Qualche giorno fa Didier Raoult uno dei eminenti virologi del mondo e forse proprio per questo meno legato alle camarille farmaceutiche che sono l’ancora di salvezza dei mediocri ha fatto per così dire il punto sulla mutazione genetica della medicina che si è realizzata nell’ultimo trentennio, a piccoli ma continui passi che con l’arrivo della narrazione pandemica si è rivelata in modo drammatico: “Le fasi di disorientamento che hanno colpito i responsabili politici e sanitari ha fatto sì che si sia deciso quanto segue: non fare nulla finché non saremmo riusciti ad avere una bacchetta magica. Purtroppo tale disorientamento ha colpito i medici, che a loro volta avevano paura di essere infettati, quindi hanno smesso di ricevere i malati. C’è stata insomma una sorta di rinuncia alla fornitura di assistenza sanitaria pubblica organizzata dallo Stato. Abbiamo smesso di curare i pazienti. Il dottore preferisce dire al paziente: no, non voglio riceverla, non voglio curarla, stia a casa e se non riesce a respirare, chiami un’ambulanza. E’ una sfida a ciò che conosciamo della medicina. Questo è un primo punto”.
Io direi che è stata costruita un’intera narrazione sulla ricerca del vaccini, trascurando completamente le cure efficaci che possono essere opposte al virus sia perché tali cure non erano interessanti dal punto di vista dei profitti delle multinazionali farmaceutiche, sia perché questo avrebbe ben presto smontato l’aura di paura suscitata dalla pandemia e impedito di conseguire quelle trasformazioni economiche e sociali cavalcate dai poteri grigi. Ma questo ha avuto conseguenze tragiche: ” Significa -dice Raoult – che migliaia di persone sono morte invano e questo potrebbe avere conseguenze giudiziarie al più altro Questo avrebbe conseguenze giudiziarie al più alto livello, conseguenze inarrestabili. Pertanto, nessuno riconoscerà di aver sbagliato per diversi mesi provocando la morte di tante persone”.
In realtà si tratta di decine di migliaia di morti perché alla volontà di evitare ogni forma di cura si è unita la quasi totale caduta dell’assistenza sanitaria per tutte le altre patologie e paradossalmente è stata proprio questa “strage degli innocenti” a far numero e ad auto realizzare almeno i parte gli allarmi lanciati e spesso volti a dare il panorama peggiore possibile, magari con la spintarella di governi e Big Pharma. Ma tutto questo non sarebbe stato realizzabile se appunto non fosse intervenuto un cambiamento radicale nella professione medica che spostato il suo focus storico dall’assistenza al malato al business sanitario e/o ai suoi aspetti burocratici. Tale passaggio è spesso tema di dibattiti dentro le stesse associazioni dei camici bianchi ed implica una rivoluzione che elide la facoltà più preziosa del medico, vale a dire l’esperienza e lo rende una sorta di distributore di analisi e farmaci. Contemporaneamente l’enorme quantità di ricerche, di nuovi preparati, di nuove tecniche gli rendono difficile avere un ruolo centrale nella cura per la semplice impossibilità di seguire tutto finendo per avere proprio nelle aziende farmaceutiche il loro unico centro informativo visto che anche gran parte delle riviste specializzate è tenuto in piedi da Big Pharma . E’ per esempio noto che parecchi medici per mesi non abbiamo ben afferrato la questione dei tamponi e dunque hanno accettato la scellerata equazione positivo = malato sulla quale si sono incistate le misure di confinamento.
Questo è il terreno sul quale è attecchita la narrazione pandemica nonostante le palesi contraddizioni e i vuoti cognitivi. Di fatto una volta c’era la medicina, oggi ci sono gli affari.
Riportando: “Quanti medici hanno intrapreso la professione medica per reale passione per la medicina piuttosto che invece spinti dalle mire dei buoni/ottimi guadagni della professione medica?”. Moltissimi non si sono mai resi conto che stavano commettendo il reato penale di Comparaggio Medico, art 170, 171, 172 del C.P., oltre che proibito dall’art. 31 del codice deontologico dell’ordine dei medici che non hanno mai applicato anche in passato. Si può aggiungere: “Quanti infermieri hanno intrapreso la professione per reale passione per la medicina piuttosto che invece spinti dalle mire dei buoni/ottimi guadagni dalla loro posizione?”. Conosco un infermiere, che nel prendersi cura di persone sole e malate, è riuscito ad approfittare delle situazioni, facendosi intestare appartamenti, che poi trasformava e rivendeva, o passava ai suoi 5 figli, ingannando eventuali eredi e fisco.
Se questo non è un avvoltoio, come lo chiami?
https://stefano.re/il-grande-bivio/
Penso abbia ragione, ma invece di provocare scontri fisici, si dovrebbe usare lo stesso metodo che stanno usando per noi. L’informatica è un’arma a doppio taglio e con qualche bravo specialista, via wifi 5G satellitare, con cui ci sorvegliano, si potrebbe creare il caos in modo mirato.
D’altro canto abbiamo il caso, di diverso tema, di una nave container bloccata di traverso, che sicuramente farà saltare molte transazioni commerciali a livello mondiale.
E questa gente non sopporta proprio perdere il controllo.
1. “Tutto questo non sarebbe stato realizzabile se appunto non fosse intervenuto un cambiamento radicale nella professione medica che spostato il suo focus storico dall’assistenza al malato al business sanitario e/o ai suoi aspetti burocratici. Tale passaggio è spesso tema di dibattiti dentro le stesse associazioni dei camici bianchi ed implica una rivoluzione che elide la facoltà più preziosa del medico, vale a dire l’esperienza e lo rende una sorta di distributore di analisi e farmaci. Contemporaneamente l’enorme quantità di ricerche, di nuovi preparati, di nuove tecniche gli rendono difficile avere un ruolo centrale nella cura per la semplice impossibilità di seguire tutto finendo per avere proprio nelle aziende farmaceutiche il loro unico centro informativo visto che anche gran parte delle riviste specializzate è tenuto in piedi da Big Pharma .”, Il Simplicissimus
Riferimento: parte finale dell’articolo.
2. “Inventori di malattie: per vendere farmaci a persone sane”, Libreidee
17 ottobre 2009
«Il nostro sogno è inventare farmaci per gente sana»: la frase, attribuita ad Henry Gadsen, direttore generale della multinazionale farmaceutica Merck, riassume la filosofia del “Disease mongering”, ovvero: la scienza (mostruosa) degli “inventori di malattie” che creano patologie a tavolino per poi vendere più farmaci. L’argomento, delicatissimo, è stato affrontato il 9 ottobre a Genova, a poche settimane dalla storica sentenza di patteggiamento siglata dalla multinazionale farmaceutica Pfitzer. L’azienda sborserà 2,3 miliardi di dollari: la sanzione punisce la spregiudicatezza degli informatori scientifici e la corruzione dei medici al fine di aumentare le prescrizioni.
Se n’è parlato al forum genovese promosso dalla rivista “Diagnosi & Terapia”.
Riferimento e proseguimento:
https://www.libreidee.org/2009/10/inventori-di-malattie-per-vendere-farmaci-a-persone-sane/
In particolare il seguente passaggio dell’articolo:
«Tre quarti dei colleghi che hanno redatto il Dsm (il catalogo diagnostico delle malattie mentali), hanno rapporti finanziari con le case farmaceutiche», accusa Paolo Roberti di Sarsina, dirigente di psichiatria ed esperto del Consiglio Superiore di Sanità. Non è tutto: «Più del 90% della ricerca scientifica è finanziato dall’industria, e oltre la metà del budget dell’Agenzia Europea del Farmaco è garantito dai produttori». Quello che il sanitario auspica è «una pandemia, certo: ma di consapevolezza».
Il problema non sono le industrie, che spingono alla follia sulle leve del marketing per svuotare i magazzini di vaccini contro l’influenza A: il problema sono gli Stati che ne acquistano decine di milioni di dosi, accusa Franco De Luca, medico e autore del libro “Bambini e (troppe) medicine” (Il Leone Verde edizioni). «Cosa possiamo fare noi medici? Dare segnali chiari: rinunciare ad omaggi e regalie, privilegiare corsi di formazione non sponsorizzati dalle industrie, dichiarare sempre – se esistono – i legami finanziari con i produttori, richiedere a gran voce la pubblicazione delle ricerche scientifiche sui farmaci».
3. Commento.
Quanti medici hanno intrapreso la professione medica per reale passione per la medicina piuttosto che invece spinti dalle mire dei buoni/ottimi guadagni della professione medica?
Visti i risultati mediocri, solo una minoranza!!
E’ normale che ogni giorno negli studi dei medici di base entrano i rappresentanti delle case farmaceutiche e che addirittura hanno la priorità sui pazienti, in genere subito dopo tre pazienti il medico di base gli concede il diritto di saltare tutti gli altri pazienti, è normale?
Non è normale in alcun modo, visto anche che ormai con internet le case farmaceutiche come qualsiasi azienda privata possono promuovere i loro prodotti, ergo, basterebbe, un portale su internet gestito dal ministero della sanità in cui ogni azienda farmaceutica descrive i suoi principali prodotti per le varie tipologie di malattie, il medico di base lo consulta e prescrive quindi le medicine che lui reputa più effcaci per risolvere/allievare le patologie dei suoi pazienti e quindi senza più avere tentazioni di omaggi e regalie di vario tipo della case farmaceutiche, lo stesso ministero della sanità dovrebbe anche vietare ai medici di base e di qualsiasi specializzazione di frequentare corsi di formazione sponsorizzati da aziende farmaceutiche e fare invece tutto il necessario e il possibile per finanziare direttamente o indirettamente ( tramite detrazioni fiscali, prestiti a tassi molto agevolati e a lungo termine per la frequentazione di corsi di formazione ) la frequentazione di corsi di formazione non sponsorizzati da aziende farmaceutiche da parte del personale medico di base e specialistico.
Gia solo con due misure del genere si rivoluzionerebbe in positivo la medicina di base e la medicina specialistica, certo per completare l’opera rivoluzionaria in modo efficace a 360 gradi si dovrebbe intervenire principalmente in modo incisivo sui meccanismi di finanziamento dell’ EMA e delle fondazioni politiche…, e sul sistema pubblicitario delle case farmaceutiche sui media mainstream e qualche altra cosa, ma ripeto già solo con due misure del genere si rivoluzionerebbe in positivo la medicina di base e la medicina specialistica e costerebero anche poco per gli enormi benefici che i pazienti avranno, ovviamente invece costerebbero tanto alle case farmaceutiche per i mancati profitti e proprio per quest’ultimo motivo due semplici ed efficaci misure del genere finora non sono mai state prese in considerazione!!
4. Complimenti per l’articolo, cordiali saluti e buona serata.
Fabrice
Si può vedere :
https://comedonchisciotte.org/avv-fusillo-il-prezzo-della-liberta-e-uneterna-vigilanza/
https://www.fanpage.it/politica/vaccini-nel-decreto-in-arrivo-lo-scudo-penale-per-medici-e-infermieri-che-somministrano-il-siero/
Finora se succedeva qualcosa ai pazienti, già si facevano scudo con l’Ordine dei Medici che li rendeva quasi intoccabili. Ora è come averli resi armati e militarizzati.
Non più medici, ma mercenari esecutori e custodi della legge marziale sanitaria. Questa è DITTATURA SANITARIA!