei suoi celebri racconti saremmo rassicurati: una cosa del genere non potrebbe davvero accadere qui sulla terra, ma magari in qualche sperduto pianeta nella galassia di Andromeda. Invece Asimov è tra noi, anzi è tra i maggiori narratori della realtà contemporanea: adesso si scopre che il database dell’Ema, ovvero l’agenzia europea del farmaco non può raccogliere tutte le segnalazioni riguardanti le reazioni avverse e i decessi post vaccino perché il suo database è assurdamente limitato e non può contenere più di 199.801 linee di dati corrispondenti a un tabella excell. Così dopo appena 4 mesi di vaccinazioni di massa e un numero senza precedenti di reazioni avverse e di decessi segnalati (una piccola parte della realtà comunque) l’Ema deve tagliare i dati e ha iniziato a farlo, guarda caso, da AstraZeneca le cui segnalazioni giunte prima del 6 marzo saranno cancellate, quando invece il primo dato risale all11 gennaio. D’altro canto le segnalazioni solo per questo vaccino hanno superato le 220 mila e dunque occorre liberare spazio. E alla fine, anzi prestissimo accadrà per tutti i vaccini così che bisognerà arrangiarsi con i file di backup, a patto di averli conservati.
Ora questo fatto ha del clamoroso perché dimostra due cose:
- L’Ema non si aspettava una quantità di segnalazioni tale da travolgere il sistema informatico, il che dimostra come sulla sicurezza dei vaccini siano state dette e si dicano un sacco di balle
- L’esiguità del database che ha una grandezza assurdamente ridotta ci segnala comunque una scarsa volontà dell’Ema, il cui bilancio dipende per l’80 per cento dall’industria farmaceutica, di mettere l’accento sulle razioni avverse
- E’ evidente che non si allarga il database, cosa immagino fattibilissima, perché si vuole evitare di facilitare i conti totali del disastro vaccinale e lasciare che giorno per giorno una parte di realtà finisca nell’oblio.
Quindi vi lascio gli ultimi dati aggiornati al 18 maggio