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La scomparsa dell’influenza

Se si volesse misurare il grado di mistificazione e di manipolazione raggiunto nella narrazione pandemica basterebbe dare un’occhiata a questa tabella pubblicata dall’Oms e nella quale si mostra l’andamento dell’influenza ( dovuta ai diversi ceppi di virus) nel 2018 e 2019 e nel 2020 anno in cui questa malattia che affligge l’umanità dai millenni è praticamente scomparsa: un evento epidemiologicamente impossibile.

 

La ragione di questo straordinario evento  è ovvia: tutti i casi di influenza sono stati riclassificati come Covid. Ma contro questa spiegazione lampante si erge come un bastione composto da ottusità, ignoranza caprina e malafede la tesi di giornalisti e “verificatori di fatti” secondo i quali questa scomparsa dell’influenza è dovuta all’adozione delle mascherine. Anche un idiota si chiederebbe come mai le mascherine servano contro i virus dell’influenza e non contro i coronavirus visto che sono tutti abbastanza piccoli da passare attraverso qualsiasi mascherina, ma il fatto è che la scomparsa dell’influenza si è avuta anche in Paesi dove le mascherine non sono state usate come la Svezia, mentre l’influenza è diffusissima anche in quei Paesi, soprattutto orientali, Giappone in primis, nei quali le persone usano normalmente la mascherina se sono influenzati e raffreddati. Dunque questa spiegazione è ridicola e riflette solo l’ansia di mettere una pezza qualsiasi (tanto le persone ormai credono a qualsiasi cosa senza ragionare e soprattutto evitando di informarsi) a un fatto inspiegabile se non attraverso la manipolazione.

Una spiegazione più seria di queste sciocchezze da utili idioti, potrebbe essere ricercata in alcuni studi statistici che mostrano come vi possano essere interconnessioni e interazioni tra virus respiratori che spiegano come mai i raffreddori siano meno frequenti negli anni in cui l’influenza è più diffusa. Ma a parte il fatto che qui giocano fattori di incertezza diagnostica cosa che accade spessissimo con malattie molto diffuse e generalmente non gravi se non per le persone  molto in là con gli anni o affette da gravi patologie, non è che un malanno scompaia del tutto, si tratta al massimo di flessioni o aumenti di alcuni punti percentuali, e in ogni caso non mai è successo che un coronavirus abbia rimpiazzato quelli dell’influenza. Secondo una suggestiva teoria che tuttavia è puramente speculativa per non dire azzardata, recuperata non dalla letteratura medica, ma significativamente da Bloomberg, ciò sarebbe accaduto con l’epidemia influenzale del 1890, detta “russa”. Ma anche ammettendo che tale ipotesi, peraltro indimostrabile,  abbia una qualche consistenza, tenderebbe a confermare che i coronavirus ballano per una sola stagione e non prevalgono sull’influenza.  Del resto ci sono anche Paesi che hanno avuto pochi casi covid, ma dai quali è ugualmente sparita l’influenza il che ovviamente mette in crisi anche questa spiegazione e rimanda invece a un intenzionale tentativo di drammatizzare il covid arruolandovi la maggior parte dei decessi sulla pura scorta dei tamponi la cui inaffidabilità è stata sancita dall’Oms.

Al contrario altre patologie sono esplose: in Inghilterra per esempio il numero dei decessi da infarto è aumentato del 40% , una percentuale identica alla diminuzione delle visite e degli esami cardiaci dovuti al panico delle persone, mentre uno studio del King College prevede un aumento di 35 mila morti per cancro l’anno a causa dei ritardi nelle diagnosi. Una situazione che potrebbe diventare davvero drammatica visto che ci sono  15,3 milioni di pazienti che necessitano di visite di controllo e la situazione non è molto diversa in tutto l’occidente, segnalando la follia che ci sta attraversando.

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