Anna Lombroso per il Simplicissimus
Dobbiamo all’Istat gli indicatori per definire chi è un povero assoluto, la cui condizione è calcolata sulla base del valore monetario, a prezzi correnti, del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia.
Così oggi sappiamo che gli “assolutamente poveri” sono 5,6 milioni, individui e famiglie, in particolare quelle in cui lavora un solo componente, che non possono permettersi quei costi per la casa, per la salute, per il vestiario, per l’istruzione, indispensabili e irrinunciabili per condurre una vita accettabile e dignitosa, toccando il valore più elevato dal 2005. Si tratta di almeno 995 mila nuclei famigliari, 227mila in più rispetto al 2019.
L’incremento maggiore che denuncia ormai l’esistenza di una questione settentrionale, di registra al Nord: 218mila famiglie (7,6% da 5,8% del 2019), per un totale di 720mila individui, ma il Mezzogiorno resta però l’area dove l’indigenza è più diffusa. Avere dei figli minori espone al rischio della bancarotta domestica, come è successo in Grecia dove è aumentato l’abbandono scolastico perché la famiglie nono erano in condizione di far frequentare ai figli la scuola dell’obbligo perché non potevano vestirli adeguatamente, comprare i testi, nutrirli alla mensa: sono condannati a interpretare il ruolo di Oliver Twist nella serie in onda in Italia 1 milione e 346mila bambini e ragazzi, 209mila in più rispetto all’anno precedente.
Malgrado la selezione innaturale del Covid è confermato che avere un anziano in famiglia (per lo più titolare di almeno un reddito da pensione che garantisce entrate regolari) riduce il rischio di rientrare fra le famiglie in povertà assoluta. La percentuale di famiglie con almeno un anziano in condizioni di povertà è pari al 5,6% (sostanzialmente stabile rispetto al 2019 in cui era pari al 5,1%); quelle dove gli anziani non sono presenti hanno visto invece peggiorare l’incidenza dal 7,3% al 9,1%.
Ancora l’Istat ha un modo di definire il capo delle famiglie monoreddito in linea con la fondamentale rivoluzione semantica che ha bandito dai documenti la dizione padre e madre: lo chiama “persona di riferimento”, intendendo che si tratta dell’unico che porta a casa un salario. L’acrobazia linguistica è inutile, si tratta dell’uomo, visto che il Covid ha fatto un falò del lavoro delle donne, emarginate, licenziate o costrette a ritirarsi in favore del superiore salario del coniuge, o dolcemente persuase dei pregi della precarietà che permette di combinare un part time irrispettoso di aspettative di carriera, di bisogni e gratificazione del talento con le cure della casa e della famiglia. La crisi ha colpito in modo particolare le famiglie in cui la persona di riferimento è nella fase centrale dell’esistenza lavorativa, quelle tra i 35 e i 50 anni, con un incremento intorno al 9,9%, che peggiora se l’occupato è un operaio o un artigiano o un lavoratore in proprio.
«Affama la bestia» è lo slogan con cui Ronald Reagan aveva inaugurato il trentennio di liberismo. Faceva intendere che la bestia da affamare era lo Stato, cui bisognava togliere la greppia, ma in realtà era la democrazia, la possibilità per i cittadini e i lavoratori di partecipare ai processi decisionali e decidere il proprio destino. Il programma: mettere tutto in mano ai privati, legittimati a assumere su di sè le funzioni di governo per gestirle con le leggi del profitto, si è tradotto da noi grazie agli imperativi dell’Ue, il pareggio di bilancio e il fiscal compact. E oggi si realizza compiutamente grazie a una gestione eccezionale, accentratrice e autoritaria di una crisi sociale accreditata come emergenza sanitaria per uscire dalla quale sono indispensabili rinunce, abiure di diritti, abdicazione di prerogative democratiche.
Hanno vinto, la bestia è affamata.
Informazione di servizio: abbiamo aperto un canale Telegram all’indirizzo https://t.me/simplicissimus2
Toh…e poi i poveri che chiagnono sono sempre meridionali,a prescindere ( pesante malafede o pesante ignoranza ?) :
https://comedonchisciotte.org/sono-335mila-in-piu-le-famiglie-in-poverta-assoluta-rispetto-al-2019/
Ho condiviso il tuo testo con una breve introduzione nelle “mie” due pagine e in tre gruppi di riferimento…a breve-mi auguro- di produrre un video…
«Affama la bestia» fu lo slogan con cui Ronaldo Reagan invitava i Liberisti russi ad inaugurare il trentennio sulla demolizione del Comunismo russo come modello finanziario sociale per dare spazio ai suoi scagnozzi Liberisti che aspettarono da quasi ottant’anni di mettere le manu sulla Russia trasformatasi in URSS. Sotto Eltsin per la Russia fu un decennio devastante. Ricordo che quando si scendeva in aeroporto, fuori, la fila dei miserabili a mano tesa o che vendevano piccoli oggetti che avevano in mano era lunghissima. Il pranzo medio di un impiegato russo erano due cetrioli al giorno e niente pane. I danni sociali furono spaventosi e la nuova Oligarchia vincente spendeva in una sera in discoteca, 10 anni di stipendio di un dipendente statale. Eltsin ebbe il coraggio di liquidare il popolo comunista acquistandogli con un buono di stato da un milione di rubli; dopo sei mesi un pollo in Russia costava un milione di rubli nel banco dei privatisti mentre quello di stato a due metri di distanza era vuoto da settimane. Basta questo per capire cosa fu quel verdetto di Reagan (un criminale nazista). La paga di un medico in Azerbaijan era scesa a due polli alla settimana e le donne tornarono a partorire sui tavoli di casa perché non avevano da pagare il conto ospedaliero. Gli ospedali erano vuoti, abbandonati da tutti. La pensione di un di una donna anziana bastava appena per un pieno di benzina dell’auto e via via cosi. Altro che abbandono delle scuole, nella Russia capitalista si abbandonavano i bambini piccoli in strada per essere ritirati e spediti in orfanotrofio per tutta la vita da minorenne. I più grandicelli si adunavano tenendosi d’occhio per non essere rapiti dalle Onlus gangster che vendevano gli organi in occidente, e i piccoli per non farseli rapire si nascondevano nel sottosuolo (tunnel dove passano cavi e tubi di riscaldamento sniffando colla alla nitro per intossicare gli organi cosi venivano lasciati stare dalle Onlus gangster. Durante il giorno, fuori tutti a delinquere per un pezzo di pane o una salciccia carissima che dividevano in sei. E via e via cosi per anni. La paga di un operaio era pari alla nostra ma come un potere di acquisto pari a 100 euro al mese (ancora oggi è cosi in Bosnia e Cossovo). Era crollato il comunismo. Fu disperazione. Ma i russi sanno essere disciplinati e la guerra la sanno fare, non hanno paura della guerra, prendendosi la rivincita in Iraq. Ci hanno buttato fuori perdenti come cialtroni, vanitosi e imbroglioni sulle verità nascoste vantando una vittoria di Pirro. Disse Reagan dopo il Destert Strorm: “Da ora 70 anni non basteranno per abbattere il comunismo.” “Piano piano la Russia si è ripresa e si riprende tutto quello che gli abbiamo rubato. Rivogliono indietro tutto. La “Madre di tutte le Battaglie” sta durando da 30 anni, i conflitti si sono espansi nel mondo. Intanto il tempo passa e i russi non dimenticano; si stanno rafforzano anche le sue vecchie alleanze. Ora quella guerra che gli abbiamo scatenato in casa è entrata in casa nostra e sta crollando il Capitalismo Liberista. I danni si cominciano a vedere, (molto evidenti nello scritto di Anna Ombroso che mette in luce tutta la nostra fragilità. Ma il peggio deve ancora arrivare per noi perché siamo indisciplinati. Dicono i Russi: “vediamo ora cosa sapete fare voi e come ne uscite”.
Ps:
Il “paniere” fu smantellato dal Liberista Berlusconi, non esiste più. I prezzi sono calmierati dal monopolio dei supermercati che li tengono bassi per non essere rapinati sfacciatamente dai miserabili. Ma senza soldi non c’è barricata che regga contro i miserabili affamati se non con lo sterminio o cannibalismo. Se a marzo sbloccano i licenziamenti… qui è strage politica e sociale.