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Vaccinazioni e donne incinte: quel marcio che viene a galla

Ciò che fino a un anno e mezzo fa sarebbe stato scandaloso, oggi non solo viene accettato, ma persino richiesto sebbene da una retroguardia di umanità tremula e confusa: in questa settimana, la Fda statunitense ha approvato il vaccino  Pfizer per l’uso negli adolescenti di 12 anni ed è praticamente certo che  l’Agenzia europea del farmaco seguirò a ruota. E questo sebbene la probabilità di gravi effetti collaterali o decessi dovuti alla vaccinazione nei bambini e negli adolescenti sia significativamente più alta rispetto agli esiti di un’infezione naturale. Questa è una chiarissima violazione di ogni etica medica, ma c’è anche di peggio, ossia il fatto che nelle vaccinazioni sono ormai coinvolte anche donne incinte e ci sono già centinaia di casi di disturbi emorragici e di aborti spontanei: questi ultimi secondo il  13 ° rapporto  delle autorità sanitarie britanniche sono arrivati a 100 fino al 21 aprile scorso.

La cosa davvero incredibile è che un documento della stessa Pfizer ammette che questi effetti possono prodursi non soltanto dopo l’inoculazione del vaccino, ma persino venendo a contatto con qualcuno che è stato vaccinato ed è portatore della famosa proteina spike che – come ha dimostrato il prestigioso istituto Salk – ha di per sé effetti patogeni  senza bisogno del resto del virus. Ora visto che i vaccini a mRna stimolano le cellule a fabbricare la proteine spike nella speranza di suscitare una reazione immunitaria, ecco che il vaccinato può facilmente subire un danno la cui entità potrà essere chiara solo nel futuro ed estendere questo danno anche alle persone che frequenta, ma anche procurare indirettamente danni ad altri. Ma l’affare dei vaccini non si ferma davanti a niente e l’esempio delle donne incinte è particolarmente  significativo non solo per la delicatezza della situazione, ma anche dal punto della correttezza  della ricerca. Già questi vaccini hanno avuto una sperimentazione estremamente breve nonostante i numerosi insuccessi nel passato e la comparsa  di gravissime reazioni avverse, nei modelli animali, ma si ha la netta impressione che sia qualcosa di poco limpido anche in quel po’ di test fatti. 

Prendiamo il documento della Pfizer di cui ho fornito il link: nella sezione 8.3.5 del documento che si riferisce alle modalità della ricerca si dice  che la vaccinazione durante la gravidanza o l’allattamento  durante i test deve essere segnalata al Dipartimento per la sicurezza della Pfizer entro 24 ore dalla conoscenza dello sperimentatore. Tuttavia  questo è molto strano perché le donne incinte o le neo mamme erano state escluse dagli studio sulla sicurezza del vaccino e il documento descrive anche in dettaglio i modi per garantire che nessuna donna incinta potesse essere erroneamente inclusa nello studio. Cosa piuttosto complessa perché appunto un’esposizione dalla proteina spike può anche derivare dallo stretto contato con i vaccinati come spiega bene l’allarme lanciato proprio l’altro giorno da Pfizer e dalla Johns Hopkins University sulla possibilità di auto diffusione dei vaccini.

Chi ha una minima dimestichezza con la pratica della ricerca avrà compreso da tutto questo anche un’altra cosa: che neo mamme e donne incinte erano state escluse anche dai test frettolosi e sommari fatti per ottenere le licenze di emergenza: quindi su questi particolari soggetti non è stata fatta alcuna sperimentazione  eppure non ci si ferma dal vaccinarli, anche se poi per ingannare un pubblico spaventato e ignaro si ammanta il tutto di buone e ipocrite parole sulla “valutazione caso per caso” dell’opportunità della vaccinazione, ma si tratta di pure menzogne: nessuno è in grado di valutare nulla semplicemente perché non c’è stato alcuno studio organico al riguardo.  Chi rassicura e dice il contrario è solo un mentitore.

 

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