La domanda del titolo è imbarazzante, ma assolutamente realistica e non è affatto di malaugurio perché anzi è tutta dentro l’etica di questi precettori dei grandi padroni, come appunto Attalì, che per decenni hanno detto e scritte cose a cui la più parte dei cittadini di questo continente non ha fatto caso e hanno fatto cose di cui i cittadini di questo continente hanno dovuto dolorosamente subire le conseguenze.  Ora Jacques Attalì, prima falso socialista con Mitterrand, poi banchiere, poi amico di Sarcozy e infine scopritore di Macron, intellettuale di terzo piano, messo dal mainstream nella vetrina dell’intellighenzia  di consumo, così scriveva in accordo con la cultura maltusiana di origine anglosassone che è anche la principale fonte di ispirazione di Bill Gates e di numerosi altri filantropi di Neanderthal: ” Quando oltrepassa  i 60 / 65 anni, l’uomo vive più a lungo di quanto la sua produzione copra e allora costa caro alla società. In effetti sarebbe meglio che la macchina umana si arresti brutalmente piuttosto che si deteriori progressivamente” . Come si vede in questa prospettiva non esistono più esseri umani e nemmeno a rigore  l’homo oeconomicus, ma soltanto macchine che producono ciecamente, che si deteriorano e poi devono essere conferite in discarica per essere sostituite da prodotti nuovi. E preferibilmente in fretta, senza lunghe e sconvenienti attese che tra l’altro implicano anche spese, cure accudimento e investimenti in dignità che di certo Attali e compagnia cantante non vogliono affrontare .

Per evitare che il turn over sia troppo lungo e faccia spazientire questi spaventosi profeti che spisciolano tutta la fluente stupidità del pensiero unico, non c’è ci sono che i rimedi molto amati, ovvero le crisi. E infatti nel 2009 quando Big Pharma riuscì a suscitare un allarme pandemico del tutto artificiale e far comprare miliardi di dosi di vaccino contro l’influenza suina che poi furono buttate al macero, Attali  scrisse sull’Express del 3 maggio 2009: “La storia ci insegna che l’umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura: la pandemia che sta iniziando potrebbe far scatenare una di queste paure strutturanti. E anche se questa crisi non sarà molto grave, non bisogna dimenticare, come per la crisi economica, di impararne la lezione, affinché prima della prossima crisi – inevitabile – si mettano in atto meccanismi di prevenzione e di controllo, come anche processi logistici di un’equa distribuzione di medicine e di vaccini. Si dovrà per questo, organizzare: una polizia mondiale, un sistema mondiale di stoccaggio (delle risorse) e quindi una fiscalità mondiale. Si arriverebbe allora, molto più rapidamente di quanto avrebbe permesso la sola ragione economica, a mettere le basi di un vero governo mondiale.”

Un governo mondiale di ricchi e di ottimati che ovviamente si sottrae a qualsiasi meccanismo di democrazia, di rappresentanza popolare o di controllo, il cui potere esecutivo ha come primo ministro la paura e la sottomissione. Come si può facilmente vedere non siamo di fronte a un pensiero complesso, ma invece a una serie concatenata di infantilismi, tenuti assieme da un ordito di banalità, che vanno da una sorta di socialismo primitivo alla naiveté efficientistica, qualcosa che forse si potrebbe ritenere sensato a 13 anni e non per nulla il grande piano delle elite è stato quello di distruggere l’istruzione per poter far scendere la gente al proprio livello.  Ma ecco la domanda: perché il signor Jacques Attalì che ha quasi 79 anni e che dunque da quasi venti, secondo i suoi stessi criteri, “costa caro alla società”, è ancora in vita? Quando si prospetta una sorta di eutanasia generalizzata pretendendo per giunta di esprimere alti e formidabili pensieri al servizio dei padroni finanziari, bisognerebbe almeno essere coerenti e dare il buon esempio.

In realtà su un altro livello Attali, come rappresentante del regresso umano e sociale è perfettamente coerente: se il progresso è l’emancipazione dalla mera dimensione biologica verso logiche più complesse che l sussume e la riscatta, allora quale mezzo migliore della malattia e del terrore per favorire un ritorno alla pura dimensione, come dire, “creaturale” e instaurare così un nuovo potere che è poi al tempo stesso biopotere? In effetti non c’è alcuna contraddizione in tutto questo se non la permanenza in vita di questi anziani e delle loro sfacciate menzogne, quel loro dare del vecchio ad altri, credendosi eternamente giovani grazie al fatto di non essere mai realmente cresciuti.