51aOYeG-faL._SX258_BO1,204,203,200_Siamo precipitati nel mondo di Kafka senza averne sentore. Così l’altro giorno Myrta Merlino, una che fa opinione il che è già sufficientemente kafkiano di suo, chiede a tale Girolamo Lacquaniti dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia: “Per Pasqua se io uscissi e prendessi la macchina per andare a Napoli potrei dare un bacio a mio padre, già vaccinato? La risposta è di quelle che rivelano in un attimo  la vera e propria impostura nella quale stiamo vivendo e che ci stanno trascinando nel baratro e la riporto tale e quale senza nemmeno tentare di correggere la grammatica: “Mi dispiace, purtroppo no. Anche se si è vaccinati non si ha possibilità maggiori a chi non lo è, si è costretti agli stessi obblighi e limiti di tutte le altre persone non ancora vaccinate. Non sono io che faccio le leggi. Mi dispiace dover rispondere di no”. In realtà non si tratta di leggi ma di dpcm estorti alla ragione da un’accurata e vergognosa manipolazione di dati, carta straccia insomma dal punto di vista della legittimità e della scienza,  ma anche se così non fosse, appare del tutto chiaro che siamo in mano a dei pazzi che vogliono rendere obbligatorio un vaccino che in realtà non serve a nulla, se non in qualche caso a farci  star male, a farci ammalare o morire. 

Che senso hanno le vaccinazioni se esse non permettono nemmeno di andare andare in giro, esattamente come chi non si vaccina? E’ come ammettere che l’obbligo vaccinale ha un senso solo come atto autocratico della dittatura sanitaria che sta inoculando l’assurdo su tutto il mondo occidentale. Chiediamoci che senso ha il recente decreto in Spagna che obbliga le persone a indossare mascherine  persino mentre si nuota in mare, se non quello di misurare l’obbedienza . Perché non riusciamo a ribellarci a queste imposture così evidenti? Forse perché siamo stati fatti prigionieri da tempo in un mondo che presenta le aporie di Kafka, ma a lungo andare si sta trasformando in un mondo assai più vicino a come si pronuncia il nome del grande scrittore nell’ambiente dove viveva, ossia Kakka.